Chiesa di Santa Maria Odigitria al Tritone (Roma)
Chiesa di Santa Maria Odigitria al Tritone | |
Roma, Chiesa di Santa Maria Odigitria al Tritone | |
Altre denominazioni | Chiesa di Santa Maria Odigitria dei Siciliani, Chiesa di Santa Maria d'Itria |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via del Tritone, 82 00187 Roma |
Telefono |
+39 06 4885872; +39 06 47822976 |
Fax | +39 06 4885872 |
Posta elettronica | chiesaodigitria@odigitria.org |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Maria Vergine |
Fondatore | Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani |
Data fondazione | 1594 |
Architetti |
Francesco Manno (ricostruzione del XIX secolo) Giuseppe Palazzi (facciata) |
Stile architettonico | Barocco, neoclassico |
Inizio della costruzione | 1594 |
Completamento | XIX secolo, fine |
Data di inaugurazione | 15 agosto 1596 |
Iscrizioni | IN HONOREM SANCTAE MARIAE ODIGITRIAE |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Santa Maria Odigitria al Tritone, detta anche Chiesa di Santa Maria Odigitria dei Siciliani o di Santa Maria d'Itria,[1] è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Colonna; è la chiesa regionale dei siciliani.
Dedicazione
L'appellativo di "Odigitria" (dal greco Oδηγήτρια, colei che conduce, mostrando la direzione, composto di ὁδός "via" e ἄγω, ἡγέομαι "condurre, guidare"), era attribuito ad un'antica icona di Maria Vergine, dipinta secondo la tradizione da san Luca, che Elia Eudocia (401 ca. - 460), moglie dell'imperatore Teodosio II, avrebbe ritrovato a Gerusalemme e traslato a Costantinopoli nel 450, divenendo ben presto uno dei maggiori oggetti di culto per i fedeli di quella città: questa immagine, col tempo, venne comunemente chiamata "degli odeghi", cioè "delle guide" o "dei condottieri", perché vi si recavano ad invocare la sua protezione i comandanti dell'esercito imperiale prima di affrontare i turchi. Da ciò derivò alla Vergine raffigurata nell'icona, l'appellativo di "Odigitria" che sta a significare "guida nel cammino"; il concetto è, infatti, iconograficamente espresso dalla Madonna che con la mano destra indica il Figlio, come "retta via".
La celebre icona, che veniva portata in solenni processioni, è andata perduta quando Costantinopoli cadde in mano agli ottomani nel 1453. Il culto di quest'immagine fu particolarmente popolare: a essa sono intitolate chiese e luoghi di culto, soprattutto in Grecia, nell'Italia meridionale, in Sicilia e in Sardegna.
Storia
Dalle origini al Seicento
Il Concilio di Trento (1545-1563) promosse l'istituzione di aggregazione laicali come le compagnie e le confraternite, ispirate a principi di carità e mutuo soccorso. Questi gruppi di fedeli si caratterizzavano per provenienza geografica oppure per appartenenza ad un particolare mestiere. In questo contesto, nel settembre 1593, un piccolo gruppo di cittadini siciliani presenti a Roma si riunì nella Confraternita di Santa Maria Odigitria, detta inizialmente d'Itria, che nel 1594 decise di realizzare un edificio che divenisse la sede del proprio sodalizio.
Il papa Clemente VIII (1592-1605) con il breve apostolico Pastoris aeterni del 5 febbraio 1594 - nella ricorrenza delle festività di sant'Agata - autorizzò la fraternita a costruire, su un terreno ricevuto in donazione dal presbitero siciliano Matteo Catalano, una chiesa con annesso un ospizio per i pellegrini e un collegio per accogliere i giovani siciliani venuti a Roma per studiare. L'edificio fu solennemente aperto al culto il 15 agosto 1596.
Dal Settecento ad oggi
Durante la presenza francese a Roma, tra il 1798 e il 1814, l'intero complesso fu devastato e spogliato delle sue suppellettili. Nel 1817 la confraternita fece ricostruire la chiesa su progetto dell'architetto Francesco Manno (1752-1831), grazie anche alla benevolenza di papa Pio VII (1800-1823).
Alla fine del XIX secolo Giuseppe Palazzi completò la semplice e sobria facciata.
Nel 1970 l'aula liturgica fu sottoposta ad un complessivo restauro.
La chiesa è, attualmente, luogo sussidiario di culto della parrocchia di Sant'Andrea delle Fratte.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria Odigitria dei Siciliani, istituito da papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 1998: l'attuale titolare è il cardinale Paolo Romeo.
Descrizione
Esterno
La semplice facciata, in travertino, è divisa in due ordini da una cornice marcapiano: il superiore, presenta una finestra semicircolare, sormontata dal timpano triangolare di coronamento; l'inferiore, è aperto da un portale architravato, sopra al quale è collocata l'iscrizione dedicatoria:
« | IN HONOREM SANCTAE MARIAE ODIGITRIAE » |
Completano l'ordine inferiore della facciata due ali laterali aperte da altrettante finestre ovali verticali.
Interno
L'interno a unica navata terminante con abside semicircolare presenta due cappelle per lato.
Di particolare interesse storico-artistico:
- all'altare maggiore, entro mostra, Madonna con Gesù Bambino detta anche Madonna Odigitria o Madonna d'Itria: l'opera, copia dell'originale, inserita in una pregevole cornice a raggiera in legno dorato, venne donata dal patriarca Atenagora di Costantinopoli (1886-1972) e consegnata alla confraternita il 13 dicembre 1974 dal suo successore Demetrio (1914–1991), come segno ecumenico.
- nelle quattro cappelle sono collocate altrettante pale eseguite nel 1988 da celebri pittori siciliani, raffiguranti:
- San Leone II, sant'Agatone e san Metodio di Giuseppe Migneco: l'opera presenta i tre papi di origine siciliana;
- Martirio di santa Lucia di Salvatore Fiume;
- Sant'Agata guarita da san Pietro di Sebastiano Milluzzo;
- Santa Rosalia di Mario Bardi.
Oratorio
Annesso alla chiesa è l'oratorio dell'Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei Siciliani con un dipinto raffigurante:
- sulla volta, Santa Rosalia (XVIII secolo), affresco di Gaetano Sottino.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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