Messa nella Cena del Signore
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La Messa nella Cena del Signore (in latino Missa in Coena Domini) è la Celebrazione Eucaristica della sera del Giovedì Santo. Con essa inizia il solenne Triduo Pasquale. In essa si fa memoria dell'Ultima Cena consumata da Gesù prima della sua passione, e si commemorano l'istituzione dell'Eucarestia e del Sacerdozio Ministeriale.
La celebrazione termina con la processione con cui si porta l'Eucaristia all'Altare della reposizione appositamente preparato per l'Adorazione dei fedeli.
Nel Rito Romano
Il Rito Romano fa memoria anche del comandamento dell'amore. A suggello di ciò si svolge il rito della lavanda dei piedi, ripetendo il gesto che Gesù stesso fece dopo l'Ultima Cena.
La liturgia della Parola di questa messa consta dei seguenti testi:
- prima lettura: Esodo 12,1-8.11-14
- salmo responsoriale: Salmi 115
- seconda lettura: 1Corinzi 11,23-26
- Vangelo: Giovanni 13,1-15
La Messa ha alcune particolarità:
- Al Gloria si suonano i campanelli (in chiesa) e le campane a festa. Dopo di ciò le campane non vengono più suonate fino al Gloria della Veglia Pasquale, nella notte fra il Sabato Santo e il giorno di Pasqua, per sottolineare con il silenzio l'attesa della gioia pasquale.
- Dopo l'omelia si svolge la Lavanda dei Piedi: il sacerdote, tolte le vesti liturgiche (esclusa la stola) e indossato il Gremiale, lava i piedi a dodici uomini, che rappresentano i dodici apostoli.
- Il pane da consacrare deve essere in quantità sufficiente perché ci sia Eucaristia anche per l'indomani, il Venerdì Santo, giorno in cui non si celebra la Messa, ma solo la Celebrazione della Passione del Signore.
- La comunione si può amministrare sotto le due specie, e deve essere distribuita interamente da quanto è stato consacrato in questa stessa Messa.
Nel Rito Ambrosiano
La liturgia ambrosiana prevede le seguenti letture:
Alla Messa tra i vespri "nella Cena del Signore", inizio del Triduo Pasquale:
- Lettura vigiliare: Gio 1,1-3,5.10 · Il segno di Giona. Lettura già in uso all'epoca del vescovo Ambrogio. Costituisce il segno prefigurativo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore.
- Salmello[1]: Mc 14,38.41.42;9,31 · ...nelle mani dei peccatori!
- Epistola: 1Cor 11,20-34 La cena del Signore · Il rinnovo della cena del Signore nelle parole di Paolo ai Corinzi.
- Canto al Vangelo - Sal 78,65 : Mentre ancora stava parlando, ecco arrivare la folla, ed anche l'apostolo di nome Giuda si avvicinò a Gesù per dargli un bacio. «Giuda, Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo, perché sia crocifisso!».
- Passione del Signore nostro Gesù Cristo secondo Matteo · Mt 26,17-75
Il lungo brano di Matteo caratterizza la centralità della Messa in cena Domini come primo atto commemorativo della Passione del Signore e dove ben si colloca l'istituzione dell'eucaristia. Il brano evangelico, diverso da quello di Rito romano, ossia non attinente con l'episodio, colloca il Rito della lavanda dei piedi fuori dalla Messa in coena Domini: esso viene effettuato in un qualsiasi momento della giornata usando il piviale di colore morello, oppure prima o dopo la celebrazione della Messa fra i Vespri utilizzando il colore rosso. Non è mai effettuata all'interno della Messa.
Le particolarità della celebrazione sono:
- Come da Tradizione la liturgia inizia con il Lucernario, l'Inno e la Lettura vigiliare.
- A conclusione della Liturgia della Parola non si dice il Credo, e a suggello della proclamazione della Parola il coro circonda l'altare, quasi a protezione di Cristo, e intona un suggestivo canto, il Coenae tuae mirabili ("Alla tua cena mirabile"); il canto, che prende origine da un tropario greco, così recita:
(LA) | (IT) | ||||
« | Coenae tuae mirabili hodie Filius Dei socium me accipis. Non enim inimicis tuis hoc mysterium dicam, non tibi dabo osculum sicuti et Iudas, sed sicut latro confitendo te. Memento mei Domine in regno tuo. » | « | Oggi, Figlio dell'Eterno, come amico al banchetto Tuo stupendo Tu m'accogli. Non affiderò agli indegni il Tuo Mistero né Ti bacerò tradendo come Giuda. Ma T'imploro, come il ladro sulla croce, di ricevermi, Signore, nel Tuo Regno. » |
- Dopo la liturgia della parola, segue quella eucaristica con la V preghiera.
Nel periodo postconciliare 1976-2008
Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della Messa nella Cena del Signore erano leggermente differenti rispetto alle attuali. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura[2].
Giovedì Santo. Messa nella Cena del Signore:
- Prima Lettura: Gio 1,1-6;2,1-2.11;3,1-5.10;4,1-11
- Salmello[3]: Mc 14,38.41.42
- Epistola: 1Cor 11,20-34
- Canto al Vangelo - Lc 22,52-53.47-48
- Passione del Signore nostro Gesù Cristo secondo Matteo · Mt 26,17-75 .
Rito ambrosiano antico
Nel rito ambrosiano antico la celebrazione è denominata MISSA FERIÆ QUINTÆ "IN CŒNA DOMINI". Le letture in Rito moderno hanno subito notevoli cambiamenti.
ORATIO SUPER POPULUM | |||||
« |
Deus, a quo et Judas reatus sui pœnam, et |
« |
O Dio, dal quale Giuda ricevette il castigo del |
« |
Tamquam ad latronem venistis cum gladiis |
« |
Siete venuti armati di spada ad arrestarmi, |
- Alleluja: Sostituito dal cantico nel Tempo di Quaresima.
- Evangelium: Passio Domini nostri Jesu Christi secundum Matthæum (Passione del Nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo): Mt 26,17-75
Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[4] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):
(LA) | (IT) | ||||
« | Concede credentibus nobis, misericors Deus, salvum de Christi passione remedium: ut humanæ fragilitatis prætéritæ culpæ laqueos, æternæ suffragio pietatis absolvat. Per eundem Dominum [...]. Amen. » | « | Concedi, o Dio misericordioso, a noi credenti nel salvifico rimedio della passione di Cristo, che, per il suffragio dell'eterna clemenza, esso ci sciolga dai lacci delle colpe che per l'umana fragilità abbiamo commesse. Per lo stesso Signore [...]. Amen. » |
PRÆFATIO | |||||
« |
Per Christum Dominum nostrum. Qui cum |
« |
Per Cristo Signore nostro. Il quale, pur |
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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