Concilio di Perpignano
Concilio di Perpignano | |
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Juan Rexach Ritratto dell'antipapa Benedetto XIII
(XV secolo, Morella, Spagna) | |
Concili ecumenici della Chiesa cattolica | |
Data | 1408-1409 |
Convocato da | antipapa Benedetto XIII |
Presieduto da | imperatore Sigismondo |
Partecipanti | 300 ca. |
Argomenti in discussione | Scisma d'Occidente |
Concilio precedente | Concilio di Vienne |
Concilio successivo | Concilio di Costanza |
Storia del Cristianesimo |
Il Concilio di Perpignano, che doveva essere un concilio generale di tutta la Chiesa cattolica[1], fu convocato nel novembre 1408 dall'antipapa Benedetto XIII dell'Obbedienza di Avignone. La sede del concilio fu la città di Perpignan, allora sotto la Corona d'Aragona, che era ancora nell'Obbedienza di Avignone dopo il ritiro del sostegno francese a Benedetto XIII avvenuta in quell'anno.
La scelta di Perpignano
Il più influente e vigoroso sostenitore dell'antipapa Benedetto in Francia, il duca d'Orléans, Carlo di Valois-Orléans, morì il 27 novembre 1407. Ciò lasciò la strada libera all'opposizione, in particolare all'università di Parigi, per far valere le proprie ragioni su re Carlo VI di Francia. Il 12 gennaio 1408, il re scrisse a Benedetto che, a meno che l'unione tra le due parti dello scisma non fosse terminata entro il giorno dell'Ascensione, la Francia avrebbe dichiarato la propria neutralità nella contesa tra i due papi. Benedetto minacciò in cambio che, a meno che il re non avesse ritrattato la sua dichiarazione, l'antipapa avrebbe pubblicato una bolla già preparata che avrebbe scomunicato chiunque (presumibilmente incluso il re) avesse tentato di ritirare l'obbedienza. La bolla aveva un contenuto del tutto tradizionale, essendo stata redatta da papa Benedetto, un ex professore di diritto canonico. La bolla fu consegnato il 18 maggio 1408 e si rivelò un grave errore tattico. Diede ai professori dell'università parigina la possibilità di accusare coloro che avevano portato la bolla di essere colpevoli di alto tradimento, e Benedetto XIII di essere colpevole di un attacco alla dignità reale e all'onore nazionale. Il re fu indotto a proclamare la neutralità della Francia nello scisma[2]. Benedetto si trovava a Porto Venere, vicino a Livorno, quando ricevette la notizia, e, temendo che il governatore francese di Genova, il maresciallo Boucicault, potesse tentare di catturarlo, come aveva precedentemente minacciato, decise di cercare un terreno più sicuro al di fuori dell'immediato controllo francese. Prima di lasciare l'Italia, papa Benedetto XIII emanò la bolla Celestis altitudo il 15 giugno, convocando un concilio, che si sarebbe riunito il 1º novembre seguente a Perpignan[3]. Pressato dagli eventi, papa Gregorio XII dell'Obbedienza Romana, che era in esilio da Roma, annunciò che anche lui avrebbe tenuto un concilio, dopo la Pasqua del 1409, e che si sarebbe tenuto da qualche parte nella provincia di Aquileia o nell'Esarcato di Ravenna[4].
Perpignano fu scelta da Benedetto XIII perché si trovava all'interno delle terre della Corona d'Aragona, ma vicina alla Francia, un tempo il più importante paese dell'obbedienza avignonese[5]. Questo concilio aveva lo scopo di anticipare l'azione del previsto concilio di Pisa (1409) voluto da un gruppo di cardinali per porre fine allo Scisma d'Occidente che si protraeva da tempo. Il re francese non solo ritirò l'obbedienza e si impegnò nella neutralità, ma proibì a qualsiasi prelato francese o altra persona di partecipare a un concilio che sarebbe stato tenuto da Benedetto XIII[6].
Benedetto e il suo seguito raggiunsero Collioure, il porto di Perpignan, il 15 luglio. Scrisse immediatamente lettere a ciascuno dei cardinali assenti dell'obbedienza avignonese, sottolineando che, anche se non era consuetudine convocare cardinali a un concilio generale, poiché erano membri onorevoli del corpo del papa e non dovevano essere esentati da lui, tuttavia ordinava che fossero presenti al concilio di Perpignan[7]. La lettera fu inviata a: Guy de Malsec (Palestrina), Niccolò Brancaccio (Albano), Jean Allarmet de Brogny (Ostia), Pierre Girard (Tuscolo), Pierre de Thury (Santa Susanna), Pedro Fernández de Frías (Santa Prassede), Amedeo di Saluzzo (Santa Maria Nuova), Pierre Blain (Sant'Angelo in Pescheria) e Louis de Bar (Sant'Agata)[8].
Apertura del Concilio
Il 31 ottobre 1408 Benedetto XIII emanò un decreto che rinviava l'apertura del suo Concilio al 15 novembre[9]. Il 15 novembre l'antipapa scese dalla fortezza di Perpignan, dove abitava, e si diresse a piedi verso la chiesa di santa Maria de Regali, dove lo attendevano i padri conciliari e una grande assemblea di clero e laici. Celebrò la messa dello Spirito Santo, e il vescovo di Oloron, Sanche Mulier[10], O.P. tenne il sermone. Il cardinale Ludovico Fieschi lesse un messaggio autorizzato dal Benedetto XIII, affermando che, non essendo stato completato l'ordine del giorno, la seconda sessione è stata rinviata a sabato 17 novembre, quando l'antipapa tornò a partecipare e, dopo le consuete cerimonie religiose, tenne un discorso e fece leggere al cardinale Fieschi una confessione di fede. La data della prossima riunione, mercoledì 21 novembre, fu annunciata[11].
Nella terza sessione, il 21 novembre, Benedetto XIII ricordò nel suo discorso che il Concilio fu convocato pro sedatione huius (h)orrendi scismatis et unione ac debita reformatione status ecclesiae, quantum nobis est possibile (per la fine di questo orribile scisma, e per l'unione e la necessaria restaurazione dello status della Chiesa, per quanto è possibile per noi...). A tal fine l'antipapa preparò una narrazione un riassunto di tutto ciò che era accaduto fino a quel momento, che fu letta all'assemblea dal cardinale Antonio de Challant, ex cancelliere del conte di Savoia. Sette sessioni del Consiglio sono state dedicate alla lettura di tale documento[12].
La decima sessione ebbe luogo il 5 dicembre 1408, nella quale Benedetto XIII lesse tre difese del suo diritto, del 1399, del 1407 e del 1408[13].
I Padri del Concilio erano fortemente divisi tra coloro che volevano che Benedetto XIII si dimettesse senza ulteriori indugi, e coloro che non volevano in nessun caso le dimissioni. Per risolvere le loro divergenze, fu nominato un comitato di sessanta persone (poi trenta, poi dieci). Ne facevano parte due cardinali, il patriarca di Antiochia, Jean de Maguelone[14] , gli arcivescovi di Tarragona, Pedro Zagarriga[15], e di Saragozza, Garsías Fernández de Heredia[16], il Cancelliere del Re di Castiglia, i vescovi di Valencia, Hugo de Lupia y Bagés[17] di Mende, Jean de La Coste[18], di Condom, Aymeric Noël (Nadal)[19], O.S.A. e il Maestro Generale dei Domenicani, Joannes de Podionuncis. Nel frattempo molti dei partecipanti lasciarono l'assemblea, per le festività natalizie.
Il comitato raccomandò all'antipapa di non usare la Via della Rinunzia, se non come ultima risorsa; ma di essere pronto a dimettersi, soprattutto nel caso in cui il suo avversario dovesse essere deposto; in oltre chiesero a Benedetto XIII di inviasse nunzi presso il concilio apertori a Pisa, con poteri plenipotenziari per prendere accordi per la pace della Chiesa; e raccomandarono al pontefice di prendesse provvedimenti affinché, se fosse morto prima del completamento del Concilio, il suo lavoro non divenisse inutile.
Nella sessione del 26 marzo 1409, poiché la maggior parte dei Padri conciliari se n'era andata, si prorogò il Concilio al 15 agosto. Prima di farlo, però, nominò sette nunzi da inviare a Pisa, ma i poteri che concesse loro non erano i poteri plenipotenziari che il comitato aveva suggerito. Poiché l'ambasciata non riusciva a ottenere un salvacondotto attraverso il territorio francese, arrivarono in ritardo a Pisa. Per quanto riguarda il Concilio, ci furono ulteriori proroghe, che sono elencate da Ehrle, fino al gennaio 1416.
Il 5 giugno 1409 Benedetto XIII e Gregorio XII furono deposti dal Concilio di Pisa[20].
Partecipazione
Solo tre cardinali dell'Obbedienza avignonese seguirono Benedetto XIII a Perpignan: Jean Flandrin (Sabina), Ludovico Fieschi (S. Adriano) e Antonio de Challant (S. Maria in Via Lata)[21]. Gli altri avevano convocato il Concilio di Pisa. Il 22 settembre 1408, quindi, Benedetto XIII creò cinque nuovi cardinali: Pierre Ravat (arcivescovo di Tolosa), Juan Martínez de Murillo, O.Cist. (abate di Montearagón), Carlos Jordán de Urriés y Pérez Salanova, Alfonso Carrillo de Albornoz (amministratore della diocesi di Osma) e Jean d'Armagnac (arcivescovo di Rouen). Per migliorare l'apparenza dell'universalità, l'antipapa elevò anche tre nuovi patriarchi il 13 novembre: Alfonso de Egea[22] di Costantinopoli, Jean de Maguelone di Antiochia (che era stato sacrestano nel capitolo della cattedrale di Maguelone) e Francisco Jiménez (Ximenes)[23], O.F.M. di Gerusalemme[24].
Al Concilio di Perpignan parteciparono solo trecento ecclesiastici, per lo più spagnoli e francesi. Nessuna azione degna di nota fu intrapresa dal consiglio.
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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