Cristoforo Bonavino

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Cristoforo Bonavino
Presbitero
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 74 anni
Nascita Pegli
27 febbraio 1821
Morte Genova
12 settembre 1895
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 1840
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Incarichi ricoperti
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Elezione
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Collegamenti esterni
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Cristoforo Bonavino (Pegli, 27 febbraio 1821; † Genova, 12 settembre 1895) è stato un presbitero, scrittore, teologo e filosofo italiano.

Biografia

Nacque a Pegli, in una casa che sorgeva sulla via Aurelia. Nel 1838 entrò in seminario. Nel 1840 a Bobbio entrò nella congregazione degli Oblati di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, fondata nel 1838 a Bobbio dal vescovo Antonio Maria Gianelli.

La fase razionalista

Il suddiacono venne accolto nella diocesi di Bobbio dal monsignor Gianelli, il quale lo riteneva persona dotata di ottime qualità.

Venne ordinato sacerdote nel 1840, in tre feste consecutive, dal vescovo stesso, che lo accolse nella recentemente fondata congregazione degli Oblati, nella sede del Santuario della Madonna dell'Aiuto. Monsignor Gianelli lo costituì poco dopo, sebbene giovanissimo, vice Superiore.

In tale posizione Bonavino indusse il vescovo ad irrigidire molto la regola, che egli aveva loro data. Egli usava con i colleghi, tutti più maturi di lui, un rigore che essi reputarono intollerabile, tanto che molti ne rimasero disgustati e parecchi se ne andarono.

Qualche suo compagno notò in lui spirito di superbia ed in una disputa teologica egli mostrò una dottrina diametralmente opposta a quella di Sant'Alfonso Maria de' Liguori, ed il vescovo Gianelli dovette intervenire richiamandolo e dicendogli:

« Se continuate in questa guisa, voi non potrete recare che gravi dispiaceri alla Chiesa e voglia Iddio che non diventiate apostata»

Egli dapprima rispose positivamente al richiamo, ma poi nuovamente ritornò sulle sue posizioni.

Aveva attinto dallo spirito giansenita tenacemente combattuto dal Gianelli e non ancora assopito sia leggendo opere pregiudicate sia discorrendo con qualche prete ancora seguace di questa corrente.

Il vescovo lo chiamò nuovamente a sé e gli chiese paternamente se era vero quanto gli veniva riferito, ed egli audacemente gli rispose di sì e disse che avrebbe persistito nel suo sentimento e che non vi era alcuna speranza che si potesse ricredere. Le sue parole furono:

« No, neppure se mi trovassi innanzi alla bocca di un cannone e mi si minacciasse di darmi fuoco! »

Allora il vescovo dovette cacciarlo dalla diocesi di Bobbio dubitando della buona riuscita del nuovo Istituto.

Subì l'influenza del positivismo francese e del criticismo tedesco. Poco dopo venne espulso dalla sua congregazione per le sue dottrine che si allontanavano dal probabilismo alfonsiano.

A Genova aprì una scuola. Partecipò nelle lotte contro i gesuiti, collaborando alla redazione de Il gesuita moderno, e con due pubblicazioni: I Gesuiti e Autentiche prove contro i Gesuiti (1846).

Visse in prima persona la rivoluzione del 1848, condividendo gli ideali risorgimentali, e stando in contatto, al punto di arrivare alle polemiche, con le figure più rappresentative di esso: Mazzini, Ferrari, Pisacane, Macchi, La Farina, Orsini, Crispi.

Nel 1849 Venne sospeso a divinis per la difesa degli "errori" del suo "Corso di religione alle Figlie di S. Bernardo", e lasciò il ministero sacerdotale.

Da questo anno (e fino al 1889) usò lo pseudonimo di Ausonio Franchi, cioè "italiano libero".

Su consiglio di Vincenzo Gioberti, verso il quale era orientato politicamente, si dedicò agli studi filosofici. In questo periodo scrisse:

  • La filosofia delle scuole italiane (1852)
  • Appendice alla filosofia delle scuole italiane (1853): in esso giustificò la propria apostasia
  • La religione del sec. XX° (1853)
  • Studi religiosi e filosofici: Del sentimento (1854)
  • Il razionalismo del popolo (1856)

Trasferitosi a Torino, divenne mazziniano. Nel 1854 fondò Ragione, un bimestrale di critica religiosa, politica e sociale.

Nel 1859 si trasferì a Milano dove diresse La gente latina. Nel 1856 ottenne la cattedra di storia della filosofia dell'Università di Pavia. Nel 1863 venne trasferito all'Accademia Scientifica di Milano.

In questo periodo scrisse:

  • Letture della storia della filosofia moderna (1863)
  • Lettere a N. Mameli su la teoria del giudizio (1871)
  • Saggi di critica e polemica (1871-1872)

Il ritorno al cattolicesimo

Iniziò poi un periodo in cui rimise in discussione la propria attività filosofica. Ciò lo portò a scrivere L'ultima critica (1889-1893). Nei tre volumi disse voler essere la «confutazione di tutti i paralogismi, che mi avevano condotto al razionalismo, ed esposizione degli argomenti che mi hanno ricondotto prima alla filosofia tomistica e poi alla fede cristiana». Visse l'esperienza della conversione filosofica nel 1879 e quindi religiosa nel 1889, iniziò facendo visita al Santuario di Virgo Potens in Sestri Ponente, dove è collocata una lapide in ricordo del prodigioso evento:

« TRA QUESTE SACRE MURA LA VERGINE POTENTE CON UN PRODIGIO DI MATERNA PIETA' IL FIERO NEMICO D'OGNI CRISTIANA RIVELAZIONE AUSONIO FRANCHI TRAMUTAVA NELL'ANTICO PIO SACERDOTE CRISTOFORO BONAVINO RIDONANDO ALLA VERA SCIENZA E ALLA CHIESA UNO TRA I PIU' PROFONDI PENSATORI DELLA NOSTRA ETA' DAL VORTICE DELLA RIVOLUZIONE MISERAMENTE TRAVOLTO PERCHÉ IL RICORDO DI SI' BEL TRIONFO DELLA POTENZA DI MARIA SI PERPETUASSE A CONFORTO E A SPERANZA DELEL FUTURE GENERAZIONI IL COMITATO LIGURE DEI CONGRESSI CATTOLICI a. M.P. MDCCCXCVI »

L'ultima critica venne da lui annunciato nel 1889 all'arcivescovo Salvatore Magnasco. Annunciò anche l'intenzione di ritirarsi nel santuario di Rho per confessarsi e riconciliarsi con la Chiesa. Il libro fu terminato nel convento carmelitano di Sant'Anna, a Genova, dove si trasferì nel 1892.

Infine nel 1893 tornò al ministero sacerdotale e riprese a celebrare la Messa.

Targhe commemorative

Sulla casa natale di Pegli era apposta questa lapide, trasferita dopo la demolizione nella piazzetta della Giuggiola (attuale Vico Condino), cuore del centro storico di Pegli:

Cristoforo Bonavino
nato in Pegli il 27 febbraio 1821
apostata col nome di Ausonio Franchi
seppe ritrovare le vie del vero
e dalla tenebra dell'errore
assurgere
all'eterno splendore del pensiero cristiano
nel centenario della sua nascita
i cittadini
q.m.p.
La lapide del Bonavino nel cimitero di Pegli

La lapide del cimitero di Pegli:

Cristoforo di Giovan Battista Bonavino sacerdote
filosofo tra i primi dell'età nostra
aveva col pseudonimo di Ausonio Franchi
professato il razionalismo più aperto
ma nell'opera dell'ultima critica
confutò gli errori suoi
riparando splendidamente
il dolore inflitto alla Chiesa di Gesù.
Ritiratosi in Genova
presso i Padri Carmelitani di S. Anna
morì santamente
a 75 anni il 12 settembre 1895
benedetto dal S. P. Leone XIII°
e in questa sua terra natale
deposto per cura della famiglia
che Dio ringrazia
d'averlo richiamato alla luce del vero.
Voci correlate
Collegamenti esterni