Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta (Roma)
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta | |
Roma, Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via di Tor de' Conti 31/A 00184 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 69797832 |
Fax | +39 06 86909945 |
Posta elettronica | santiquiricoegiulitta@gmail.com |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Santi Quirico e Giulitta |
Sigla Ordine qualificante | T.O.R. |
Sigla Ordine reggente | T.O.R. |
Fondatore | papa Vigilio |
Data fondazione | VI secolo, metà |
Architetti |
Baccio Pontelli (restauro del XV secolo) Filippo Raguzzini (ristrutturazione del XVIII secolo e facciata) Carlo Marchionni (intervento di rafforzamento della volta) |
Stile architettonico | barocco |
Inizio della costruzione | VI secolo, metà |
Completamento | 1735 |
Data di consacrazione | VI secolo, metà |
Consacrato da | papa Vigilio |
Iscrizioni |
SS. MM. QUIRICO ET IULITTAE DICATUM; INSTAVRATA VIDET QVIRICVS CVM MATRE IVLITA QVE FVERANT LONGA DIRVTA TENPLA DIE. PRINCIPE SVB SIXTO DELVBRIS NVLLA VETVSTAS HIC REFICIT PONTES MENIA TEMPLA VIAS. |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Monti, alle spalle del Foro di Augusto e di fronte a quello di Nerva.
Storia
Dalle origini al Medioevo
La chiesa, dedicata ai santi Quirico e Giulitta, è l'unica superstite tra quelle che sorgevano nella zona detta "ai Pantani", a causa dell'impaludamento dell'area per l'ostruzione della Cloaca Maxima, ed è l'unica a essere sopravvissuta alle demolizioni degli anni Trenta del XX secolo per l'apertura di via dell'Impero, l'attuale via dei Fori Imperiali.
La chiesa è da considerare un vero "palinsesto": la sua origine è da fissare non più tardi del VI secolo, perché risulta edificata allo stesso livello altimetrico del vicino Tempio di Marte Ultore e del muraglione del Foro di Augusto.
In effetti, scavi archeologici e documenti epigrafici farebbero risalire la chiesa originaria all'epoca di papa Vigilio (535-555), che l'avrebbe fondata dedicandola ai Santi Stefano e Lorenzo, le cui immagini in mosaico sembra siano state viste da molti studiosi nell'abside della stessa prima che venisse modificato il suo orientamento. Inoltre, un'iscrizione datata 1584, oggi collocata sulla parete destra della tribuna, ricorda un'antica epigrafe che testimoniava la consacrazione dell'altare ai Santi Stefano e Lorenzo da parte di papa Vigilio, ma che poi andò perduta durante i restauri del 1605 - 1608. La dedica ai santi Quirico e Giulitta, rispettivamente figlio e madre, martirizzati nel 304 a Tarso in Cilicia, al tempo dell'imperatore Diocleziano, compare invece per la prima volta nell'Itinerario di Einsiedeln (fine dell'VIII secolo). A Roma due luoghi di culto sono dedicati ai due martiri: questa chiesa e una cappella nella Chiesa di Santa Maria Antiqua. Entrambi questi luoghi appartennero al quartiere bizantino, in cui molte chiese furono consacrate a santi orientali e greci. In origine, la facciata era rivolta verso la Suburra, come appare dalla pianta del Bufalini del 1555 ed era preceduta da un portico, sotto cui - in epoca medioevale - si svolgevano i contratti di affitto e vendita di immobili. Come l'attuale, la chiesa medioevale era a navata unica, ma la singolarità planimetrica dell'edificio risiederebbe nella presenza di una serie ritmica di absidiole ricavate nei fianchi.
Durante il pontificato di Pasquale II (1099-1118) fu costruito il campanile romanico (tuttora esistente e visibile solo lateralmente e a una certa distanza), che in origine si ergeva sul prospetto frontale dell'edificio prima del suo ribaltamento.
La chiesa è, inoltre, ricordata dai Mirabilia Urbis Romae, dal Liber Censuum del 1192 e dalla Graphia aurea urbis Romae (XIII secolo).
Nel 1475, durante il pontificato di Sisto IV (1471-1484), furono eseguiti importanti restauri affidati a Baccio Pontelli (1450 ca. - 1494 ca.) di cui resta memoria nel portale d'ingresso decorato con una corona di alloro che ricorda il martirio dei santi titolari.
Dal Cinquecento a oggi
In occasione del Giubileo del 1575, Gregorio XIII (1572-1585) soppresse la parrocchia di San Salvatore alle Milizie, affinché il vicario della Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta potesse godere di una provvisione sufficiente.
Nel 1584 un complessivo restauro venne realizzato per volontà del cardinale titolare Alessandro Ottaviano de' Medici (1535-1605): fu in questa occasione che venne invertito l'orientamento della chiesa, in adeguamento ai nuovi tracciati della via Alessandrina e della via Bonella aperte dopo la bonifica dei "pantani".
Nel 1606-1608, papa Paolo V (1605-1621) fece rialzare la chiesa di circa quattro metri per preservarla dall'umidità e dalle inondazioni del Tevere; inoltre, la munì di una nuova tribuna. Un ulteriore restauro si deve a Urbano VIII (1623-1644), che ne sistemò l'interno e la dotò di pregevoli dipinti.
Nel 1716 un violento incendio devastò la chiesa e distrusse l'archivio con tutta la documentazione relativa alla sua storia.
Nel 1722 Innocenzo XIII (1721-1724) la concesse ai Domenicani, che durante il pontificato di Benedetto XIII (1724-1730) ne intrapresero il rifacimento tra il 1728 e il 1735, su progetto di Filippo Raguzzini (1690-1771); l'edifico venne riconsacrato nel 1734.
Sulla destra della chiesa, tra il 1750 e il 1753, fu eretto il grande edificio del convento da Gabriele Valvassori (1683-1761), che si sviluppa su quattro piani con terrazza belvedere fiancheggiante la sopraelevazione sulla parte posteriore.[1]
Nel 1758 gravi lesioni, determinatesi nella volta, richiesero un intervento di rafforzamento che fu eseguito da Carlo Marchionni (1702-1786).
Con la soppressione napoleonica, il convento passò in mano a privati per poi essere trasformato nel 1962 in albergo (Hotel Forum).
Nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio del Regno d'Italia,[2] successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).
Nel 1921 la chiesa venne affidata al clero romano e, dal 1951, è officiata dal Terzo Ordine Regolare di San Francesco.
Nel 1954 il crollo del pavimento travolse parte delle strutture medievali esistenti nel sottosuolo e i conseguenti restauri, condotti tra il 1965 e il 1970, hanno riportato alla luce pareti decorate con dipinti murali ad affresco dell'XI secolo.
La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria ai Monti.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santi Quirico e Giulitta, istituito da papa Sisto V il 13 aprile 1587 con la costituzione apostolica Religiosa: l'attuale titolare è il cardinale Seán Baptist Brady.
Descrizione
Esterno
Facciata
La facciata, eretta tra il 1728 e il 1735 da Filippo Raguzzini, è suddivisa in due ordini da un alta cornice marcapiano: il superiore è aperto da una finestra centinata con timpano curvo, sormonatata da tre finestre architravate e balaustrate; l'inferiore, decorata con tre arcate cieche a tutto sesto sorrette da semplici lesene tuscaniche, presenta al centro il portale, attribuito a Baccio Pontelli, che ha una cornice marmorea sormontata da un'edicola a timpano centinato, contenente un'epigrafe con un'iscrizione commemorativa, il cui testo fu probabilmente composto dall'umanista e letterato agostiniano Aurelio Brandolini (1454 ca.-1497):
(LA) | (IT) | ||||
« | INSTAVRATA VIDET QVIRICVS CVM MATRE IVLITA QVE FVERANT LONGA DIRVTA TENPLA DIE. PRINCIPE SVB SIXTO DELVBRIS NVLLA VETVSTAS HIC REFICIT PONTES MENIA TEMPLA VIAS » | « | Quirico con la madre Giulitta vede restaurati i templi che per lungo tempo furono in rovina. Sotto il principe Sisto nei luoghi di culto non rimase nessuna vetustà: questi rifece ponti, porte, templi e strade. » |
Nella cornice marcapiano, inoltre, si legge l'iscrizione dedicatoria:
« | SS. MM. QUIRICO ET IULITTAE DICATUM. » |
Campanile
Il campanile, in laterizi, costruito all'inizio del XII secolo per volontà di papa Pasquale II, originariamente era posto sul prospetto frontale della chiesa, mentre oggi, a seguito dello spostamento della facciata, svetta dal lato sud-est dell'edificio, dove si trova l'abside attuale. Dalla base quadrata si articola in tre ordini scanditi da trifore, di cui i primi due su pilastri, l'ultimo su colonnine, ricavate da marmi di spoglio e capitelli a stampella. Cornici aggettanti con listelli, alternate a denti di sega e a modiglioncini marmorei, suddividono la regolare cortina laterizia. Nella cella campanaria si conserva una campana del 1721, opera dei fratelli Angelo e Felice Casini.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una navata unica, che termina in un'abside quadrangolare, ed è coperta con una volta a botte decorata al centro da un dipinto murale raffigurante:
- Gloria dei santi Quirico e Giulitta (1856), affresco di Pietro Gagliardi.
Presbiterio e abside
L'abside è interamente occupata dal presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea. Esso accoglie l'altare maggiore del XVII secolo in marmi policromi. Al centro di essa si trova la pala raffigurante:
- Martirio dei santi Quirico e Giulitta (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.[3]
Inoltre, la volta è decorata da un dipinto murale raffigurante:
- Agnello di Dio (1856), affresco di Pietro Gagliardi.
Altari laterali
Lungo la navata vi sono quattro altari laterali, due per lato:
- nel lato sinistro,
- al primo altare, dedicato a san Vincenzo Ferrer, si nota:
- pala con San Nicola di Bari e san Vincenzo Ferrer in adorazione di Gesù Bambino (metà del XVIII secolo), olio su tela di ambito romano:[4] l'opera da alcuni studiosi è attribuita ad Agostino Masucci e datata al 1741.
- al secondo altare, dedicato alla Madonna del Rosario, è collocata:
- Madonna avvocata detta anche Madonna del Rosario (XVI secolo), olio su tela di ambito romano:[5] l'opera è inserita al centro di una pala con San Domenico di Guzman e santa Caterina da Siena e Misteri del Rosario (prima metà del XVIII secolo), olio su tela di Michelangelo Catoni.
- al primo altare, dedicato a san Vincenzo Ferrer, si nota:
- nel lato destro,
- al primo altare, dedicato a san Giuseppe, si conserva:
- pala con Sacra Famiglia (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.
- al secondo altare, dedicato a san Domenico di Guzman, è posta:
- pala con Predica di san Domenico di Guzman (1855), olio su tela di Ercole Ruspi.
- al primo altare, dedicato a san Giuseppe, si conserva:
Chiesa altomedievale
Dal corridoio a destra dell'abside si scende al livello della chiesa altomedioevale, di cui sopravvivono due absidiole decorate con dipinti murali ad affresco. Rinvenute da Gustavo Giovannoni nel 1930 quattro metri più basso rispetto al piano di calpestio attuale e poste esternamente al muro longitudinale meridionale, esse presentano affreschi divisi in due fasce: quella inferiore consiste in una panneggio con al centro la raffigurazione dell'Agnello mistico sopra un altare (IX secolo); la zona superiore conserva invece soltanto tracce di figure (restano piedi e vesti di figure di santi e forse del donatore), di età tardomedioevale
Museo del Presepio
All'inizio di via della Madonna dei Monti, è posto l'originario ingresso al convento con un pregevole portale a timpano spezzato sovrastato da un'edicola, da cui si accede al Museo tipologico internazionale del Presepio "Angelo Stefanucci", dove è conservata un'interessante raccolta di presepi di varie epoche, provenienti da ogni parte del mondo, realizzati in cartapesta, terracotta, legno, ceramica, vetro, madreperla, pietra, carbone, panno, marzapane, oltre ad alcune statue napoletane del XVIII e XIX secolo.
Per approfondire, vedi la voce Museo tipologico internazionale del Presepio "Angelo Stefanucci" |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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