San Pirmino

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San Pirmino
Vescovo
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Santo
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San Pirmino
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 83 anni
Nascita 670 ca.
Morte Hornbach
3 novembre 753
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 3 novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Palatinato, Alsazia, isola di Reichenau e della città di Innsbruck
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Incoronazione
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Onorificenze
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Nomi postumi
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 3 novembre, n. 8:
« Nel monastero di Hornbach presso Strasburgo in Burgundia, deposizione di san Pirmino, vescovo e abate di Reichenau, che evangelizzò gli Alemanni e i Bavari, fondò molti monasteri e scrisse un libro per i suoi discepoli sulla catechesi degli incolti. »

San Pirmino noto anche come Pirminius (670 ca.; † Hornbach, 3 novembre 753) è stato un vescovo, abate e fondatore visigoto. Fu fortemente influenzato dal cristianesimo celtico e dalla figura di Sant'Amando.

Biografia

Pirmino appartenne alla generazione di missionari continentali che, dopo Colombano e i suoi discepoli, hanno lavorato per la conversione o la riconversione della cristianità occidentale.

Pirmino era originario di una regione occupata dai Visigoti, la Francia meridio­nale o la Spagna settentrionale, e approssimandosi l'invasione saracena fuggi in Francia dove fu vescovo di una località chiamata Castellum Meltis e dove predicava nelle lingue latina e franca.

Si recò a Roma, dove ricevette dal papa il permesso di svolgere attività missionaria ed una raccoman­dazione per il re franco Teodorico. Fu quindi invitato da un nobile tedesco di nome Sintlaz a predicare nel suo territorio dove l'ignoranza ripor­tava i cristiani verso il paganesimo. Ricevette in dono l'isola di Sintlazau, sul lago di Costanza, che trasformò in fiorente territorio, chiamato poi Augia Dives, in tedesco Reichenau, dove nel 724 costruì una chiesa e fondò il suo primo monastero che, dopo quello di San Gallo, doveva divenire uno dei più famosi.

Dopo tre anni di attività in questo luogo, Pirmino fondò in Alsazia il monastero di Murbach 727 cui fecero seguito Schuttern, Gengenbach e Schwar-zach, sulla riva destra del Reno, in diocesi di Strasburgo, Maursmiinster e Neuweiler sulla riva sinistra.

Alcuni indicano anche come opera sua le fondazioni di Pfäfers in Svizzera e Niederaltaich in Baviera. La sua ultima fondazione fu il monastero di Hornbach, presso Zweibriicken, allora in diocesi di Metz, dove un nobile franco, Wernharius, lo aveva invitato ad istituire un mona­stero nel suo possedimento, chiamato in origine Gamundium. Qui Pirmino visse dal 740 ca. fino alla morte, avvenuta il 3 novembre 753.

Opere

Il monaco è autore dello Scarapsus (=Excarpsus) de singulis libris canonicis, noto anche come Dicta abbatis Pirminii de singulis libris canonicis scarapsus, i Detti di Pirmino, scritto tra il 710-724, costituisce una specie di libretto di catechismo morale, molto semplice, ad uso dei missionari e dei parroci.

Dopo una breve introdu­zione l'autore fa un riassunto della storia della redenzione dalla creazione del mondo e dal peccato originale alla redenzione; parla della passione, morte, risurrezione e ascensione di Gesù e della discesa dello Spirito Santo. Immagina poi che gli Apostoli redigano insieme il Credo. La prima parte dello Scarapsus si chiude con il mandato agli apostoli di evangelizzare tutto il mondo. Segue l'insegnamento sul sacramento del Battesimo, che qui appare come pactum, come contratto fra l'uomo e Dio. La seconda parte fornisce istruzioni per la vita cristiana e respinge gli usi pagani ancora in voga. Raccomanda la santificazione della domenica, la frequenza alla Messa e alla predica, l'Eucaristia e la Penitenza.

Per la sua opera Pirmino si basa sulla Sacra Scrittura e sui Padri della Chiesa, soprattutto su sant'Agostino, Cesario di Arles e Martino di Braga. Lo Scarapsus ci presenta il suo autore come un missionario e propagatore della fede cristiana, ed è una fonte importante per la storia della attività pastorale all'inizio del sec. VIII.

Culto

Sulla tomba di san Pirmino a Hornbach ha inizio la sua venerazione. Già nel VIII secolo egli viene definito sanctus in un manoscritto di Metz del Martiro­logio Geronimiano; in un Breviario di Reichenau del IX secolo si parla di una sua festa; la sua ultima fondazione prende nell'826 il nome di Monasterium sancii Firmimi. Miracoli e guari­gioni attirano alla sua tomba a Hornbach pelle­grinaggi di cui parla il Liber de miraculis sancii Pirminii.

All'epoca della Riforma le sue reliquie vennero trasportate nella chiesa dei Gesuiti ad Innsbruck, dove fu venerato come patrono della città. La sua festa si celebrava soprattutto nei conventi benedettini della Germania meridionale e della Svizzera, ma anche nelle diocesi di Metz, Verdun e Salisburgo.

A Innsbruck si benediva un'acqua « di San Pirminio », a Holtzheim, presso Strasburgo, l'olio santo per malattie agli occhi, a Wiltz (Lussemburgo) si immergevano i bambini malati in un pozzo benedetto dedicato a san Pirmino.

Quando nel XIX secolo Hornbach fu unito alla diocesi di Speyer, la venerazione per il santo crebbe ancora. Molte leggende, molti usi popolari si colle­gano al suo nome, specialmente nel Palatinato (diocesi di Speyer), dove nel 1953 venne celebrato solennemente il milleduecentesimo anniversario della sua morte e in tale occasione se tenne una ricognizione della sua tomba, nel territorio che era appartenuto una volta all'abbazia, che fu trovata vuota.

Il consiglio delle Chiese protestanti di Speyer fece costruire sul luogo un degno monumento.