Juan de Zúñiga y Flores
Juan de Zúñiga y Flores Vescovo | |
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Età alla morte | circa 57 anni |
Nascita | Madrigal de las Altas Torres 1545 ca. |
Morte | Madrid 20 dicembre 1602 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 23 gennaio 1600 da papa Clemente VIII |
Incarichi ricoperti |
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Juan de Zúñiga y Flores (Madrigal de las Altas Torres, 1545 ca.; † Madrid, 20 dicembre 1602) è stato un vescovo spagnolo.
Cenni biografici
Nacque a Madrigal de las Altas Torres, figlio illegittimo di Diego de Zúñiga, nativo di Salamanca, e di Inés de Flores, originaria di Madrigal, di cui non si hanno notizie. Fu educato a Salamanca, ricoprì vari incarichi ecclesiastici e giudiziari. Fu prima canonico nella cattedrale di Toledo. Entrato nel Consiglio della Suprema Inquisizione, diventando inquisitore di Valencia intorno al 1579 e di Toledo dal 1584 al 1586.
L'illegittimità non fu un ostacolo alla sua carica di consigliere dell'Inquisizione e nonostante le reticenze della Santa Sede, re Filippo II di Spagna concesse a Zúñiga questa nomina il 10 novembre 1586. Per ordine di Filippo II, visitò l'università di Salamanca nel 1593 dove introdusse nuovi statuti.
Non si sa come Filippo III riuscì a convincere il papa ad accettare la nomina di Zúñiga a vescovo di Cartagena, ma lo fece, e nel 1600 Zúñiga lasciò la Corte per prendere possesso della sua diocesi.
Fu nominato vescovo di Cartagena il 23 gennaio di quell'anno. Divenne membro del Consiglio del Re e del capitolo della cattedrale di Toledo, oltre a divenire commissario del Consejo y Comisaría de Cruzada e ad avere una posizione nel tribunale dell'Inquisizione.
Come membro del consiglio, presentò al re un memoriale che aveva redatto e precedentemente concordato con il marchese di Denia, che informava delle nomine basate sul nepotismo di Pedro Portocarrero nel Sant'Uffizio, ignorando le direttive del defunto Filippo II. Sulle nomine, ritenne conveniente che l'inquisitore generale le consultasse con il re e poi comunicasse al consiglio quelle che sembravano più convenienti, mettendo così sotto controllo l'azione della massima autorità inquisitoriale.
Nel 1602 fu eletto inquisitore generale con bolla di Clemente VIII del 29 luglio, succedendo a Fernando Niño de Guevara. Il suo mandato fu molto breve, morì a Madrid pochi mesi dopo, il 20 dicembre successivo.
Secondo Llorente, in questo periodo nei sedici tribunali dell'inquisizione si tennero 16 processi, con 688 sentenze di cui sei furono capitali, quattro portarono i condannati al rogo mentre due furono emanate in contumacia[1].
Successione degli incarichi
Predecessore: | Commissario generale della Crociata | Successore: | |
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Francisco Dávila y Guzmán | 1596 - 1600 | Felipe de Tassis y Acuña |
Predecessore: | Vescovo di Cartagena | Successore: | |
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Sancho Dávila y Toledo (Ch) | 23 gennaio 1600 - 20 dicembre 1602 | Alfonso Coloma Sa (Ch) |
Predecessore: | Inquisitore generale di Spagna | Successore: | |
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Fernando Niño de Guevara | 26 luglio 1602 – 20 dicembre 1602 | Juan Bautista de Acevedo |
Note | |
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Bibliografia | |
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