Carlos Jordán de Urriés y Pérez Salanova

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Carlos Jordán de Urriés y Pérez Salanova
Cardinale e Pseudocardinale
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al secolo {{{alsecolo}}}
battezzato
ERRORE in "fase canonizz"
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 75 anni
Nascita Huesca
1345 ca.
Morte Roma
8 ottobre 1420
Sepoltura nessuna informazione disponibile
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale in data sconosciuta
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Creazione a
pseudocardinale
22 settembre 1408 dall'antipapa Benedetto XIII
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Sostenuto da
Scomunicato da
Confermato cardinale 1º agosto 1418 papa Martino V
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Riammesso da
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Eventi
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Incoronazione
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Carlos Jordán de Urriés y Pérez Salanova (Huesca, 1345 ca.; † Roma, 8 ottobre 1420) è stato uno pseudocardinale e cardinale spagnolo.

Cenni biografici

Nacque a Huesca attorno al 1345 secondo genito di Pedro Jordán de Urriés VIII, intendente capo del re Pedro IV d'Aragona, sindaco perpetuo del Palazzo Reale di Huesca e signore della baronia di Ayerbe, la Peña y Murillo (morto nel 1386) e di María Pérez de Salanova.

La prima menzione di lui risale al 3 febbraio 1386, quando il monarca lo raccomandò al capitolo della cattedrale di Huesca, allora studente di diritto canonico.

Fece parte dell'entourage dell'antipapa Benedetto XIII anche durante il suo soggiorno a Perpignano nel maggio 1407, raggiungendo il culmine della sua carriera ecclesiastica quando fu creato cardinale, con il titolo cardinalizio della diaconia di San Giorgio, ad velum Aureum, nel concistoro del 22 settembre 1408. Fu lui a leggere il Vangelo nella Messa solenne di apertura del Concilio di Perpignano, avvenuta il 15 novembre di quell'anno.

Esercitando questa dignità, che mantenne fino al Concilio di Costanza, scrisse un opuscolo intitolato Allegationes pro Benedicto XIII adversus Cardinales Concilii Pisani, rispondendo a due domande riguardanti la legittimità papale e l'opportunità di tenere un nuovo concilio in quella città italiana. La sua argomentazione furono molto apprezzate dal Benedetto XIII.

Da quel momento in poi, rimase con l'antipapa in eventi molto diversi ma significativi, come la lettura del suo testamento a Peñíscola il 31 ottobre 1412), accompagnandolo nei suoi viaggi a Morella nel 1414 e nel suo ingresso solenne a Valencia il 14 dicembre di quell'anno. Benedetto XIII gli concesse la nomina a sacrestano della cattedrale di Huesca il 25 giugno 1415, nonostante fosse in contrasto con gli statuti capitolari, che consentivano ai canonici della cattedrale di ottenerlo in esclusiva.

Dopo l'editto di sottrazione dell'obbedienza, emanato il 6 gennaio 1416, il re d'Aragona tentò invano di ottenerne la sua sottomissione; Urriés, con altri due pseudocardinali, Alfonso Carrillo de Albornoz e Pedro Fonseca, risposero al re, che non potevano abbandonare l'antipapa Benedetto XIII, perché era il papa legittimo, vicario di Cristo e capo della Chiesa, invocando argomenti teologici e patristici. Urriés rimase al fianco di Benedetto XIII per altri due anni, con l'espressa autorizzazione di Alfonso V emanata il 18 luglio 1416.

Tuttavia, dopo aver rifiutato l'invito esteso dall'ambasciata castigliana a partecipare al Concilio di Costanza espresso in una missiva del 15 dicembre 1416, iniziò a mostrare disaccordi, insieme ad altri membri del collegio, pregando l'antipapa di abdicare e di inviare una legazione a Costanza. A questi cardinali si unirono vescovi e abati della Corona d'Aragona, chiedendo le loro dimissioni per porre fine allo scisma. In una lettera, datata 16 dicembre 1417 aggiunsero alle loro suppliche il desiderio del riconoscimento di Martino V, da poco eletto pontefice della Chiesa cattolica, ritenendo che un ulteriore rifiuto avrebbe dato loro la libertà di agire secondo la loro conoscenza. Benedetto XIII li accusò di essere infami e indegni, e meritevoli di varie pene ecclesiastiche, culminate nella loro deposizione.

Nondimeno Martino V, davanti al quale si prostrarono a Firenze, li restituì ai loro benefici, titoli e dignità il 1º agosto 1418. Carlos de Urriés rimase in questa nuova obbedienza fino alla sua morte, avvenuta nella sua residenza di Trastevere l'8 ottobre 1420.

Successione degli incarichi

Predecessore: Pseudocardinale diacono di San Giorgio in Velabro Successore: CardinalCoA PioM.svg
Miguel de Zalba
(obbedienza avignonese)
22 settembre 14081º agosto 1418 se stesso confermato cardinale I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Miguel de Zalba
(obbedienza avignonese)
{{{data}}} se stesso confermato cardinale
Predecessore: Cardinale diacono di San Giorgio in Velabro Successore: CardinalCoA PioM.svg
se stesso come illegittimo 1º agosto 14188 ottobre 1420 Prospero Colonna I
II
III
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VII
VIII
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X
con
con
se stesso come illegittimo {{{data}}} Prospero Colonna
Bibliografia
  • (ES) Miguel Ángel Motis Dolader, Carlos de Urries su dbe.rah.es. URL consultato il 01-03-2024