Papa Alessandro VI




Alessandro VI, al secolo Roderic de Borja i Borja (Xàtiva Regno d'Aragona, 1º gennaio 1431; † Roma, 18 agosto 1503) è stato il 214º vescovo di Roma e papa spagnolo dall'11 agosto 1492 alla morte. Proveniva da una nobile famiglia che aveva avuto già un pontefice, papa Callisto III.
Biografia
Le origini e la carriera ecclesiastica
Fu chierico a Valenza e, fin da giovanissimo, ricevette benefici ecclesiastici da alcune diocesi della Spagna. Studiò diritto a Bologna dal 1453 al 1456. Dal 1455 fu anche notaio apostolico e nel 1456 venne creato cardinale con il titolo di cardinale diacono di San Nicola in Carcere.
Da quel momento si riempì di benefici ecclesiastici, tanto da venir giudicato da Iacopo Gherardi da Volterra come il più ricco cardinale, dopo Guillaume d'Estouteville.[1] Fu nominato vescovo di Brescia (1454-1464). Il Papa Callisto III, suo zio, lo nominò vice cancelliere della Chiesa e lo inviò come Legato nella Marca d'Ancona nel 1456. L'anno dopo venne nominato capo e generale dell'esercito pontificio in Italia.
Partecipò al conclave che elesse Enea Silvio Piccolomini. Questi, sebbene gli avesse concesso nuovi benefici, ne criticò la leggerezza e la vita lussosa. In compenso Rodrigo fece allestire una nave per combattere i turchi, secondo il desiderio del Papa.
Papa Sisto IV lo inviò in Spagna (1472) per convincere i re a partecipare alla Crociata. Non riuscì nell'impresa, tuttavia realizzò altri compiti come il regolamento del matrimonio tra Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia. Presiedette anche a un concilio a Segovia e tornò a Roma nel 1473.
Nel 1477 si trasferì a Napoli, con il nuovo incarico di Legato per incoronare Giovanna regina di Napoli.
Cercò di farsi eleggere nel conclave del 1484, ma dopo infruttuosi tentativi appoggiò la candidatura del cardinale Giovanni Battista Cybo, che alla fine diventò Papa.
Il conclave
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Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1492 |
Alla morte di Innocenzo VIII, il 6 agosto 1492 fu indetto il conclave per l'elezione del successore. Benché il collegio cardinalizio fosse diviso, nel quarto scrutinio, tenutosi nella notte tra il 10 e l'11 agosto, venne eletto all'unanimità il cardinale Rodrigo Borgia, incoronato il 26 agosto 1492 con il nome di Alessandro VI.
Il pontificato
Politica ecclesiastica
Anche se attuò diversi tentativi di riforma, non si può considerare un precursore della Riforma cattolica. Nonostante la sua simonia, il nepotismo e la condotta morale scandalosa, non contraddisse mai l'ortodossia dottrinale.[2] Difese la Chiesa contro gli eretici, rinnovando la bolla In coena Domini e la censura di libri.
Promosse anche la vita religiosa, soprattutto degli ordini Agostiniani, Minimi e Francescani. Cercò di promuovere l'evangelizzazione degli indios, lasciando in mano ai re di Spagna (le Bolle Alessandrine) il patronato indiano e arbitrando nel litigio con la corona portoghese.
Nel 1497 Alessandro VI creò una commissione cardinalizia, che doveva annotare le iniziative per riformare la Chiesa cominciando dalla curia. Sei cardinali presero parte alla commissione e consegnarono al Papa una bolla per attivare quella riforma, ma il testo non fu mai firmato dal pontefice.
Il Giubileo del 1500, indetto da Papa Alessandro, fu un successo nonostante le critiche, soprattutto di origine protestante, per l'abuso delle indulgenze.
Aiutò anche diverse iniziative per migliorare l'educazione e la preparazione del clero, favorendo specialmente gli umanisti.
Come mecenate fece costruire palazzi e commendò opere artistiche, come la decorazione delle stanze papali, opera realizzata dal Pinturicchio. Isolò Castel Sant'Angelo, trasformandolo così in un vero e proprio castello.
Durante nove concistori creò 43 nuovi cardinali.
Politica temporale
Manifestò, sin dall'inizio, un favore speciale per la politica aragonese, con il fine di evitare che gli Anjou prendessero la corona di Napoli. Ma la situazione politica europea lo trascinò in diverse scelte che si possono considerare contraddittorie: prima sostenne la corona francese, ma in seguito ritornò a sostenere quella napoletana e riprese l'amicizia con gli Orsini di Firenze.
Dopo la scomparsa del re Ferdinando I di Napoli, la corona francese vide l'opportunità di riprendersi Napoli. Ma non riuscendo a trovare il consenso del Papa o della città di Firenze, cominciò a preparare l'invasione degli Stati Pontifici. Il Papa si affrettò a chiedere a Carlo VIII di preparare la difesa contro i turchi o una crociata, invece di invadere o fare la guerra agli stati cristiani. Alla fine Alessandro VI incoronò Alfonso II e chiese protezione per l'Italia.
Nel 1494 Carlo VIII entrò in Italia e ben presto arrivò a Roma: Alessandro dovette accettare le sue difficili pretese ma non lo proclamò re. Da quel momento gli altri Stati e le grandi città d'Italia si resero conto del pericolo, nel permettere al re francese di impadronirsi del regno di Napoli. Perciò assecondarono la richiesta del Papa e si unirono vincendo l'esercito francese, obbligandolo a ritirarsi dopo la sconfitta di Fornovo. Gli scontri continuarono contro la città di Firenze, che aveva appoggiato e seguitato ad aiutare il monarca francese.
Proprio in quel periodo Girolamo Savonarola sostenne l'invasione di Carlo VIII, chiamato da lui un «nuovo Ciro». Il Papa tentò di ricondurlo all'obbedienza, cercando di riunire in una sola congregazione alcuni conventi domenicani del posto, ma non fu obbedito. Allora Alessandro VI lo scomunicò (1497), ma egli continuò a predicare e a celebrare i Sacramenti. Il Papa ne chiese allora l'arresto e ordinò che tutta la città di Firenze fosse colpita da interdetto. Una volta incarcerato, Savonarola fu processato e quindi condannato a morte l'anno seguente.
Da quel periodo cominciò pure la separazione del Papa dalla famiglia Sforza, cui era molto vicino e il riavvicinamento alla Francia. Il figlio secondo genito Cesare Borgia, creato cardinale da padre nel 1493, lasciò il cardinalato con il consenso del collegio cardinalizio nel 1498 e si trasferì in Francia, per portare la dispensa che il re Luigi XII gli aveva chiesto per poter sposare Anna di Bretagna: la condizione del matrimonio era il giudizio di nullità del suo precedente legame con Giovanna di Valois, emesso da un tribunale competente. Come compenso per i servizi, Cesare rimase in Francia e accompagnò il re nelle sue conquiste in Italia, mentre il Papa Alessandro appoggiò la politica proposta dal figlio, acconsentendo alla formazione di uno stato dei Borgia all'interno di quello della Chiesa. Pertanto le conquiste di Cesare continuarono e Alessandro VI lo proclamò duca della Romagna, mentre il re di Francia si impossessò della città di Milano.
Alessandro divise nel 1500 il regno di Napoli tra quello francese e quello spagnolo. Chiese alla famiglia Colonna di collaborare a questa causa cedendo i loro castelli e, dinanzi al loro rifiuto, non solo prese i loro beni ma addirittura li scomunicò. In seguito fu il turno degli Orsini, le cui terre furono tolte e concesse al figlio Cesare. Ma da quel momento Cesare iniziò ad avere problemi con il re di Francia, al che Alessandro tentò la via dell'aiuto spagnolo. Così nel 1503 creò nove nuovi cardinali, dei quali cinque erano spagnoli.
Concistori per la creazione di nuovi cardinali
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Per approfondire, vedi la voce Concistori di Alessandro VI |
Papa Borgia durante i concistori ha nominato numerosissimi cardinali, tra cui molti parenti o persone legate al clan dei Borgia. Tale pratica è detta nepotismo e Alessandro VI è stato il pontefice che più ha applicato questa usanza. Alessandro VI procedette alla nomina di quarantatré nuovi cardinali, nel corso di dieci concistori.[3]
La morte del Papa
Si spense improvvisamente il 18 agosto 1503. Fu esposto per un breve periodo nella Basilica di San Pietro e quindi sepolto nella Chiesa di Santa Maria della Febbre. Nel 1610 il corpo fu portato a Santa Maria di Monserrato in Spagna e dal 1889 ha una sua propria tomba.
Il profilo morale
Già al suo tempo venne considerato una persona amante del lusso e dalla vita scandalosa. Ebbe infatti diversi figli, come Pedro Luis, duca di Gandía, Jerónima e Isabel, da donne di cui non si conosce il nome; da Vannozza dei Cattanei: Juan, César, Lucrezia, Jofré. Ebbe come amante Giulia Farnese, moglie di Orsino Orsini[4] La relazione con Giulia durò anche dopo esser stato eletto Papa. Sono note anche diverse promesse simoniache ad alcuni cardinali per venir eletto Papa. Una volta sul soglio pontificio, concesse diversi privilegi a coloro che lo appoggiarono e ai suoi figli.
Onorificenze
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Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di San Nicola in Carcere | Successore: | ![]() |
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Landolfo Maramaldo Vacante dal 1415 |
1456-1471 | Giovanni Battista Savelli |
Predecessore: | Vice cancelliere di Santa Romana Chiesa | Successore: | ![]() |
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vacante (1453-1457) | 1457 - 1492 | Ascanio Maria Sforza Visconti |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Via Lata in commendam |
Successore: | ![]() |
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Domenico Capranica | 1458-1492 | Juan de Borja Llançol de Romaní |
Predecessore: | Vescovo di Valencia | Successore: | ![]() |
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Alfonso de Borja y Cabanilles | 1458-1492 | Titolo elevato ad Arcidiocesi |
Predecessore: | Cardinale Protodiacono | Successore: | ![]() |
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? | 1463-1471 | Raffaele Sansone Riario |
Predecessore: | Vescovo di Urgell e Coprincipe di Andorra |
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Giovanni de Cardona i de Gandia | 1466-1472 | Pietro de Cardona |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | ![]() |
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Ludovico Scarampi-Mezzarota Trevisano | 1471-1476 | Oliviero Carafa |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto-Santa Rufina | Successore: | ![]() |
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Richard Olivier de Longueil | 1476-1492 | Giovanni Michiel |
Predecessore: | Decano del Sacro Collegio | Successore: | ![]() |
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Guillaume d'Estouteville 1472-1483 |
1483 - 1492 | Oliviero Carafa 1492-1511 |
Predecessore: | Vescovo di Mallorca | Successore: | ![]() |
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Diego de Avellaneda | 1489-1492 | Giovanni Battista Savelli |
Predecessore: | Arcivescovo di Valencia | Successore: | ![]() |
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Titolo elevato da Diocesi | 1492 | César de Borja |
Predecessore: | Papa | Successore: | ![]() |
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Papa Innocenzo VIII | 11 agosto 1492 - 18 agosto 1503 | Papa Pio III |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Cardinali creati in segreto
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- Cancellieri di Santa Romana Chiesa
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