Pange Lingua (Eucaristia)

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Nota di disambigua - Se stai cercando il quasi omonimo inno sulla passione di Gesù, vedi Pange Lingua (passione).
Leonardo da Vinci, Ultima Cena (1494 - 1498), tempera e olio su muro; Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie
Il testo e la traduzione italiana

(LA) (IT)
« Pange, lingua, gloriósi
Córporis mystérium,
Sanguinisque pretiosi,
Quem in mundi pretium
Fructus ventris generosi
Rex effudit gentium.

Nobis datus, nobis natus
Ex intacta Virgine,
Et in mundo conversatus,
Sparso verbi semine,
Sui moras incolatus
Miro clausit ordine.

In supremae nocte cenae
recumbens cum fratribus,
observata lege plene
cibis in legalibus
Cibum turbae duodenae
se dat suis manibus.

Verbum caro, panem verum
verbo carnem efficit:
fitque sanguis Christi merum,
et si sensus deficit,
ad firmandum cor sincerum
sola fides sufficit.

Tantum ergo sacramentum
veneremur cernui,
et antiquum documentum
novo cedat ritui;
praestet fides supplementum
sensuum defectui.

Genitori Genitoque
laus et iubilatio,
salus, honor, virtus quoque
sit et benedictio;
Procedenti ab utroque
compar sit laudatio.

Amen. »

« Canta, o lingua,
il mistero del corpo glorioso
e del sangue prezioso
che il Re delle nazioni,
frutto benedetto di un grembo generoso,
sparse per il riscatto del mondo.

Si è dato a noi, nascendo per noi
da una Vergine purissima,
visse nel mondo spargendo
il seme della sua parola
e chiuse in modo mirabile
il tempo della sua dimora quaggiù.

Nella notte dell'Ultima Cena,
sedendo a mensa con i suoi fratelli,
dopo aver osservato pienamente
le prescrizioni della legge,
si diede in cibo agli apostoli
con le proprie mani.

Il Verbo fatto carne cambia con la sua parola
il pane vero nella sua carne
e il vino nel suo sangue,
e se i sensi vengono meno,
la fede basta per rassicurare
un cuore sincero.

Adoriamo, dunque, prostrati
un sì gran Sacramento;
l'antica legge
ceda alla nuova,
e la fede supplisca
al difetto dei nostri sensi.

Gloria e lode,
salute, onore,
potenza e benedizione
al Padre e al Figlio:
pari lode sia allo Spirito Santo,
che procede da entrambi.

Amen»

Il Pange Lingua è un inno eucaristico usato dalla Chiesa cattolica di Rito Latino.

Ne è autore San Tommaso d'Aquino, incaricato da Papa Urbano IV di comporre l'Ufficio per la liturgia della nuova solennità del Corpus Domini, istituita nel 1264.

Contenuto

L'inno invita a celebrare il grande mistero del glorioso Corpo e del prezioso Sangue di Cristo versato per la redenzione del mondo.

Nella contemplazione di questo mistero ripercorre l'Ultima cena, in cui Cristo istituisce l'Eucaristia nascondendosi sotto le specie del pane e del vino per restare in mezzo al suo popolo in pegno d'amore: celato agli occhi del corpo, ma visibile a quelli della fede.

L'inno si chiude con un invito all'adorazione del mistero (Tantum ergo Sacramentum veneremur cernui, "Prostrati veneriamo quindi un Sacramento così grande") e con una dossologia trinitaria (Gloria Patri omnipotenti, "Gloria al Padre onnipotente").

Caratteristiche letterarie

L'inno si ispira, nel metro, a quello usato da Venanzio Fortunato nell'inno che inizia con le stesse parole e che canta la passione di Gesù, ed unisce la profonda lucidità del dogma eucaristico ad una forte melodiosità.

Il testo è organizzato in sei strofe da sei versi, organizzate in tre distici.

Il primo verso di ogni distico è un quadrimetro trocaico la cui cesura cade dopo i primi due piedi. Il secondo verso è un quadrimetro trocaico catalettico (per la mancanza dell'ultima sillaba non accentata) e non presenta forti cesure.

La rima è alternata (ABABAB), con la particolarità di essere perfetta nei versi dispari, ma di non comprendere la vocale tonica in quelli pari. In quest'ultimo caso, a volte vi è assonanza, a volte no. Ne risulta un forte senso di "movimento" nel testo.

Utilizzo

Viene cantato durante le processioni eucaristiche, come quella che si effettua al termine della Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo.

La Liturgia delle Ore della Solennità del Corpus Domini lo riporta come inno dei primi e dei secondi Vespri di questa solennità.

Le ultime due strofe (Tantum Ergo Sacramentum) si cantano durante l'esposizione eucaristica, prima della Benedizione eucaristica finale.

Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni