Chiesa di Sant'Elena (Roma)
Chiesa di Sant'Elena | |
Roma, Chiesa di Sant'Elena (1913-1914) | |
Altre denominazioni | Chiesa di Sant'Elena fuori Porta Maggiore |
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Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via Casilina, 205 00176 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 70392051 |
Posta elettronica |
s.elena.pigneto@gmail.com santelena@diocesidiroma.it |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Santa Sede |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | parrocchiale |
Dedicazione | Sant'Elena imperatrice |
Fondatore | papa Pio X |
Data fondazione | 1913 |
Architetto | Giuseppe Palombi |
Stile architettonico | Neoromanico, neorinascimentale |
Inizio della costruzione | 1913 |
Completamento | 1914 |
Data di inaugurazione | 2 aprile 1914 |
Data di consacrazione | 17 settembre 1916 |
Strutture preesistenti | Cimitero di San Castulo |
Pianta | basilicale |
Materiali | laterizi, travertino |
Marcatura | Stemmi dei papi Pio X e Benedetto XV |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Sant'Elena è un edificio di culto di Roma, situato nella periferia orientale della città, nel quartiere Prenestino-Labicano, all'inizio della via Casilina (antica via Labicana), fuori Porta Maggiore, sul luogo dove si trovava il cimitero cristiano di San Castulo, a poca distanza dal mausoleo che Costantino aveva fatto erigere come sepolcro per la madre sant'Elena, oggi detto Torpignattara.
Storia
Dalla fondazione ad oggi
La chiesa,[1] detta anche Chiesa di Sant'Elena fuori Porta Maggiore, fu voluta da papa Pio X (1903-1914), insieme alla Basilica di Santa Croce a Via Flaminia, a ricordo del XVI anniversario dell'Editto di Milano del 313, quando gli imperatori romani Costantino I e Licinio riconobbero la religione cristiana come religione lecita e legittima all'interno dell'impero; e fu dedicata alla madre di Costantino, Elena.
L'edificio sacro venne costruito, tra il 1913 e il 1914, su progetto dell'architetto Giuseppe Palombi; fu aperta al culto il 2 aprile 1914 e consacrata solennemente il 17 settembre 1916.
La chiesa è sede parrocchiale, istituita il 19 marzo 1914 da Pio X con la costituzione apostolica Quod iam pridem, ricevendo i titoli e i redditi della soppressa parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta al Foro di Augusto.
Nel 1915 la chiesa fu affidata agli Oblati di Maria Vergine.
Il 13 agosto 1943, il parroco Raffaele Melis (1886-1943) fu ucciso durante un bombardamento anglo-americano sulla città di Roma, mentre soccorreva i feriti del treno di rimpatriati dall'Africa. Il presbitero fu trovato con una mano che stringeva il vasetto dell'olio santo e con l'altra ferma nell'atto dell'assoluzione: sul muro di cinta ferroviario, all'altezza della discesa di via del Mandrione sulla via Casilina, è posta una croce di travertino a ricordo del suo sacrificio. Oggi il corpo del presbitero, riconosciuto servo di Dio, riposa all'interno della chiesa.
Dal 2003, dopo la partenza degli Oblati, la parrocchia è curata dal clero diocesano di Roma.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Sant'Elena fuori Porta Prenestina, istituito da Giovanni Paolo II il 3 maggio 1985: l'attuale titolare è il cardinale João Bráz de Aviz.
Descrizione
Esterno
La facciata, in forme eclettiche, recintata da una cancellata in ferro battuto, ha un paramento murario in laterizi ed elementi decorativi (cornicioni, timpani, ecc.) in travertino e intonaco bianco. Essa si presenta articolata in due ordini scanditi da paraste corinzie: in quello inferiore, si aprono tre portali con timpani triangolari, dei quali il centrale è più ampio; il superiore, è aperto da un grande oculo, chiuso da una vetrata policroma raffigurante Sant'Elena; un timpano triangolare sormontato da una croce conclude il prospetto.
Sulla facciata si notano:
- sopra ai due portali laterali, Stemmi dei papi Pio X e Benedetto XV;
- a sinistra del portale centrale, Memoriale dei parrocchiani uccisi nel bombardamento aereo del 1943
Interno
L'interno, a pianta basilicale, è suddivisa in tre navate da due file di archi a tutto sesto poggianti su dodici colonne e terminanti ciascuna con un'abside semicircolare. La copertura della navata centrale è a capriate lignee, mentre quella delle laterali è a volte a crociera.
L'attuale assetto dell'area presbiterale risale agli inizi degli anni Ottanta: al centro vi è l'altare maggiore, in marmo, con dietro un Crocifisso ligneo; in posizione avanzata, invece, due amboni, dei quali quello di sinistra decorato con due bassorilievi di Italo Celli raffiguranti il monogramma della parrocchia e il Leone di san Marco, realizzato nel 2014 e facenti parte di un più ampio programma decorativo.
All'interno, di notevole interesse storico-artistico si notano alcuni dipinti murali, ad affresco, eseguiti nel 1930 da Ettore Ballerini raffiguranti:
- nell'abside centrale,
- sul catino, Trionfo della Croce;
- alla parete, Sant'Elena tra santi Pietro, Marcellino, Castulo, Tiburzio, Stratonico e Gorgonio;
- nell'arco trionfale, Simboli degli Evangelisti;
- lungo la navata centrale, entro tondi, Storie della Vera croce.
L'organo a canne, situato in corpo unico a pavimento nell'abside, venne costruito nel 1908 da Carlo Vegezzi-Bossi per la cappella di palazzo Piombino a Roma, allora residenza della regina Margherita di Savoia (1851–1926); trasferito nella chiesa nel 1926, è stato successivamente modificato e ampliato da Mario Strozzi nel 1958.
Curiosità
Nel 1945 la parrocchia ospitò le riprese di un capolavoro assoluto della storia del cinema mondiale, Roma città aperta, opera del regista Roberto Rossellini (1906–1977). Nel film l'esterno della chiesa e il cortile appaiono in varie scene con don Pietro, il protagonista interpretato dall'attore Aldo Fabrizi (1905-1990), mentre l'interno è quello della Chiesa di Santa Maria dell'Orto).
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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