San Pietro Nolasco
San Pietro Nolasco, O. de M. Presbitero | |
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Santo | |
Fondatore dei Mercedari | |
Nicola Monari, Donatello Tore, San Pietro Nolasco approda in Spagna (part.), 1670 - 1672, olio su tela; Cagliari, Basilica di Nostra Signora di Bonaria | |
Età alla morte | circa 67 anni |
Nascita | Mas-Saintes-Puellas 1189 ca. |
Morte | Barcellona 25 dicembre 1256 ca. |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 30 settembre 1628, da Urbano VIII |
Ricorrenza | 6 maggio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 6 maggio, n. 6:
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San Pietro Nolasco (Mas-Saintes-Puellas, 1189 ca.; † Barcellona, 25 dicembre 1256 ca.) è stato un presbitero, monaco e fondatore francese dell'ordine dei Mercedari. La Chiesa cattolica lo venera come santo; la sua festa si celebrava il 31 gennaio fino alla riforma del calendario generale romano del 1969, quando è stata soppressa; attualmente è commemorato nel martirologio romano il 6 maggio.
Biografia
I primi anni
Nato verso il 1180 a Mas-Saintes-Puellas (Tolosa, Francia), Pietro Nolasco con la sua famiglia si stabilì fin da piccolo a Barcellona (Spagna) dove, seguendo le orme del padre, divenne un mercante. Da giovane si unì ad alcuni compagni con i quali condivideva la missione di liberare i cristiani fatti schiavi dai musulmani. La sua professione di mercante fu di grande utilità per il suo gruppo di redentori, poiché a coloro che esercitavano questa professione, come persone conosciute, era concesso facile accesso ai paesi musulmani. Questo gruppo di compagni di Pietro Nolasco era formato, come dice il Re Giacomo II in una lettera a Papa Bonifacio VIII nel 1301, da laici che "avevano grande devozione verso Gesù Cristo che ci redense con suo sangue". Dopo quindici anni passati nel realizzare questa ammirevole opera di misericordia, Pietro Nolasco e i suoi amici vedevano con preoccupazione che gli schiavi, di giorno in giorno, invece di diminuire aumentavano.
La fondazione dei Mercedari
Animato da una sincera confidenza in Dio e da un cuore misericordioso cercò, nella sua fervorosa orazione, l'ispirazione divina per poter continuare l'opera intrapresa. Nella notte del 1º agosto 1218 Maria Santissima intervenne nella sua vita: un'esperienza personale mariana illuminò la sua intelligenza e mosse la sua volontà, invitandolo a convertire il suo gruppo di laici redentori in un Ordine Religioso Redentore che, sotto la protezione e l'appoggio del Re di Aragona e l'approvazione della Chiesa, continuasse la grande opera di misericordia incominciata.
Pietro Nolasco espose al giovane monarca Giacomo I e ai suoi consiglieri - il primo dei quali era il vescovo di Barcellona Don Berenguer de Palou - il suo progetto di fondare un Ordine Religioso Redentore, sotto il patrocinio di Maria Santissima. La proposta piacque al re e ai suoi consiglieri. Il 10 agosto 1218 fu costituito ufficialmente il nuovo Ordine Religioso Redentore, nella cattedrale di Santa Croce di Barcellona. Il vescovo Berenguer de Palou approvò, in nome della Chiesa per la sua diocesi, il nuovo Ordine e diede a Pietro Nolasco e ai suoi compagni la veste bianca che avrebbero portato come propria dell'Ordine; consegnò loro anche la Regola di Sant'Agostino come norma di vita comune e diede la sua autorizzazione perché sopra l'abito dell'Ordine essi potessero portare il segno della sua cattedrale, la santa Croce.
Quindi Pietro Nolasco e i suoi compagni emisero davanti al vescovo la professione religiosa. Da parte sua il re Giacomo I, nell'atto stesso della fondazione, consegnò ai frati l'abito che nel linguaggio degli Ordini militari è lo scudo, formato dalle quattro sbarre rosse in campo oro, emblema della monarchia di Aragona. Questo emblema, unito alla croce della cattedrale, costituirà lo stemma proprio dell'Ordine.
In quello stesso giorno Giacomo I donò all'Ordine l'Ospedale di Santa Eulalia in Barcellona, che servì come primo convento dei religiosi dell'Ordine, come casa di accoglienza degli schiavi riscattati e luogo dove si compivano anche le opere di misericordia a favore degli infermi e dei poveri, opere ricordate in una bolla del 1255 da Papa Alessandro IV, che definì i Mercedari "nuovi Maccabei del tempo della grazia". I frati che con Pietro Nolasco ricevettero il bianco abito, molto probabilmente erano tutti laici. Pietro Nolasco, in particolare, sicuramente non fu sacerdote.
L'opera delle redenzioni
Con l'appoggio ufficiale della Chiesa e dello Stato, Pietro Nolasco e i suoi frati, costituiti ora in Ordine Religioso Redentore laico, acquistarono nuovo vigore e continuarono, con rinnovato fervore, le loro peregrinazioni di carità, domandando l'elemosina per la redenzione degli schiavi cristiani esistenti nelle terre saracene. L'Ordine venne approvato con la bolla Devotionis Vestrae di Papa Gregorio IX, data in Perugia il 17 gennaio 1235 e indirizzata al "Maestro (cioè a Fra Pietro Nolasco) e ai frati della casa di Santa Eulalia di Barcellona".
Pietro Nolasco studiò anche un piano pratico perché l'opera a favore degli schiavi fosse la più efficace possibile. Iniziò la raccolta dei fondi per il riscatto degli schiavi. Molto lo aiutarono in questa iniziativa le buone persone che, vista la sua abnegazione e dedizione per quest'opera, consegnavano i loro beni per la redenzione degli schiavi e si davano anche alla raccolta delle elemosine: furono questi i pionieri di quella organizzazione di laici che in seguito prese il nome di Confraternita e Terz'Ordine della Mercede. Pietro Nolasco pensò anche a estendere l'Ordine fondando altre residenze negli stati della corona di Aragona e nel sud della Francia, sicché nel 1245 si potevano contare 15 case con oltre 100 religiosi.
Morte
Non si conosce con esattezza il giorno della morte di Pietro Nolasco, ma secondo recenti studi, con molta probabilità, avvenne il 6 maggio 1245 in Barcellona, dopo una vita evangelicamente esemplare, avendo lasciato in eredità ai suoi figli un ricco patrimonio spirituale di imitazione di Cristo Redentore, di devozione a Maria, di servizio alla fede e di amore eroico e incondizionato ai fratelli bisognosi.
Canonizzazione
La Sacra Congregazione dei Riti, con regolare processo canonico, il 30 settembre 1628 approvò il culto immemorabile che fin dalla sua morte gli era stato tributato, dichiarandolo santo e proponendolo come esempio di vita evangelica vissuta secondo un particolare carisma di carità.
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