Ludovico Madruzzo
Ludovico Madruzzo (Trento, 1532; † Roma, 20 aprile 1600) è stato un cardinale e principe vescovo italiano.
Cenni biografici
Figlio del barone Nicolò Madruzzo e di Elena di Lanberg; il padre era signore del castello di Nanno, barone dei Quattro Vicariati nella Val Lagarina, generale degli eserciti imperiali, nonché fratello maggiore del cardinale Cristoforo Madruzzo. Il giovane Ludovico studiò presso le vecchia università di Lovanio, nelle Fiandre e di Parigi.
Nel 1550 ottenne dallo zio, impegnato in attività politiche e nominato pochi anni dopo governatore del ducato di Milano, l'amministrazione del Principato Vescovile di Trento. Dopo importanti esperienze come diplomatico, in particolare come legato pontificio alla dieta d'Augusta del 1559, dove pronunciò l'orazione funebre per l'imperatore Carlo V.
Con la riconvocazione del concilio di Trento da parte di Pio IV, il 29 novembre 1560, Ludovico Madruzzo assunse il prestigioso ruolo di ospitante dell'assemblea che lo zio Cristoforo aveva assolto durante la prima fase e che ora, come cardinale di Curia, aveva declinato.
Cardinalato
Per assolvere a tale funzione fu creato cardinale nel concistoro del 26 febbraio 1561; ricevette il galero e il titolo diaconale di san Callisto il 3 giugno seguente. Sei anni dopo divenne titolare effettivo della diocesi di Trento.
La solenne apertura della terza fase del concilio avvenne il 18 gennaio 1562. Ludovico Madruzzo partecipò attivamente alle sessioni e, in particolare, intervenne ai lavori di revisione dell'Index librorum prohibitorum di Paolo IV, sostenendo l'opportunità di attenuarne la rigidezza, come di fatto avvenne.
Verso la fine dei lavori conciliari giunse anche il breve pontificio che gli consentiva l'ordinazione presbiterale extra tempora che ricevette agli inizi del 1564. Poco dopo condusse una difficile missione a Vienna nel corso della quale si occupò dei conflitti tra il principato vescovile di Trento e il ducato del Tirolo. Ma soprattutto il soggiorno a corte rese chiaro quanto fosse difficile attuare i decreti del concilio. Pio IV aveva intenzione di inviare il cardinale Giovanni Girolamo Morone come legato all'imperatore Ferdinando I e l'arciduca d'Austria Massimiliano II con l'intento di convincerlo a pubblicare ufficialmente i decreti, ma il progetto fu osteggiato a corte, dove la preoccupazione per il mantenimento della pace religiosa di Augusta rendeva assolutamente indesiderata ogni iniziativa di questo genere.
Nel dicembre 1565 andò a Roma per il conclave seguito alla morte di Pio IV. Dal successore Pio V fu chiamato con lo zio Cristoforo a far parte della commissione che doveva preparare l'invio di un legato alla imminente Dieta di Augusta.
Partecipò al conclave del 1572, che elesse papa Gregorio XIII, questi l'anno seguente lo nominò protettore della Germania. Nel 1581 imperatore Ferdinando I lo volle ambasciatore davanti al re di Francia per congratularsi con lui per la vittoria contro gli ugonotti. Legato a latere in Germania per assistere negli sforzi contro gli eretici. Legato alla Dieta di Augusta, 1582. Prese parte al conclave del 1585, che elesse papa Sisto V. L'anno seguente optò per il titolo di sant'Anastasia.
Presso la curia romana partecipò, nel corso degli anni, a un gran numero di congregazioni e deputazioni cardinalizie, divenendo assai più influente dello zio Cristoforo. Dal 1569 al 1574 fu membro della commissione per la revisione della Vulgata; nel 1572-1575 di quella dei Vescovi e regolari; nel 1570 e nel 1572 di quella per la Lega contro i Turchi; e, dal 1573 fino alla morte, fece parte di quella dell'inquisizione, venendo ampiamente coinvolto anche nel processo contro Giordano Bruno.
La sovranità di Ludovico venne completamente ripristinata con la convocazione della dieta di Spira nel 1587. Nel governo della diocesi si impegnò nell'applicazione delle norme teologiche e pratiche del concilio di Trento, compiendo numerose visite pastorali e istituendo un nuovo Seminario diocesano. Fu legato da profonda amicizia a Carlo Borromeo e a San Filippo Neri.
Anche sotto papa Sisto V Ludovico Madruzzo fu membro del Sant'Uffizio, però con influenza inferiore rispetto a quella esercitata sotto Gregorio XIII. Il 24 agosto 1585 spedì all'imperatore una rinuncia all'incarico di protector Germaniae per potersi ritirare nella sua diocesi. Rimase tuttavia stabilmente a Roma. Nei quattro conclavi succedutisi tra il settembre 1590 e il 30 gennaio 1592, allorché fu eletto Clemente VIII, il principe vescovo di Trento fu portavoce del partito spagnolo. Il suo seguito fu abbastanza ampio da escludere candidati non graditi alla Spagna, ma l'appartenenza a questo schieramento, tanto più che egli era considerato un tedesco, gli precluse la possibilità di aspirare al papato per sé.
Nel 1596 papa Clemente VIII nel tentativo di porre fine alla diatriba insorta sul molinismo, istituì una commissione chiamata Congregazione de Auxiliis divinae gratiae la cui presidenza affidò al cardinale Ludovico Mandruzzo, e assistita dai cardinali Bellarmino e Bernerio; i lavori della congregazione si protrarranno fino al pontificato di papa Paolo V.
Morte
Madruzzo morì a Roma il 20 aprile 1600 e fu sepolto nella cappella di famiglia nella chiesa romana di Sant'Onofrio al Gianicolo
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale |
- Vescovo Samuel Maciejowski
- Cardinale Stanislao Osio
- Cardinale Ludovico Madruzzo
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di San Callisto (diaconia pro hac vice) |
Successore: | |
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Pietro Tagliavia d'Aragona | 3 giugno 1561-4 maggio 1562 | Innocenzo Ciocchi del Monte |
Predecessore: | Cardinale diacono e presbitero di Sant'Onofrio | Successore: | |
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Innocenzo Ciocchi del Monte | 4 maggio 1562-9 febbraio 1586 Titolo presbiterale pro hac vice dal 9 febbraio 1569 |
Philippe de Lénoncourt |
Predecessore: | Principe-vescovo di Trento | Successore: | |
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Cristoforo Madruzzo | 14 novembre 1567-20 aprile 1600 | Carlo Gaudenzio Madruzzo |
Predecessore: | Abate commendatario di Saint-Pierre-et-Saint-Paul de Luxeuil | Successore: | |
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Antoine Perrenot de Granvelle | 21 settembre 1586-20 aprile 1600 | Andrea d'Austria |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Anastasia | Successore: | |
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Pierdonato Cesi | 1º ottobre 1586-20 marzo 1591 | Giulio Canani |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Michele Bonelli, O.P. | 7 gennaio 1587-7 gennaio 1588 | Nicolas de Pellevé |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina | Successore: | |
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Michele Bonelli, O.P. | 20 marzo 1591-18 agosto 1597 | Pedro de Deza Manuel |
Predecessore: | Cardinale protopresbitero | Successore: | |
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Michele Bonelli, O.P. | 20 marzo 1591-18 agosto 1597 | Pedro de Deza Manuel |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sabina | Successore: | |
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Gabriele Paleotti | 18 agosto 1597-21 febbraio 1600 | Girolamo Rusticucci |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Frascati | Successore: | |
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Tolomeo Gallio | 21 febbraio - 20 aprile 1600 | Girolamo Simoncelli |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Trento
- Cardinali diaconi di San Callisto
- Cardinali diaconi di Sant'Onofrio
- Abati commendatari di Saint-Pierre-et-Saint-Paul de Luxeuil
- Cardinali presbiteri di Sant'Anastasia
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali presbiteri di San Lorenzo in Lucina
- Cardinali Protopresbiteri
- Cardinali vescovi di Sabina-Poggio Mirteto
- Cardinali vescovi di Frascati
- Presbiteri ordinati nel 1564
- Presbiteri italiani del XVI secolo
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