Beata Colomba Gabriel
Beata Colomba Gabriel, O.S.B. Religiosa | |
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al secolo Joanna Matylda | |
Beata | |
Incarichi attuali | |
badessa | |
Età alla morte | 68 anni |
Nascita | Stanisławów 3 maggio 1858 |
Morte | Roma 24 settembre 1926 |
Vestizione | 1874 |
Professione religiosa | 6 agosto 1882 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 16 maggio 1993, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 24 settembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 24 settembre, n. 12:
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Beata Colomba Gabriel, al secolo Joanna Matylda (Stanisławów, 3 maggio 1858; † Roma, 24 settembre 1926) è stata una religiosa, badessa e fondatrice polacca delle Suore Benedettine della Carità.
Biografia
Infanzia e vocazione
Nacque il 3 maggio 1858 a Stanislawow, Polonia, allora sotto il governo austriaco, primogenita di due figli della nobile e ricca famiglia Gabriel. Fu battezzata lo stesso giorno con i nomi di Joanna Matylda, ma in casa la chiamarono Janina.
Il 30 agosto 1874, poco più che sedicenne, entrò nel noviziato del Monastero benedettino di Leopoli vestendo l'abito e prendendo il nome di suor Colomba. Iniziò cosi un itinerario spirituale che la portò a un'intima unione con il Signore. Il 6 agosto 1882 fece la professione perpetua.
Il monastero di Leopoli
Da subito si distinse per l'intensa preghiera, la saggezza, la prudenza, la discrezione, lo spirito di iniziativa e la capacità organizzativa. Per questo, la badessa, Madre Alessandra Hatal, il 31 gennaio 1889, la propose come priora. In breve divenne l'anima del monastero. Nel 1894 divenne maestra delle novizie. Dopo la morte di Madre Alessandra, il 24 gennaio 1897, la comunità la elesse nuova badessa.
Fu costretta ad abbandonare il suo monastero di Leopoli per evitare problemi alla sua comunità, aveva aiutato un giovane orfano che cresciuto si era scagliato contro di lei e il monastero con gravi accusa.
La rinuncia alla clausura
Il 21 aprile 1900 giunse a Roma dove fu accolta da Maria Franziska Siedliska, tra le sue suore della Sacra Famiglia di Nazareth.
Colomba contava, una volta calmate le acque, di poter tornare al suo monastero, ma il nuovo arcivescovo di Leopoli preferì indirizzarla a continuare la vita di consacrazione nel monastero benedettino di San Giovanni Battista di Subiaco e l'11 luglio 1902 entrò nel monastero di Subiaco, per un anno di prova, lì le difficoltà furono tali da farle decidere di rinunciare alla vita di clausura.
Di nuovo a Roma
Il 21 giugno 1903 ottenne l'indulto di esclaustrazione e tornò a Roma, ospite delle suore di San Carlo dietro la sagrestia di S. Pietro. Prese allora in affitto un appartamentino, riempiendo le sue giornate con attività di catechesi e di assistenza ai diseredati e ai malati del quartiere della parrocchia di Santa Maria del Rosario ai "Prati".
Saggiamente guidata da padre Beato Giacinto Cormier, futuro Maestro generale dei Domenicani, vide aprirsi una strada nuova. Il 12 ottobre 1906 padre Cormier la presentò al cardinale vicario di Roma, Pietro Respighi, per facilitare il suo impegno di unire a se delle sorelle per santificarsi alla sequela di Cristo, sulla scia di san Benedetto e per servire i bisognosi. Si rivolse per consiglio all'Abate Primate della Confederazione delle congregazioni Benedettine, padre Ildebrando De Hemptinne, che si occupò personalmente, informando il vicario di Roma e invitando suor Colomba ad accogliere le prime giovani come oblate secolari.
La prima casa-famiglia
Su suggerimento e con l'aiuto instancabile di padre Vincenzo Ceresi, missionario del Sacro Cuore, Colomba, il 1º maggio 1908, aprì a Roma la prima Casa-Famiglia per le giovani operaie povere, prive di ogni tutela morale e sindacale, ed esposte all'arbitrio e allo sfruttamento dei padroni, che il 14 maggio successivo ricevette l'approvazione del cardinale vicario. Il 1º ottobre trasferì la Casa-Famiglia in un appartamento di 16 stanze del palazzo Sinibaldi. Cercò e trovò anche le prime compagne, che accolsero l'invito di condividere la sua vita di povertà e di carità incondizionata. Nacque cosi, il 12 ottobre 1908, l'Istituto delle Suore Benedettine di Carità, una nuova famiglia religiosa innestata sul grande e secolare albero benedettino con una fisionomia sua propria, offrendo il servizio ai fratelli in vari campi di apostolato, secondo l'indirizzo e il desiderio della Madre Fondatrice: alle giovani di Casa-Famiglia, ai bambini e ai ragazzi delle scuole e degli istituti di assistenza, ai poveri del terzo mondo, agli anziani, alle parrocchie.
Il nuovo Istituto
Il 1º giugno 1910, le prime due giovani, Giuseppina Rosaz e Concetta Raglione, vestirono l'abito religioso. L'8 giugno dello stesso anno il cardinale vicario di Roma autorizzò la nascita del nuovo istituto, affinché si occupasse della Casa-Famiglia e fosse aperto a ogni urgenza della carità.
La morte
Suor Colomba fu coadiuvata dalla cofondatrice Placida Oldoini che le successe dopo la morte avvenuta il 24 settembre 1926 a Centocelle, sobborgo romano.
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