Pietro Tagliavia d'Aragona




Pietro Tagliavia d'Aragona Cardinale | |
---|---|
![]() | |
Tomba del cardinale, cattedrale di Palermo | |
Età alla morte | 59 anni |
Nascita | Palermo 1499 |
Morte | Palermo 5 agosto 1558 |
Sepoltura | Cattedrale di Palermo |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 28 maggio 1537 da papa Paolo III |
Consacrazione vescovile | in data sconosciuta |
Elevazione ad Arcivescovo | 10 ottobre 1544 da papa Paolo III |
Creato Cardinale |
22 dicembre 1553 da Giulio III (vedi) |
Cardinale per | 4 anni, 7 mesi e 14 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Pietro Tagliavia d'Aragona, noto anche con la variante Aragonia (Palermo, 1499; † Palermo, 5 agosto 1558), è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Nato nel 1499 a Palermo. Della nobile famiglia dei conti di Castelvetrano e Terranova, figlio di Giovanni Vincenzo Tagliavia, conte di Castelvecchio, e di Beatrice d'Aragonia e Cruillas. La famiglia assunse il cognome Aragonia dopo il matrimonio di Giovanni Vincenzo con Beatrice. Il suo cognome è anche elencato come Aragonia Tagliavia, come Aragona Tagliavia, come Aragon e come Aragona. Prozio del cardinale Simeone Tagliavia d'Aragona (1583).
Formazione
Ricevette una buona, anche se non eccellente, formazione teologica. Entrò nello stato ecclesiastico con la prospettiva di una rapida e brillante carriera, considerando l'alta posizione sociale della famiglia e i legami di parentela e fedeltà agli Aragonesi e poi agli Asburgo.
Ordini sacri: Chierico di Mazzara.
Episcopato
Eletto vescovo di Agrigento) il 28 maggio 1537, gli è stato concesso l'indulto per ricevere la consacrazione episcopale, il 6 giugno 1537. Fu consacrato ma non si ha nessuna informazione in merito. Nel 1541 era al seguito dell'imperatore Carlo V a Ratisbona, dove, se non partecipava ai colloqui tra cattolici e luterani, probabilmente doveva seguirne da vicino gli sviluppi. Presentato dall'imperatore per la sede di Palermo, fu promosso dal papa alla sede metropolitana di Palermo, il 10 ottobre 1544; fece il suo ingresso solenne nella sede nel gennaio 1545. Ottenne da papa Paolo III, con un breve del 20 marzo 1545, il permesso di visitare e riformare i monasteri di Palermo.
Partecipò al Concilio di Trento, 1545-1547; in generale, si allineò con il gruppo dei prelati spagnoli; si avvicinò con cautela al legato pontificio cercando di ottenere la promozione al cardinalato. In quest'ultimo anno, quando il concilio fu trasferito a Bologna, l'arcivescovo Tagliavia soggiornò a Trento seguendo la politica imperiale. Nel 1551 invitò a Palermo il gesuita padre Nicolás Bobadilla, uno dei primi compagni di sant'Ignazio di Loyola, a proseguire le attività apostoliche. Partecipò anche al concilio del 1551-1552 ma senza alcun contributo rilevante. Durante la sua assenza per partecipare al concilio, lasciò due vicari per amministrare l'arcidiocesi di Palermo. L'arcivescovo Tagliavia ebbe diversi incontri con l'Inquisizione siciliana riguardo alla sua giurisdizione episcopale.
Fu un prelato di sincera pietà e non mancò di interessarsi alla vita religiosa della sua diocesi durante i suoi lunghi soggiorni a Trento, mostrando un orientamento sinceramente riformista. La sua promozione al cardinalato fu richiesta all'imperatore Carlo V dai deputati del Regno di Sicilia già nel 1545. L'anno successivo, l'imperatore lo presentò al papa ma inizialmente senza un grande interesse. Papa Giulio III non era disposto ad introdurre nel Sacro Collegio dei Cardinali un uomo molto devoto alla causa imperiale, ma alla fine, a causa dell'insistenza dell'imperatore, il pontefice accettò.
Cardinalato
Creato cardinale presbitero nel concistoro del 22 dicembre 1553. Non partecipò al primo conclave del 1555, che elesse papa Marcello II e al secondo conclave del 1555, che elesse papa Paolo IV. Ricevette la berretta rossa e il titolo di San Callisto il 17 luglio 1555. Celebrò un sinodo diocesano nel 1555, promulgando sanctiones et decreta circa cleri et populi reformationem, ac vitam honestam. Abate commendatario dell'abbazia dei Santi Pietro e Paolo d'Italia. Re Filippo II di Spagna lo nominò presidente della Sicilia l'8 dicembre 1556 e mantenne la carica fino al maggio 1557. Nel 1557 fece restaurare la famosa campana detta "la guzza".
Morte
Morto il 5 agosto 1558 a Palermo. È sepolto nella cripta della cattedrale di Palermo, in un sarcofago paleocristiano romano di marmo pario.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Agrigento | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Giuliano Cybo | 28 maggio 1537 - 10 ottobre 1544 | Rodolfo Pio (amministratore apostolico) |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Palermo | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Giovanni Carandolet | 10 ottobre 1544 - 5 agosto 1558 | Francisco Orozco de Arce |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Callisto | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Sebastiano Antonio Pighini | 17 luglio 1555 - 5 agosto 1558 | Ludovico Madruzzo |
Predecessore: | Presidente del Regno di Sicilia | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Fernando de Vega | 8 dicembre 1556 - 1º maggio 1557 | Niccolò Caracciolo |
Collegamenti esterni | |
| |
Voci correlate | |
- Vescovi di Agrigento
- Cardinali presbiteri di San Callisto
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi italiani del XVI secolo
- Vescovi del XVI secolo
- Vescovi per nome
- Italiani
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 22 dicembre 1553
- Cardinali italiani del XVI secolo
- Cardinali del XVI secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Giulio III
- Biografie
- Cardinali italiani
- Arcivescovi italiani
- Nati nel 1499
- Nati nel XVI secolo
- Morti nel 1558
- Morti il 5 agosto