Niccolò Pandolfini




Niccolò Pandolfini Cardinale | |
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Età alla morte | 78 anni |
Nascita | Firenze 19 maggio 1440 |
Morte | Pistoia 17 settembre 1518 |
Sepoltura | Tomba di famiglia nell'Abbazia di Santa Maria (Firenze)[1] |
Ordinazione presbiterale | non si hanno informazioni |
Nominato vescovo | 23 dicembre 1474 da papa Sisto IV |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
1º luglio 1517 da Leone X (vedi) |
Cardinale per | 1 anno, 2 mesi e 16 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Niccolò Pandolfini (Firenze, 19 maggio 1440; † Pistoia, 17 settembre 1518) è stato un vescovo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Firenze il 19 maggio 1440, primogenito dei cinque figli di Giannozzo e Giovanna di Bartolomeo Valori.
Formazione e attività prelatizia
Frequentò l'università di Bologna, dedicandosi allo studio del diritto e intraprese la carriera ecclesiastica.
Nel 1461 divenne canonico del capitolo metropolitano di Firenze e della cattedrale di Prato. Nel 1462 venne chiamato a Roma da Pio II, che gli conferì il titolo di chierico della Camera apostolica, carica ricoperta sino al 1474, nel 1468 fu nominato scriptor apostolico.
Sotto Sisto IV Della Rovere, la posizione di Pandolfini in Curia conobbe una significativa evoluzione.
Episcopato
Nel 1474 il pontefice lo elesse vescovo di Pistoia, trattenendolo però a Roma in qualità di precettore, nella pietà e nelle lettere, del nipote Giuliano. La sua cultura e la sua versatilità nelle lettere e nelle scienze erano del resto ben note ai contemporanei.
Nel 1487, terminati gli incarichi curiali, ebbe la possibilità di fare il suo ingresso nella diocesi di Pistoia. Al suo governo pastorale si devono l'erezione del seminario cittadino, l'introduzione di numerosi ordini religiosi, la costruzione del monastero femminile di san Niccolò e la cura per l'arredo e la decorazione di numerose chiese.
Anche durante l'esercizio pieno del suo ministero episcopale, Pandolfini si trovò coinvolto nelle principali questioni di curia. Nel marzo del 1495 venne implicato nella delicata questione delle relazioni fra la Repubblica fiorentina e la corte pontificia di Alessandro VI, rese sempre più tese dall'opera del Savonarola.
L'ascesa al soglio petrino del suo antico allievo Giuliano Della Rovere, papa Giulio II, nel 1503, lo riportò a Roma, in qualità di segretario e auditore pontificio. Venne inoltre associato alla famiglia pontificia e gli venne concessa licenza di utilizzare le insegne e il cognome dei Della Rovere.
La sua opposizione alla politica espansionistica e militare di Giulio II lo mise ripetutamente in contrasto con il pontefice ma contribuì ad accrescerne la fama di uomo equilibrato. Certamente anche per questi motivi Leone X lo investì nuovamente della carica di governatore di Forlì nel 1513, per poi nominarlo, nel 1515, legato ''a latere'' presso Giuliano de' Medici[2] a Firenze.
Cardinalato
Lo stesso Leone X lo creò cardinale nel concistoro del 1º luglio 1517 col titolo di San Cesareo.
Morte
Morì a Pistoia il 17 settembre 1518 e le sue spoglie vennero trasportate a Firenze, per essere tumulate nella tomba di famiglia nella badia fiorentina.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Pistoia | Successore: | ![]() |
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Donato de' Medici[3] | 23 dicembre 1474 - 17 settembre 1518 | Lorenzo Pucci |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Cesareo in Palatio | Successore: | ![]() |
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- | 6 luglio 1517 - 17 settembre 1518 | Louis de Gorrevod de Challand |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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