Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta (Roma)

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1leftarrow.png Voce principale: Chiese di Roma.
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Monti - ss Quirico e Giulitta 1010082.JPG
Roma, Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Via di Tor de' Conti 31/A
00184 Roma (RM)
Telefono +39 06 69797832
Fax +39 06 86909945
Posta elettronica santiquiricoegiulitta@gmail.com
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano)
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione rettoria
Dedicazione Santi Quirico e Giulitta
Vescovo
Sigla Ordine qualificante T.O.R.
Sigla Ordine reggente T.O.R.
Fondatore papa Vigilio
Data fondazione VI secolo, metà
Architetti

Baccio Pontelli (restauro del XV secolo)
Filippo Raguzzini (ristrutturazione del XVIII secolo e facciata)
Carlo Marchionni (intervento di rafforzamento della volta)

Stile architettonico barocco
Inizio della costruzione VI secolo, metà
Completamento 1735
Distruzione
Soppressione
Ripristino
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Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione VI secolo, metà
Consacrato da papa Vigilio
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo Santi Quirico e Giulitta (titolo cardinalizio)
Strutture preesistenti
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore {{{Nome scopritore}}}
Datazione scavi {{{Datazione scavi}}}
Scavi condotti da {{{Scavi condotti da}}}
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima {{{LunghezzaMassima}}}
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni SS. MM. QUIRICO ET IULITTAE DICATUM;
INSTAVRATA VIDET QVIRICVS CVM MATRE IVLITA QVE FVERANT LONGA DIRVTA TENPLA DIE. PRINCIPE SVB SIXTO DELVBRIS NVLLA VETVSTAS HIC REFICIT PONTES MENIA TEMPLA VIAS.
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
41°53′38″N 12°29′16″E / 41.893889, 12.487778 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta
Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Scheda UNESCO
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La Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Monti, alle spalle del Foro di Augusto e di fronte a quello di Nerva.

Storia

Dalle origini al Medioevo

La chiesa, dedicata ai santi Quirico e Giulitta, è l'unica superstite tra quelle che sorgevano nella zona detta "ai Pantani", a causa dell'impaludamento dell'area per l'ostruzione della Cloaca Maxima, ed è l'unica a essere sopravvissuta alle demolizioni degli anni Trenta del XX secolo per l'apertura di via dell'Impero, l'attuale via dei Fori Imperiali.

La chiesa è da considerare un vero "palinsesto": la sua origine è da fissare non più tardi del VI secolo, perché risulta edificata allo stesso livello altimetrico del vicino Tempio di Marte Ultore e del muraglione del Foro di Augusto.

In effetti, scavi archeologici e documenti epigrafici farebbero risalire la chiesa originaria all'epoca di papa Vigilio (535-555), che l'avrebbe fondata dedicandola ai Santi Stefano e Lorenzo, le cui immagini in mosaico sembra siano state viste da molti studiosi nell'abside della stessa prima che venisse modificato il suo orientamento. Inoltre, un'iscrizione datata 1584, oggi collocata sulla parete destra della tribuna, ricorda un'antica epigrafe che testimoniava la consacrazione dell'altare ai Santi Stefano e Lorenzo da parte di papa Vigilio, ma che poi andò perduta durante i restauri del 1605 - 1608. La dedica ai santi Quirico e Giulitta, rispettivamente figlio e madre, martirizzati nel 304 a Tarso in Cilicia, al tempo dell'imperatore Diocleziano, compare invece per la prima volta nell'Itinerario di Einsiedeln (fine dell'VIII secolo). A Roma due luoghi di culto sono dedicati ai due martiri: questa chiesa e una cappella nella Chiesa di Santa Maria Antiqua. Entrambi questi luoghi appartennero al quartiere bizantino, in cui molte chiese furono consacrate a santi orientali e greci. In origine, la facciata era rivolta verso la Suburra, come appare dalla pianta del Bufalini del 1555 ed era preceduta da un portico, sotto cui - in epoca medioevale - si svolgevano i contratti di affitto e vendita di immobili. Come l'attuale, la chiesa medioevale era a navata unica, ma la singolarità planimetrica dell'edificio risiederebbe nella presenza di una serie ritmica di absidiole ricavate nei fianchi.

Durante il pontificato di Pasquale II (1099-1118) fu costruito il campanile romanico (tuttora esistente e visibile solo lateralmente e a una certa distanza), che in origine si ergeva sul prospetto frontale dell'edificio prima del suo ribaltamento.

La chiesa è, inoltre, ricordata dai Mirabilia Urbis Romae, dal Liber Censuum del 1192 e dalla Graphia aurea urbis Romae (XIII secolo).

Nel 1475, durante il pontificato di Sisto IV (1471-1484), furono eseguiti importanti restauri affidati a Baccio Pontelli (1450 ca. - 1494 ca.) di cui resta memoria nel portale d'ingresso decorato con una corona di alloro che ricorda il martirio dei santi titolari.

Dal Cinquecento a oggi

In occasione del Giubileo del 1575, Gregorio XIII (1572-1585) soppresse la parrocchia di San Salvatore alle Milizie, affinché il vicario della Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta potesse godere di una provvisione sufficiente.

Nel 1584 un complessivo restauro venne realizzato per volontà del cardinale titolare Alessandro Ottaviano de' Medici (1535-1605): fu in questa occasione che venne invertito l'orientamento della chiesa, in adeguamento ai nuovi tracciati della via Alessandrina e della via Bonella aperte dopo la bonifica dei "pantani".

Nel 1606-1608, papa Paolo V (1605-1621) fece rialzare la chiesa di circa quattro metri per preservarla dall'umidità e dalle inondazioni del Tevere; inoltre, la munì di una nuova tribuna. Un ulteriore restauro si deve a Urbano VIII (1623-1644), che ne sistemò l'interno e la dotò di pregevoli dipinti.

Nel 1716 un violento incendio devastò la chiesa e distrusse l'archivio con tutta la documentazione relativa alla sua storia.

Nel 1722 Innocenzo XIII (1721-1724) la concesse ai Domenicani, che durante il pontificato di Benedetto XIII (1724-1730) ne intrapresero il rifacimento tra il 1728 e il 1735, su progetto di Filippo Raguzzini (1690-1771); l'edifico venne riconsacrato nel 1734.

Sulla destra della chiesa, tra il 1750 e il 1753, fu eretto il grande edificio del convento da Gabriele Valvassori (1683-1761), che si sviluppa su quattro piani con terrazza belvedere fiancheggiante la sopraelevazione sulla parte posteriore.[1]

Nel 1758 gravi lesioni, determinatesi nella volta, richiesero un intervento di rafforzamento che fu eseguito da Carlo Marchionni (1702-1786).

Con la soppressione napoleonica, il convento passò in mano a privati per poi essere trasformato nel 1962 in albergo (Hotel Forum).

Nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio del Regno d'Italia,[2] successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).

Nel 1921 la chiesa venne affidata al clero romano e, dal 1951, è officiata dal Terzo Ordine Regolare di San Francesco.

Nel 1954 il crollo del pavimento travolse parte delle strutture medievali esistenti nel sottosuolo e i conseguenti restauri, condotti tra il 1965 e il 1970, hanno riportato alla luce pareti decorate con dipinti murali ad affresco dell'XI secolo.

La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria ai Monti.

Titolo cardinalizio

La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santi Quirico e Giulitta, istituito da papa Sisto V il 13 aprile 1587 con la costituzione apostolica Religiosa: l'attuale titolare è il cardinale Seán Baptist Brady.

Descrizione

Esterno

Facciata

La facciata, eretta tra il 1728 e il 1735 da Filippo Raguzzini, è suddivisa in due ordini da un alta cornice marcapiano: il superiore è aperto da una finestra centinata con timpano curvo, sormonatata da tre finestre architravate e balaustrate; l'inferiore, decorata con tre arcate cieche a tutto sesto sorrette da semplici lesene tuscaniche, presenta al centro il portale, attribuito a Baccio Pontelli, che ha una cornice marmorea sormontata da un'edicola a timpano centinato, contenente un'epigrafe con un'iscrizione commemorativa, il cui testo fu probabilmente composto dall'umanista e letterato agostiniano Aurelio Brandolini (1454 ca.-1497):

(LA) (IT)
« INSTAVRATA VIDET QVIRICVS CVM MATRE IVLITA QVE FVERANT LONGA DIRVTA TENPLA DIE. PRINCIPE SVB SIXTO DELVBRIS NVLLA VETVSTAS HIC REFICIT PONTES MENIA TEMPLA VIAS » « Quirico con la madre Giulitta vede restaurati i templi che per lungo tempo furono in rovina. Sotto il principe Sisto nei luoghi di culto non rimase nessuna vetustà: questi rifece ponti, porte, templi e strade. »
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, campanile (inizio del XII secolo)

Nella cornice marcapiano, inoltre, si legge l'iscrizione dedicatoria:

« SS. MM. QUIRICO ET IULITTAE DICATUM. »

Campanile

Il campanile, in laterizi, costruito all'inizio del XII secolo per volontà di papa Pasquale II, originariamente era posto sul prospetto frontale della chiesa, mentre oggi, a seguito dello spostamento della facciata, svetta dal lato sud-est dell'edificio, dove si trova l'abside attuale. Dalla base quadrata si articola in tre ordini scanditi da trifore, di cui i primi due su pilastri, l'ultimo su colonnine, ricavate da marmi di spoglio e capitelli a stampella. Cornici aggettanti con listelli, alternate a denti di sega e a modiglioncini marmorei, suddividono la regolare cortina laterizia. Nella cella campanaria si conserva una campana del 1721, opera dei fratelli Angelo e Felice Casini.

Interno

La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una navata unica, che termina in un'abside quadrangolare, ed è coperta con una volta a botte decorata al centro da un dipinto murale raffigurante:

Presbiterio e abside

Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta (interno)

L'abside è interamente occupata dal presbiterio, delimitato da una balaustra marmorea. Esso accoglie l'altare maggiore del XVII secolo in marmi policromi. Al centro di essa si trova la pala raffigurante:

Inoltre, la volta è decorata da un dipinto murale raffigurante:

Altari laterali

Lungo la navata vi sono quattro altari laterali, due per lato:

Ambito romano, Madonna avvocata detta anche Madonna del Rosario (XVI secolo), olio su tela

Chiesa altomedievale

Dal corridoio a destra dell'abside si scende al livello della chiesa altomedioevale, di cui sopravvivono due absidiole decorate con dipinti murali ad affresco. Rinvenute da Gustavo Giovannoni nel 1930 quattro metri più basso rispetto al piano di calpestio attuale e poste esternamente al muro longitudinale meridionale, esse presentano affreschi divisi in due fasce: quella inferiore consiste in una panneggio con al centro la raffigurazione dell'Agnello mistico sopra un altare (IX secolo); la zona superiore conserva invece soltanto tracce di figure (restano piedi e vesti di figure di santi e forse del donatore), di età tardomedioevale

Museo del Presepio

All'inizio di via della Madonna dei Monti, è posto l'originario ingresso al convento con un pregevole portale a timpano spezzato sovrastato da un'edicola, da cui si accede al Museo tipologico internazionale del Presepio "Angelo Stefanucci", dove è conservata un'interessante raccolta di presepi di varie epoche, provenienti da ogni parte del mondo, realizzati in cartapesta, terracotta, legno, ceramica, vetro, madreperla, pietra, carbone, panno, marzapane, oltre ad alcune statue napoletane del XVIII e XIX secolo.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Museo tipologico internazionale del Presepio "Angelo Stefanucci"
Note
  1. Il dormitorio del convento, affinché non gravasse sopra la volta della chiesa, venne dotato di arconi ogivali di scarico (visibili nei locali superiori): erroneamente interpretati come testimonianza di un'antica sopraelevazione della navata secondo forme gotiche effettuata nel XIV secolo, essi in realtà rappresentano un'utilizzazione settecentesca di forme e tecniche gotiche per motivi funzionali.
  2. Legge 19 giugno 1873, n. 1402
  3. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 12.10.2020
  4. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 12.10.2020
  5. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 12.10.2020
Bibliografia
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 70
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, p. 322, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, p. 307, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 11 maggio 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.