Beato Rinaldo da Concorezzo

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Beato Rinaldo da Concorezzo
Arcivescovo
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battezzato
Beato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 71 anni
Nascita Concorezzo
1250 ca.
Morte Ravenna
18 agosto 1321
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale XIII secolo
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Consacrazione vescovile 13 ottobre 1296 da Bonifacio VIII
Elevazione ad Arcivescovo 19 novembre 1303 da papa Clemente XI
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Extra Beato Rinaldo da Concorezzo
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 18 agosto
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
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Erede
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 18 agosto, n. 9:
« A Ravenna, beato Rinaldo da Concorezzo, vescovo, insigne per prudenza e carità. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Il Beato Rinaldo da Concorezzo (Concorezzo, 1250 ca.; † Ravenna, 18 agosto 1321) è stato un arcivescovo italiano.

Biografia

Della nobile famiglia dei Da Concoregio, nacque a Milano fra il 1240 e il 1250. Nulla si conosce dei suoi primi anni, lo si ritrova a Bologna all'Università dove alcuni messi lodigiani vengono a proporgli, a cominciare dall'ottobre 1286, di insegnare Diritto a Lodi; nel maggio 1287, il vescovo di Lodi lo interpella per pareri legali, questo ci fa capire che godeva fama di giureconsulto e infatti ebbe il titolo accademico di magister nel 1295.

Nel 1289 entrò a servizio del vice cancelliere della Curia Romana, il milanese cardinale Pietro Peregrosso, il quale, stimandolo molto, alla sua morte nel 1295 lo designò fra i suoi eredi.

Rinaldo continuò la sua ascesa nella Curia Romana divenendo segretario del cardinale Benedetto Gaetani e poi cappellano del Gaetani divenuto Papa Bonifacio VIII. Il 13 ottobre 1296 il Papa lo nominò vescovo di Vicenza, sede che raggiunse in modo burrascoso, perché nel frattempo i vicentini avevano eletto un altro vescovo, ma alla fine l'autorità del papa prevalse.

Ebbe in quel periodo speciali incarichi di diplomazia e arbitrato nelle contese che agitavano Francia e Inghilterra a proposito della Guienna; fu nominato da re Carlo di Valois (1270-1325), chiamato dal papa a Firenze per appoggiare i 'Neri', come vicario (1302) in Romagna divenendo poi rettore spirituale e temporale della Regione, in questa funzione si trovò coinvolto nelle note turbolenze della zona in continua guerriglia, a Forlì sua sede, scese in piazza per portare la pace, ma fu assalito e ferito gravemente, guarì miracolosamente dalle profonde ferite e continuò la sua azione ma senza successo.

Alla morte di Bonifacio VIII l'11 ottobre 1303, fu decretata la caduta dell'autorità pontificia in Romagna. Nello stesso anno, morto l'arcivescovo di Ravenna Obizzo Sanvitale, il clero, ignorando le disposizioni del precedente pontefice che avocava a sé la nomina dei successori, si riunì e diviso in due partiti elesse ciascuno un successore e Papa Benedetto XI, accolse la richiesta di quanti avevano designato Rinaldo da Concorezzo, il quale dopo essere stato sostituito nella sede di Vicenza e in quella di rettore della Romagna, nell'ottobre 1305, prese possesso della nuova sede arcivescovile.

Già nel 1307 indisse un Concilio provinciale, ricompose le pendenze con Roma ereditate dal suo predecessore e riprese l'antica pratica delle visite pastorali con un preciso cerimoniale. Tenne nel 1309 a Bologna un secondo concilio provinciale e un terzo a Ravenna nel 1311.

Viaggiò molto per i grandi e gravosi incarichi ricevuti sia dal Papa che dal re di Francia. Fu anche molto attivo con la sua presenza in varie città lombarde per tentare le riappacificazioni per conto di Enrico VII, re di Germania.

Fu artefice dell'assoluzione dei Templari d'Italia in un concilio tenutosi a Ravenne, inquisiti e minacciati dello scioglimento dell'Ordine per volere di Filippo il Bello e in ciò si oppose anche alla volontà di Papa Clemente V che invece ne voleva lo scioglimento. Condannò insieme ai suoi vescovi suffraganei la tortura e il terrore come mezzi per estorcere confessioni, non accettandole se ottenute con questi metodi.

Del resto nel Concilio di Vienne del 1311-1312, pur sciogliendo d'autorità l'Ordine dei Templari, il Papa e era succube del re di Francia, dovette ammettere che nessuna delle accuse era stata provata e Rinaldo che partecipava al Concilio, ebbe così una bella conferma al suo retto agire.

Morì probabilmente nel castello di Argenta, dove si era ritirato a vivere stabilmente dal 1313. È sepolto in uno splendido sarcofago tardo-romano, nella Cappella della Vergine del Sudore nella cattedrale di Ravenna.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Vicenza Successore: Bishopcoa.png
Andrea de' Mozzi 1296 - 1303 Bernardo Nicelli I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Andrea de' Mozzi {{{data}}} Bernardo Nicelli
Predecessore: Arcivescovo di Ravenna Successore: Bishopcoa.png
Obizzo Sanvitale 1303 - 1321 Rinaldo da Polenta I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Obizzo Sanvitale {{{data}}} Rinaldo da Polenta
Bibliografia
  • Ambrogio Maria Piazzoni Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 27 (1982) online
  • G. Molteni, S. Rainaldo da Concorezzo, Monza, Tipografia Sociale Monzese, 1911 (rist. Anast. 2002);
  • R. Caravita, Rinaldo da Concorrezzo. Arcivescovo di Ravenna (1303-1321) al tempo di Dante, Firenze, L. Olschki, 1964.