Matteo Rosso Orsini

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Matteo Rosso Orsino
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte circa 75 anni
Nascita Roma
1230 ca.
Morte Roma
4 settembre 1305
Sepoltura Cappella di San Pastore, della famiglia Orsini, nella Basilica di San Pietro (Roma)
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Creazione
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22 maggio 1262 da Urbano IV (vedi)
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Cardinale per 43 anni, 3 mesi e 13 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Altre ricorrenze
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Matteo Rosso Orsino (Roma, 1230 ca.; † Roma, 4 settembre 1305) è stato un cardinale italiano.

Cenni biografici

Nacque a Roma intorno al 1230, secondogenito di Gentile e Costanza nata de Cardinale. I fratelli erano Bertoldo, Romano, Orso, Angela, Perna e Giovanna.

Studiò teologia all'Università di Parigi e giurisprudenza a Bologna.

Fu creato cardinale diacono con il titolo di Santa Maria in Portico Octaviae da papa Urbano IV nel concistoro del 22 maggio 1262.

Nel 1264 fu nominato legato pontificio delle province del Patrimonio di San Pietro e delle Marche. Qui tenne testa militarmente alle milizie di Pietro di Vico alleato di Manfredi.

Partecipò al conclave del 1264-1265 che elesse papa Clemente IV. Alla morte di questi partecipò al drammatico conclave 1268 - 1271 tenutosi a Viterbo che elesse un prelato estraneo al Sacro Collegio, Tebaldo Visconti, che, tornato in Italia dalla Terrasanta, fu consacrato a Roma il 27 marzo 1272 col nome di Gregorio X.

Il nuovo pontefice attuò una politica di contenimento dell'ingerenza angioina in Italia, anche ristabilendo l'autorità imperiale nella penisola. Fu pure promotore di una riunificazione con la Chiesa greca e indisse il secondo concilio ecumenico di Lione, al quale partecipo pure Matteo Orsini.

Alla morte di Gregorio X, nell'arco di due anni, sul trono di Pietro si succedettero tre pontefici, alla cui elezione partecipò anche Matteo Orsini: nel conclave del gennaio 1276 fu eletto il cardinale francese Pietro di Tarantasia, che assunse il nome di Innocenzo V, che morì nel giugno dello stesso anno; l'11 luglio fu eletto il genovese Ottobuono Fieschi, Adriano V, che morì il mese successivo; il 18 settembre fu eletto il portoghese Pietro Giuliani, papa col nome di Giovanni XXI, che morì il 20 maggio 1277 a Viterbo. Dal conclave, riunitosi nella città, dopo sei mesi di trattative e di accesi contrasti, il 25 novembre 1277 riuscì finalmente eletto il cardinale Giovanni Gaetano Orsini, che prese il nome di Niccolò III.

In quell'anno Matteo Orsini fu nominato dallo zio pontefice arciprete della Basilica Vaticana, carica che mantenne fino alla morte e rettore dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia, nonché protettore dell'ordine francescano. Quando nel 1280 il pontefice morì, Matteo Rosso, che ne era stato il maggiore collaboratore, era all'apice del prestigio e della carriera, ma anche oggetto di fiere inimicizie tanto all'interno quanto all'esterno del Sacro Collegio.

Il successivo conclave si tenne a Viterbo, dove si fronteggiarono la fazione italiana, capeggiata da Matteo Rosso e quella filofrancese, in una situazione di stallo che rese inutile qualsiasi trattativa, mentre violenti disordini, fomentati da Carlo d'Angiò e da Riccardo degli Annibaldi, nemico degli Orsini, scoppiavano sia a Roma che a Viterbo. Il 2 febbraio 1281 i viterbesi in armi assaltarono il palazzo vescovile dove era riunito il conclave e fecero prigionieri i cardinali Orsini. Matteo Rosso, che rifiutò di scendere a patti con gli avversari, rimase prigioniero in isolamento per 20 giorni e fu liberato soltanto il 22 febbraio, giorno dell'elezione di Simon de Brion, che prese il nome di Martino IV.

Durante il pontificato di Martino IV, come anche durante quello dei suoi successori Onorio IV e Niccolò IV, scarse sono le notizie sull'attività di Matteo Rosso, se si escludono il perdono accordato a Riccardo Annibaldi, l'intercessione prestata per la revoca della scomunica comminatagli e la conseguente riconciliazione, avvenuta nel 1284, tra le due famiglie rivali. A queste si aggiunge la legazione in Umbria insieme al cardinale Benedetto Caetani, nel 1288, durante la guerra tra Foligno e Perugia.

Alla morte di Niccolò IV si aprì un'altra lunga sede vacante. Per quasi tre anni i cardinali, riuniti in conclave a Perugia e divisi tra le fazioni degli Orsini e dei Colonna, non riuscirono a trovare un'intesa, finché su proposta di Latino Malabranca Orsini si giunse all'elezione dell'eremita Pietro del Morrone, che assunse il nome di Celestino V. Matteo Rosso fu tra gli ultimi a dare il proprio voto, aderendo all'elezione con la forma canonica dell'accessione, ma spettò poi a lui, come cardinale protodiacono, il 29 agosto 1294, il compito di incoronare all'Aquila il nuovo pontefice.

Celestino V abdicò il 13 dicembre di quell'anno e dieci giorni dopo si riunì il conclave a Napoli che elesse pontefice Benedetto Caetani, che assunse il nome di Bonifacio VIII. Matteo Rosso fu tra i collaboratori più fedeli e ascoltati di Bonifacio VIII, del quale condivideva l'energica attività di governo, la competenza giuridica e la difesa della sovranità pontificia. Nel 1303, dopo l'attentato di Anagni, corse in armi in aiuto del papa scortandolo fino a Roma. In città, dopo una sosta in Laterano, il pontefice preferì stabilirsi in Vaticano, ove per la vicinanza delle fortificazioni degli Orsini si sentiva più sicuro. L'11 ottobre il papa morì e Matteo Rosso si trovò a difendere contemporaneamente l'onore della Chiesa e del pontefice oltraggiato.

Nel conclave tenutosi dieci giorni più tardi riuscì a fare eleggere il cardinale Niccolò Boccassini, che assunse il nome di Benedetto XI. Matteo Rosso fu prodigo al nuovo pontefice di consigli politici circa l'atteggiamento da tenere nei confronti di Filippo il Bello e dei Colonna, colpevoli dell'affronto alla Chiesa. Ma il papa morì a Perugia nel luglio 1304 e per Matteo Rosso si aprì l'ultimo conclave. Nel conclave di Perugia del 1304 - 05, che si concluse con l'elezione di Clemente V, il suo partito fu sconfitto, anche per l'astuzia messa in atto dal cugino cardinale Napoleone Orsini, del partito colonnese e filofrancese. Ultimo atto della sua lunga carriera di strenuo difensore del primato assoluto della Chiesa fu il rifiuto di sottoscrivere l'atto di nomina del pontefice francese.

Morte

Morì a Roma il 4 settembre 1305 e fu sepolto nella Cappella di San Pastore, della famiglia Orsini, nella Basilica di San Pietro (Roma).

Successione degli incarichi

Predecessore: Cardinale diacono di Santa Maria in Portico Octaviae Successore: CardinalCoA PioM.svg
Guala Bicchieri, C.R.S.A.
1205 - 1211
1262 - 1305 Arnaud de Pellegrue I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Guala Bicchieri, C.R.S.A.
1205 - 1211
{{{data}}} Arnaud de Pellegrue
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere Successore: CardinalCoA PioM.svg
vacante dal 1254 in commendam 1262 - 1305 vacante fino al 1331 I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
vacante dal 1254 {{{data}}} vacante fino al 1331
Predecessore: Arciprete della Basilica Vaticana Successore: Petersdom von Engelsburg gesehen.jpg
Giovanni Gaetano Orsini
1276 - 1277
1277 - 1305 Napoleone Orsini
1306 - 1342
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giovanni Gaetano Orsini
1276 - 1277
{{{data}}} Napoleone Orsini
1306 - 1342
Predecessore: Cardinale protodiacono Successore: CardinalCoA PioM.svg
Goffredo da Alatri
1285 - 1287
1287 - 1305 Giacomo Colonna
1305 - 1307
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Goffredo da Alatri
1285 - 1287
{{{data}}} Giacomo Colonna
1305 - 1307
Bibliografia
  • Paola Pavan, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 79, 2013, online