Ultima Cena
L'Ultima Cena è quella che Gesù visse con gli apostoli durante la pasqua ebraica precedente la sua morte. Si tenne nel Cenacolo, nella zona del Monte Sion a Gerusalemme.
L'episodio è raccontato dai quattro vangeli canonici, ma mentre per i tre sinottici (Matteo, Marco e Luca) si trattava di una cena pasquale, per Giovanni sembra non essere così. Durante la cena Gesù istituì l'eucaristia (fu dunque la prima "messa"), preannunciò il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, e solo Giovanni ricorda il gesto della lavanda dei piedi.
Sinossi del testo
Il racconto degli eventi dell'ultima cena di Gesù è presente nei Vangeli sinottici e in Giovanni. Questo non descrive esplicitamente l'istituzione dell'eucaristia, anche se aggiunge (dopo la moltiplicazione dei pani, fuori dal contesto della cena) vari discorsi tra i quali quello sul "pane di vita", e aggiunge la descrizione della lavanda dei piedi. Il resoconto liturgico dell'istituzione dell'eucaristia è offerto anche da Paolo in 1Corinzi 11,23-26 , testo che è considerato più antico dei precedenti in quanto risalente attorno al 55-56.
Matteo 26 |
Marco 14 |
Luca 22 |
Giovanni 6;13-17 |
Paolo 1Cor 11,23-26 | |
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Preparazione | 17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. | 12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. | 7Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. 8Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua». 9Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». 10Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. 11Direte al padrone di casa: "Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". 12Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». 13Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. | 1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. | |
Annuncio del tradimento di Giuda | 20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto». | 17Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro: «Sono forse io?». 20Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». | 21«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. 22Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell'uomo dal quale egli viene tradito!». 23Allora essi cominciarono a domandarsi l'un l'altro chi di loro avrebbe fatto questo. | 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. 21Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. 23Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. 25Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. 27Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». 28Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; 29alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. |
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Eucaristia | 26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». | 22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». | 14Quando venne l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, 15e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, 16perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». 17E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, 18perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». 19Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». |
Cf. discorso sul pane di vita, Gv 6,26-58 | 23Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». 26Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. |
Umiltà e lavanda dei piedi | 24E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. 25Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. 26Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. 27Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. 28Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove 29e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l'ha preparato per me, 30 perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d'Israele. | 3Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». 12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: [...] | |||
Annuncio del rinnegamento di Pietro | Nel Getsemani: 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. | Nel Getsemani: 29Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». 30Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». 31Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri. | 31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 33E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». 34Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi». | 36Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puòi seguirmi; mi seguirai più tardi». 37Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». 38Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». | |
Epilogo | 30Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. | 26Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. | 39Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. | 1Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c'era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. |
Differenze nelle versioni
Gli storici fanno risalire le tradizioni dell'Ultima cena al Gesù storico; importante in questo contesto è la testimonianza di San Paolo, che nella lettera ai Corinzi afferma che la tradizione che ha ricevuto proviene direttamente «ἀπό τοῦ κυρίου», "dal Signore".[1]
Esistono alcune differenze tra le narrazioni dell'Ultima cena di Gesù dei quattro Vangeli, in particolare tra la narrazione del Vangelo secondo Marco (sulla quale si basano quelle di Matteo e di Luca) e quella del Vangelo secondo Giovanni. In breve, la principale differenza è che in Marco l'ultima cena è la cena della Pesach, la Pasqua ebraica, in Giovanni è una normale cena consumata il giorno prima di Pesach.[2][3]
In tutti i Vangeli canonici la Passione di Gesù avviene in occasione della festa della Pasqua ebraica, la Pesach. Questa festa, che ricordava l'uscita degli Ebrei dall'Egitto narrata nel libro dell'Esodo, prevedeva un giorno di preparazione alla festa, la cena della Pasqua e il giorno di Pasqua. Nel giorno di preparazione della Pasqua, gli Ebrei portavano un agnello al Tempio (o più frequentemente lo acquistavano lì) per farlo sacrificare, poi tornavano a casa e preparavano una cena particolare carica di simboli collegati all'esodo (carne di agnello, erbe amare per ricordare la schiavitù in Egitto, pane azzimo per ricordare la fretta nell'uscita dall'Egitto, e diverse coppe di vino rituali). Giunto il tramonto, che secondo la tradizione in vigore presso gli Ebrei indicava l'inizio del giorno di Pasqua, si consumava il pasto pasquale.
Nel Vangelo secondo Marco si dice che le preparazioni per l'ultima cena avvennero il giorno prima di Pesach (14,12-16), e che si trattava della cena di Pesach, che viene consumata alla sera, quando è iniziato il giorno della Pesach (14,17-25).
Nel Vangelo secondo Giovanni si dice che il pasto consumato è quello prima della festa di Pesach (13,1) e che il pasto di Pesach deve essere ancora consumato (13,29); inoltre si narra che coloro che arrestarono Gesù non vollero entrare nel pretorio di Pilato per non diventare ritualmente impuri e poter quindi mangiare il pasto di Pesach (18,28), e poi si dice esplicitamente che il giorno della morte di Gesù «era la Preparazione della Pasqua» (19,14).[3]
Il Cenacolo
Per approfondire, vedi la voce Cenacolo |
Secondo quanto dicono i Vangeli sinottici, il giovedì mattino i discepoli si presentarono a Gesù e gli chiesero in quale luogo egli volesse celebrare la Pasqua ebraica[4]. Gesù mandò due discepoli (Luca specifica San Pietro e San Giovanni[5]) in città dicendo loro che avrebbero incontrato lungo la via un uomo con una brocca d'acqua, diretto verso la casa del proprio padrone. I due avrebbero dovuto seguirlo e chiedere al padrone di casa se era possibile per Gesù celebrare la Pasqua nella sua dimora.
Il segno dato ai due apostoli era abbastanza singolare, essendo infatti l'ufficio di attingere l'acqua riservato ordinariamente alle donne. Diverse le ipotesi riguardo al proprietario della casa, senza dubbio un simpatizzante di Gesù. L'opinione meglio accreditata è quella che vede nel padrone del cenacolo il padre, o comunque qualche parente, di San Marco, il futuro evangelista (ritenuto da alcuni come il giovinetto fuggito nudo durante l'arresto di Gesù).
Verso il 530 l'arcidiacono Teodosio infatti, descrivendo la sua visita a Gerusalemme, parlando della chiesa della Sancta Sion, ritenuta come il luogo dell'ultima cena, afferma: "Ipsa fuit domus sancti Marci evangelistae" ("Questa fu la casa di San Marco evangelista")[6]. Questa affermazione doveva senza dubbio fondarsi su un dato molto antico essendovi inoltre una seconda testimonianza, del monaco cipriota Alessandro, che descrive la chiesa della Sancta Sion come dimora di Maria, madre di Marco[7]
La memoria del luogo si è conservata fino ad oggi, e il Cenacolo è situato sul Monte Sion oltre le mura dell'odierna città vecchia di Gerusalemme. Il Santuario, più volte distrutto dai musulmani, ha ospitato per diversi secoli un convento dei Frati Minori della Custodia di Terra Santa.
Tradizione vuole che la tavola sopra cui Gesù fece l'ultima cena con gli Apostoli sia conservata nella cappella Sancta Sanctorum della Scala Santa, presso la Basilica di San Giovanni in Laterano (Roma).
Descrizione
Annuncio del tradimento
Terminata la lavanda dei piedi Gesù riprese posto a tavola. Egli occupava senza dubbio il posto più onorifico e gli apostoli avevano dibattuto su chi dovesse sedersi nel posto più vicino a lui. Essendo la tavola a semicerchio, secondo una moda dell'epoca, i divani erano disposti radialmente all'esterno del semicerchio. Gesù occupava dunque il posto centrale al vertice del semicerchio e, a quanto dicono i Vangeli, erano Pietro, Giovanni e Giuda Iscariota i commensali più vicini a lui. Alla destra di Gesù stava San Pietro, alla sinistra San Giovanni, che poteva così appoggiare la testa sul petto del maestro (Gv 13,23-25 ) e a fianco di Giovanni stava Giuda, abbastanza vicino a Gesù.
Questi, mentre gli Apostoli continuavano la cena, rivelò che uno di loro l'avrebbe presto tradito. I discepoli, entrati in confusione, chiesero al maestro chi di loro fosse il traditore e per ultimo Giovanni, su consiglio di Pietro, avvicinatosi a lui, gli chiese di mostrarglielo. Ai tempi in cui viveva Gesù si era soliti mettere nel tavolo alcuni vassoi comuni nei quali si intingeva il pane o le erbe amare. Gesù intinse dunque un boccone di pane e lo porse a Giuda Iscariota dicendo: "Quello che devi fare, fallo presto" (Gv 13,26-28 . Nessuno dei commensali comprese però il significato di tale gesto e Giuda ebbe dunque la possibilità di alzarsi e di andare via (secondo il Vangelo di Luca, Giuda esce dal cenacolo subito dopo l'Istituzione Eucaristica).
Istituzione Eucaristica
Per approfondire, vedi la voce Eucaristia |
Mentre la cena continuava, Gesù compì un atto alquanto insolito nel rito pasquale. Prese del pane e dopo aver pronunziato la preghiera di benedizione, lo spezzò e dandolo ai discepoli disse:[8][9]
« | Prendete e mangiate. » |
« | Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me. » |
Poco dopo prese un calice colmo di vino e dopo averlo benedetto allo stesso modo disse:[10]
« | Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. » |
Questo gesto sconvolse parecchio gli Apostoli che rammentarono l'avvenimento nelle prime comunità cristiane, tanto che San Paolo, nella sua Prima lettera ai Corinzi (1Cor 11,23-29 ), presentò l'Eucaristia come un rito nel quale il fedele mangiava e beveva davvero il corpo e il sangue di Gesù. Quel gesto, secondo l'Apostolo, sarebbe inoltre un collegamento fra l'ultima cena e la successiva Passione, essendo in entrambi i momenti il suo corpo donato e il sangue versato.
San Giovanni è l'unico a tacere sull'avvenimento, concentrandosi principalmente sulla lavanda dei piedi e sugli ultimi insegnamenti di Gesù, ma vi è un precedente riferimento all'Istituzione Eucaristica nel capitolo 6 e precisamente nella frase, pronunciata da Gesù:
« | Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. » | |
Si è discusso a lungo se Giuda abbia partecipato o no all'Eucaristia, i Vangeli di Matteo e Marco infatti inseriscono la rivelazione del suo tradimento (e di conseguenza la sua uscita dal cenacolo) prima dell'Istituzione Eucaristica mentre Luca la inserisce dopo. San Giovanni non parla dell'Eucaristia e dunque non venne preso in esame. Alcuni Padri della Chiesa credettero che Giuda fosse presente al convito mentre altri lo negarono. Essendo i Vangeli, unica fonte storica sulla vita di Gesù, discordanti riguardo la cronologia degli avvenimenti, allora la questione non potrà mai avere soluzione.
Reliquie
Il Sacro Catino, secondo la tradizione cattolica, sarebbe invece il piatto usato da Cristo, conservato a Genova nel Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo.
Nell'Arte
Alcuni celebri dipinti raffiguranti l'Ultima Cena:
- Ultima Cena (1494 - 1498) di Leonardo da Vinci
- Ultima Cena del Tintoretto
- Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio nel Refettorio d'Ognissanti (Firenze)
- Ultima Cena di Salvador Dalí
- Ultima Cena di Pieter Paul Rubens
- Ultima Cena del Giampietrino
- Ultima Cena di Daniele Crespi
- Ultima Cena di Federico Barocci nel Duomo di Urbino
- Ultima Cena di Tiziano alla Galleria Nazionale delle Marche (Palazzo Ducale, Urbino)
- Ultima Cena di Romanino nella chiesa parrocchiale di Montichiari
Nella musica:
- Come in un'ultima cena è il sesto album del "Banco del Mutuo Soccorso"
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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