Enrico Rampini
Enrico Rampini Cardinale | |
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Età alla morte | circa 60 anni |
Nascita | Sant'Aloisio 1390 ca. |
Morte | Roma 4 luglio 1450 |
Sepoltura | Basilica di San Clemente al Laterano (Roma) |
Ordinazione presbiterale | 1463 da papa Pio II |
Nominato vescovo | 10 maggio 1413 dall'antipapa Giovanni XXIII |
Elevazione ad Arcivescovo | 27 agosto 1443 da papa Eugenio IV |
Creato Cardinale |
16 dicembre 1446 da Eugenio IV (vedi) |
Cardinale per | 3 anni, 6 mesi e 19 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Enrico Rampini (Sant'Aloisio, 1390 ca.; † Roma, 4 luglio 1450) è stato un arcivescovo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Secondogenito di Francesco Rampini, acque attorno al 1390 a Sant'Aloisio diocesi di Tortona. Gli altri fratelli erano Urbano, Pasino, Torello e Marziano.
Carriera ecclesiastica
Enrico iniziò la propria carriera ecclesiastica dedicandosi attivamente agli studi e venne definito giovane di grande dottrina e prudenza, non mancando di essere notato come valente giureconsulto. Nominato in seguito chierico a Tortona, il 10 maggio 1413 venne nominato vescovo della medesima sede dall'antipapa Giovanni XXIII[1][2], uno dei suoi primi atti nella nuova sede fu quello di indire un sinodo diocesano.
Fu trasferito alla sede di Pavia il 7 giugno 1435.
Arcivescovo di Milano (1443-1450)
Le Costituzioni: la riforma delle attività caritatevoli milanesi
Eletto arcivescovo di Milano il 27 agosto 1443, occupò la sede fino alla sua morte. Si prodigò largamente in favore dei poveri della città: durante una carestia si narra che vendette tutti i propri piatti d'oro e d'argento per ricavarne del denaro da distribuire ai poveri, fatto che gli fece guadagnare il soprannome di "Padre dei Poveri". Per cercare di migliorare il coordinamento delle opere caritative dei laici, il Rampini emanò delle Costituzioni (4 marzo 1448)[3] per i luoghi di cura milanesi, al fine di coordinarne le iniziative. Papa Niccolò V provvide che la gestione fosse affidata pro tempore ad un collegio composto dall'arcivescovo stesso e da un gruppo di nobili. È importante segnalare che la riforma operata dal Rampini gettò le basi per la futura costituzione dell'Ospedale maggiore di Milano[4].
Rampini e gli ordini monastici
Negli anni in cui fu arcivescovo, Rampini dovette occuparsi ripetutamente dei monasteri femminili. Gestì infatti una lunga vertenza relativa alla difficile convivenza, nel monastero femminile di santa Maria di Vedano, tra le umiliate e un gruppo di clarisse, ivi installatosi nel 1428. Nel 1444, l'arcivescovo Rampini cercò di rinvigorire la comunità delle benedettine del monastero maggiore di Milano, facendovi chiamare delle suore dello stesso ordine dal monastero di Cantalupo (Saronno), perché potessero riportare l'ordine nelle consorelle milanesi.
Cardinalato
Creato cardinale presbitero nel concistoro del 16 dicembre 1446 con il titolo di San Clemente. Il Rampini partecipò al conclave del 1447 che elesse papa Niccolò V. Nominato legato in Lombardia, lasciò Roma per Milano il 12 settembre 1447, ritornandovi il 12 febbraio 1448 e nuovamente il 4 aprile 1449. Il 5 giugno 1448 diede le proprie dimissioni da abate commendatario del monastero cistercense di Santa Maria di Monte Oliveto d'Acquafrigida[5], ad Acquafredda, frazione di Lenno, nel territorio della diocesi di Como. Nel 1448 pubblicò le costituzioni degli ospedali e degli ospizi di Milano.
Gli ultimi anni di vita furono però estremamente tormentati, sia per il clima politico, sia per quello più legato alla dimensione umana: la morte di Filippo Maria nel 1447 aprì una violenta lotta alla successione che porterà, dopo 3 anni di repubblica (la Repubblica Ambrosiana) vide la vittoria del genero del Visconti, Francesco Sforza. Le guerre però portarono la miseria: il 1449 fu un anno di carestia, e il Rampini mandò a Milano forti somme di danaro e ordinò che molta suppellettile dell'arcivescovado fosse venduta per sopperire ai bisogni dei poveri[6], di cui era stato titolare sino alla morte.
Morte
Morto il 4 luglio 1450 a Roma, dove si trovava a causa dell'anno giubilare. Sepolto nella chiesa di San Clemente, Roma.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Tortona | Successore: | |
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Pietro de Giorgi[7] | 10 maggio 1413 - 7 giugno 1435 | Gerardo Landriani Capitani (vescovo eletto) |
Predecessore: | Vescovo di Pavia | Successore: | |
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Francesco Piccolpasso[8] | 7 giugno 1435 - 27 agosto 1443 | Bernardo Landriano (vescovo eletto) |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Milano | Successore: | |
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Francesco Piccolpasso | 27 agosto 1443 - 4 luglio 1450 | Giovanni III Visconti[9] |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Clemente | Successore: | |
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Francesco Condulmer | 16 dicembre 1446 - 4 luglio 1450 | Giovanni Castiglione |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Tortona
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