Diocesi di Huesca

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Diocesi di Huesca
Dioecesis Oscensis
Chiesa latina
Cattedrale di Huesca.png
Amministratore apostolico Vicente Jiménez Zamora
sede vacante
Huesca
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Saragozza
Escudo de la diócesis de Huesca.svg
Stemma
Divisiones administrativas de la diócesis de Huesca.svg
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
Parrocchie 210
Sacerdoti 69 di cui 62 secolari e 7 regolari
1.147 battezzati per sacerdote
15 religiosi 153 religiose
84.230 abitanti in 4.728 km²
79.177 battezzati (94,0% del totale)
Eretta IV secolo ?
Rito romano
Cattedrale Nostra Signora di Montserrat
Indirizzo
Plaza de la Catedral 8, 22022 Huesca, España
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2021 (gc ch)
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica


La diocesi di Huesca (latino: Dioecesis Oscensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Saragozza.

Dal 23 ottobre 2003 è unita in persona episcopi alla diocesi di Jaca.

Territorio

La diocesi comprende tre zone della provincia di Huesca, in Aragona, Spagna: Montaña, Somontano e Monegros.

Sede vescovile è la città di Huesca, dove si trova la cattedrale di Nostra Signora di Montserrat. Nella stessa città sorge anche la basilica minore di San Lorenzo.

Il territorio si estende su 4.728 km².

Storia

Epoca antica e visigota

La tradizione sostiene che il cristianesimo arrivò a Huesca nel I secolo con la predicazione dell'apostolo Giacomo il Maggiore e di San Paolo.

Nelle persecuzioni del III e IV secolo si nota la presenza cristiana a Huesca. Fu la patria di san Lorenzo, diacono e martire a Roma il 10 agosto 258, che è il principale patrono della diocesi.

Il primo vescovo storicamente documentato è menzionato in una delle nuove lettere attribuite al corpus delle lettere di sant'Agostino e datata tra il 419 e il 421, cosa che potrebbe far risalire la nascita della diocesi fino al IV secolo. Non si conoscono altri vescovi di Huesca fino alla prima metà del VI secolo, con il vescovo Elpidio, che successivamente alla celebrazione del Concilio di Toledo (527) il 17 maggio 531 ne sottoscrisse gli atti assieme ai suoi tre fratelli vescovi, Nebridio di Egara, Giusto di Urgell e Giustiniano di Valencia.

Fu durante l'episcopato di Elpidio che san Vittoriano fondò verso il 522 il monastero di San Martín d'Asán nei pressi di questa città. Probabilmente è in questo monastero che i vescovi avevano la loro sede; di certo, almeno due monaci furono eletti vescovi di Huesca: Vincenzo, di cui è noto il testamento, redatto verso il 576, e Audeberto, che, come abate, rappresentò il vescovo Gadisclo al concilio di Toledo (683), e come vescovo prese parte a quello del 693.

L'Alto Medioevo e i vescovi di Aragona

Tra il 714 e il 720 Huesca subì l'invasione musulmana e ignote sono le sorti della diocesi. Altrove nella penisola iberica si hanno notizie della sopravvivenza delle diocesi e perciò non ci sono motivi per supporre che quella di Huesca sia scomparsa completamente, ma non sono noti nomi di vescovi.[1] Nella vita di sant'Urbez si menzionano due vescovi vissuti a cavallo tra VIII e IX secolo, Nitidio e Frontiniano, che tuttavia non tutti gli autori ammettono nella cronotassi di Huesca. In quest'epoca si diffuse nel territorio la vita eremitica, i cui principali rappresentanti furono, oltre a sant'Urbez, i santi Voto e Felice.

Nella prima metà del IX secolo furono liberate dalla dominazione araba le contee di Sobrarbe e di Aragona, che in seguito (921) passarono sotto il controllo dei re di Navarra come stati vassalli e sotto la giurisdizione dei vescovi di Pamplona. Il vescovo Galindo di Pamplona (922-928) organizzò dal punto di vista ecclesiastico il territorio del regno di Navarra e dei suoi vassalli, creando 4 nuove diocesi: per la contea d'Aragona consacrò vescovo Ferriolo, che pose la sua sede nel monastero pirenaico di Sant'Adriano di Sasabe. Della diocesi di Sasabe, oggi sede titolare, sono noti i nomi di una decina di vescovi, documentati come vescovi Sasauensis oppure Aragonensis.

Verso la metà dell'XI secolo il conte aragonese Sancho Ramírez si proclamò re di Aragona e fece di Jaca la sua capitale, ed è in questa città che i vescovi aragonesi di Sasabe trasferirono la loro residenza nel 1076. Da questo momento i vescovi sono noti con il doppio titolo di "vescovi d'Aragona" o "vescovi di Jaca".

Sede di Huesca e Jaca

Il 19 novembre 1096 Huesca fu riconquistata dal re Pietro I d'Aragona (1094-1104), che ne fece la nuova capitale del suo regno. Nell'ottobre del 1097 il vescovo Pedro di Jaca trasferì la sede della diocesi aragonese a Huesca, restaurando così l'antica sede visigota. La grande moschea della città fu trasformata nella nuova cattedrale diocesana. L'11 maggio 1098 papa Urbano II confermò la restaurazione della diocesi di Huesca con la bolla Miserationibus Domini. Tuttavia la sede di Jaca non fu completamente soppressa, poiché mantenne la propria cattedrale e il capitolo dei canonici. Da questo momento la diocesi ebbe il doppio nome di "diocesi di Huesca e Jaca".

Un lungo contenzioso per motivi di confini contrappose i vescovi di Huesca e Jaca a quelli di Roda-Barbastro, che nel 1149 avevano trasferito la loro sede a Lérida. Una sentenza di papa Innocenzo III nel 1203 risolse definitivamente la questione assegnando ai vescovi di Huesca e Jaca i territori aragonesi della diocesi Roda-Barbastro, ossia la zona situata tra i fiumi Alcanadre e Cinca, compresa la città di Barbastro e il priorato di Alquézar.

Il 14 giugno 1318 la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Saragozza.

Nel corso del XIV secolo la diocesi ebbe una lunga serie di vescovi, una quindicina, tutti di nomina pontificia, che restarono poco tempo a Huesca, considerata una sede di poca importanza, e trampolino di lancio per sedi vescovili più prestigiose.

Invece nel corso del XV secolo i vescovi di Huesca e Jaca furono solo 8. Tra questi si nota in particolare il vescovo Juan de Aragón, vescovo per oltre 40 anni (1484-1526). Durante il suo lungo episcopato, fu ultimata la costruzione della cattedrale. A causa dell'età avanzata di Juan de Aragón, furono inopinatamente nominati due vescovi coadiutori Alonso de So de Castro e Felipe de Urriés, i quali pretesero entrambi di succedere a Juan de Aragón, quando questi morì il 12 dicembre 1526. Ne sortì un piccolo scisma, durante il quale i partigiani dei due contendenti si contrapposero anche con le armi. Alonso de So de Castro morì a Napoli il 12 ottobre 1527, ma il capitolo dei canonici negò a Felipe de Urriés la presa di possesso della diocesi. Ne seguì una sede vacante di 7 anni, fino alla nomina di Martín de Gurrea.

Sede di Huesca

Il re Filippo II, temendo l'avanzata del protestantesimo in Spagna dalla vicina Francia, propose al papa di dividere l'estesa diocesi di Huesca e Jaca in più diocesi. Con la bolla Cum ad hoc del 18 giugno 1571, papa Pio V separò le sedi di Huesca e di Jaca, creando per quest'ultima una diocesi indipendente; inoltre Huesca cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Barbastro.

I vescovi degli ultimi decenni del XVI secolo misero in atto diverse iniziative per attuare i decreti di riforma del concilio di Trento e per fermare qualsiasi tentativo di predicazione da parte dei protestanti, provenienti soprattutto dalla regione francese del Béarn: insistettero più volte perché in ogni parrocchia fossero tenuti i registri parrocchiali; favorirono riunioni frequenti di sinodi diocesani e le visite pastorali; presero misure per contrastare il potere del capitolo della cattedrale, che in passato aveva spesso divaricato quello dei vescovi; incoraggiarono le predicazioni al popolo; venne aperto il seminario diocesano nel 1580; nel 1584 il messale e il breviario romano sostituirono i libri precedenti in uso nella diocesi; fu pubblicato un catechismo nel 1594.

Dal 1534 al 1686 i vescovi furono esclusivamente aragonesi; successivamente, soprattutto dopo il 1707 il re scelse prevalentemente vescovi castigliani.

Durante le guerre napoleoniche, alla morte del vescovo Joaquín Sánchez Cutanda nel 1809, il governo di Giuseppe Bonaparte nominò a succedergli Miguel de Santander, ausiliare di Saragozza, che prese possesso della diocesi il 17 febbraio 1810. Con la fine dell'occupazione francese, Miguel de Santander fuggì in Francia nel giugno del 1813.

Con il concordato del 1851 la diocesi acquisì la giurisdizione sull'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e sull'abbazia di Montearagón e San Victorián; queste decisioni tuttavia ebbero effetto solo dopo un decreto reale del 1917.

La diocesi soffrì molto a causa dell'anticlericalismo, che imperversò in Spagna nel corso del XIX secolo. Il vescovo Basilio Gil Bueno fu espulso dalla città nel 1868, si rifugiò a Saragozza e poté rientrare nella sua diocesi nel settembre dell'anno successivo. Prese parte al concilio Vaticano I a Roma, dove morì il 12 febbraio 1870.

Il 2 settembre 1955, facendo seguito al concordato del 1953 che stabiliva di far coincidere i limiti delle diocesi con quelli delle province civili, furono rivisti i confini con le diocesi vicine: la diocesi di Huesca cedette l'arcipresbiterato di Broto alla diocesi di Jaca, ma acquisì quello di Berbegal dalla diocesi di Lérida e la parrocchia di Eres dalla stessa Jaca. Nello stesso tempo la parrocchia di Santa Engracia, che fin dal Medioevo faceva parte della diocesi di Huesca pur trovandosi nel centro di Saragozza, passò all'arcidiocesi di Saragozza.[2]

Dal 23 ottobre 2003 è unita in persona episcopi alla diocesi di Jaca.

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Osca

  • Siagrio † (menzionato nel 419/421)[3]
  • Elpidio † (menzionato dopo il 17 maggio 531)[4]
  • Vicente † (menzionato nel 576 circa)
  • Gabino † (prima del 589 - dopo il 592)
  • Pompeyano † (menzionato nel 614)
  • Ordulfo † (prima del 633 - dopo il 638)
  • Eusebio † (menzionato nel 653)
  • Gadisclo † (menzionato nel 683)
  • Audeberto † (menzionato nel 693)
  • Nitidio † (fine dell'VIII secolo)
  • Frontiniano † (inizio del IX secolo)
    • Sede vacante
    • Vescovi aragonesi con sede a Sasabe e a Jaca

Vescovi di Huesca e Jaca

Vescovi di Huesca

Statistiche

Note
  1. Durán Gudiol, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XXV, coll. 111.
  2. (LA) Congregazione Concistoriale, Decreto Initis inter, AAS 47 (1955), pp. 738-742.
  3. Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, p. 179.
  4. Josep Vilella, Los concilios eclesiásticos hispanos del período visigodo-arriano: análisis histόrico-prosopográfico, Medieval Prosopography 25 (2008), pp. 13-14.
  5. Nel 1909 fu destinatario dell'epistola Placuit tibi di papa Pio X
  6. Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, pp. 479-488.
  7. Durante la vacanza della sede, la diocesi fu data in amministrazione apostolica a Javier Osés Flamarique, ausiliare di Huesca, poi nominato vescovo.
  8. Durante la vacanza della sede, la diocesi fu data in amministrazione apostolica a Juan José Omella Omella, vescovo di Barbastro-Monzón.
Bibliografia
Collegamenti esterni