Processione del Venerdì Santo (Chieti)

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Processione del Venerdì Santo (Chieti)
Chieti ProcessioneVenerdìSanto 06.jpg

Confratelli dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti portano la statua della Madonna addolorata
Riti della Settimana Santa
Processione
Festa locale
Commemorazione celebrata Passione e morte di Gesù Cristo
Chiamata anche Processione di Gesù Cristo morto
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Abruzzo
Provincia Chieti
Comune Chieti
Luogo specifico Cattedrale di San Giustino, piazze e vie del centro storico
Diocesi Chieti-Vasto
Periodo Primavera
Data mobile Venerdì Santo
Data d'istituzione 1603
Organizzata da Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti
Tradizioni religiose processione
Tradizioni folcloristiche {{{tradizioni folcloristiche}}}
Informazioni Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti
c/o Cattedrale di San Giustino
66100 Chieti (CH)
arciconfraternita@sacromontemortichieti.it
Collegamenti esterni
Sito web

La Processione del Venerdì Santo, detta anche Processione di Gesù Cristo morto, è una sacra rappresentazione che rievoca annualmente a Chieti la passione e morte di Gesù Cristo.

Storia

La processione teatina è una delle più antiche d'Italia. Infatti, secondo la tradizione e la tesi dello storico Luigi Vicoli, condivisa e ripresa da Raffaele Bigi, essa risalirebbe, in una sua prima versione, all'842, anno in cui si concluse ufficialmente la ricostruzione della prima Cattedrale (attualmente la chiesa primitiva costituisce la cripta della nuova), che era stata distrutta nell'801 da re Pipino (773 ca. – 810), figlio di Carlo Magno. Con la ricostruzione della Cattedrale di San Giustino fu istituita la Processione del Venerdì Santo.

Da notizie storiche documentate la sua origine viene fatta risalire, nella forma attuale, al 1603, contestualmente alla fondazione della confraternita che ancora oggi ne cura l'allestimento e la preparazione, ossia l'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti (sul modello dell'omonima Confraternita dell'Orazione e Morte di Roma e alla quale, per un certo periodo, il sodalizio teatino è stato aggregato), la cui istituzione avvenne nel 1603 e, che nel 1648 si rese giuridicamente autonoma, con la redazione e promulgazione di un proprio statuto.

Solo dal 1650 si hanno notizie certe riguardanti un pellegrinaggio che l'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti organizzò in Roma in occasione dell'Anno Santo e nel quale furono portati in processione uno stendardo nero raffigurante la Morte, simbolo della confraternita, ed un cataletto, ricoperto da una coltre funebre in velluto damascato, sul quale era deposta la Statua di Gesù Cristo morto. Sono proprio l'estrema povertà e semplicità della processione in quel periodo, la sua essenzialità e brevità tipicamente medievale in contrasto con la ricchezza e la fastosità rinascimentale e poi barocca delle molte processioni istituite all'epoca che forniscono un ulteriore indizio sulla sua antica origine.

Tra il XVIII ed il XIX secolo alla processione furono apportate importanti modifiche, quali:

La statua della Madonna addolorata, che attualmente è utilizzata in sostituzione di quella originaria, è un'opera del XIX secolo e fu introdotta nella processione agli inizi del XX secolo.

Una delle tradizioni del rito teatino è che questa si debba sempre svolgere, anche in condizioni atmosferiche pessime e qualsiasi cosa accada. Si ricorda, infatti, che questa si tenne anche durante la Seconda Guerra Mondiale: nel 1944, nonostante fosse stato emanato il divieto di effettuarla, la processione si svolse ugualmente, in una versione ridotta e semplificata. I militari tedeschi entrarono nella Cattedrale di San Giustino per rastrellare gli uomini che vi avevano preso parte, ma fortunatamente senza successo, poiché i confratelli riuscirono a fuggire dalle varie uscite secondarie e segrete del Duomo.

Confraternite

La processione viene organizzata, sin dalla sua istituzione, dall’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti o del Suffragio, che ha sede nell'omonimo oratorio, adiacente la Cattedrale. I confratelli indossano l'abito da penitente, composto da un lungo camice, cappuccio e cingolo neri, con mozzetta gialla.

Altre tredici confraternite, prendono parte alla processione del Venerdì Santo con i membri vestiti con camice e cappuccio bianchi, e mozzetta propria. Esse sono:

  • Confraternita di Santa Maria delle Grazie ha sede. I confratelli si distinguono per la mozzetta rosso scuro decorata da due larghe nappe dorate. Questa confraternita accompagna il simbolo del Volto Santo.
  • Confraternita della Madonna del Freddo o della Neve ha sede presso la chiesa suburbana omonima. L'abito di questa congregazione è contraddistinto da una mozzetta azzurra con frange dorate. Essa accompagna il simbolo del Sasso.
  • Confraternita di Santa Maria di Costantinopoli ha sede nella Chiesa di Santa Chiara, con mozzetta azzurra decorata da una nappa dorata.
  • Confraternita del SS. Rosario o di San Domenico ha sede nella Chiesa della Madonna della Vittoria. I confratelli indossano una mozzetta nera ornata di fregi bianchi che richiamano i grani della corona del rosario. Questa confraternita accompagna la grande croce lignea.
  • Confraternita di San Giustino ha la sua sede presso la Cattedrale. I membri indossano una mozzetta rossa decorata da sottili nappe e frange dorate. Questa confraternita nella processione ha l'onore di sfilare vicina al clero.
  • Confraternita dei Cinturati o della Madonna della Consolazione ha sede nella Chiesa di Sant'Agostino.
  • Confraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, istituita nel XVII secolo, ha sede nella chiesa omonima. I confratelli indossano una mozzetta rossa bordata d'oro.
  • Confraternita dell'Immacolata Concezione ha sede nella Chiesa di San Francesco della Scarpa.

Descrizione

Preparativi

Domenica delle Palme

La mattina della Domenica delle Palme, i membri dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti sono convocati nella Cappella della confraternita, adiacente alla cripta della Cattedrale di San Giustino, per ricevere gli abiti di penitenti: questo è un momento di grande gioia e di condivisione collettiva.

Mercoledì Santo

La mattina del Mercoledì Santo, la priora, la moglie del governatore, insieme a quelle dei suoi predecessori, hanno il compito di "vestire a lutto" la statua della Madonna addolorata che normalmente è custodita, con "abiti quotidiani", nel grande armadio ligneo settecentesco della Sagrestia dell'Oratorio dell'Arciconfraternita.

Venerdì Santo

La mattina del Venerdì Santo, gli Strumenti simbolici della Passione vengono portati nella Cattedrale e disposti nelle navate laterali, mentre le statue della Madonna addolorata e di Gesù Cristo morto sono collocate nella cappella del Segretariato; ne verranno tratti solo al momento della processione serale.

Processione

La processione prende avvio intorno alle 19.00 dalla Cattedrale di San Giustino, dove, al termine della celebrazione liturgica, sulla scalinata del presbiterio il coro, formato da oltre 160 elementi, con altrettanti musici, esegue lo struggente Miserere composto verso il 1740 da Saverio Selecchy (1708 - 1788), maestro di cappella della Cattedrale, con l'inserimento, nella seconda metà del XX secolo, di alcune strofe scritte da don Ottavio De Caesaris, e, all'inizio del XXI secolo, da Giuseppe Pezzulo. L'orchestra, che accompagna il coro, attualmente, è composta di violini, viole, violoncelli, flauti traversi, clarinetti, fagotti e sassofoni.

La processione si snoda per le piazze e vie del centro storico, lungo gli assi ortogonali nord-sud ed est-ovest formando, di fatto, una croce sulla città. Il corteo si sviluppa con il seguente ordine:

  • Vessillo processionale nero con al centro lo stemma dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti;
  • Altre confraternite teatine, ognuna con le proprie insegne e le lanterne processionali;
  • religiosi e presbiteri;
  • membri dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro, insieme all'Arcivescovo di Chieti-Vasto;
  • membri (effettivi) dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, che hanno il compito di portare le Statue di Gesù Cristo morto e della Madonna addolorata: solo ai membri di questa fraternità spetta anche il compito di trasportare questi due simulacri, secondo una tradizione che si tramanda di padre in figlio;
  • musici e cantori;
  • membri (aggregati) dell'Arciconfraternita del Sacro Monte, che portano i Strumenti simbolici della Passione, scortati anche dai paggi, i quali sono giovani uomini che indossano un elegante frac nero di foggia neoclassica;
Confratelli dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti portano il simbolo del Gallo
  • carabinieri in alta uniforme e vigili del fuoco;
  • autorità civili e fedeli.

Lungo gran parte del percorso sono collocati tripodi accesi, che creano un'atmosfera di grande suggestione e raccoglimento.

Alla processione vengono portati anche i bambini, che non hanno ancora compiuto un anno, poiché al passaggio delle statue di Gesù Cristo morto e della Madonna addolorata vengono alzati, come se fossero presentati, dai loro genitori.

A notte inoltrata il corteo rientra nella Cattedrale di San Giustino; dopo aver sistemato i simulacri, tutte le confraternite (tranne quella del Sacro Monte dei Morti, che ha la sua sede in Duomo) tornano nelle loro chiese d'appartenenza.

Sculture processionali

Le vere protagoniste della processione e le ultime ad uscire, portate dai membri effettivi dell'Arciconfraternita, sono le due sculture processionali raffiguranti:

  • Madonna addolorata, realizzata nel 1910, in sostituzione di quella usata fin dal 1833, è un manichino abbigliato con una veste di seta e velluto nero, ricamata in oro. Il volto è sofferente, le braccia tese, nella mano sinistra stringe un fazzoletto. Un velo in tulle nero trapuntato di stelle d'oro le copre il capo e le scende fino ai piedi.
  • Gesù Cristo morto (XVIII secolo), in legno policromo, opera di ambito napoletano, posta su un cataletto barocco coperto da coltre funebre (1827), in velluto nero con ricami in oro e argento, che rappresentano due stemmi dell'Arciconfraternita e realizzato nella bottega manifatturiera di Pasquale Randazzi a Napoli.

Durante l'anno, entrambe le statue processionali sono custodite nell'Oratorio, sede dell'Arciconfraternita.

Strumenti simbolici della Passione

Gli Strumenti simbolici della Passione, detti popolarmente Trofei, vennero realizzati nel 1855 dall'artista teatino Raffaele Del Ponte (1813 - 1872) su commissione da Giulio Valignani, governatore dell'Arciconfraternita; questi sono portati in processione a spalla dai membri aggregati della fraternita.

Confratelli dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti portano il simbolo delle Lance

I sette Simboli della Passione sono:

  • Angelo con in mano il calice che ricorda l'orazione di Gesù Cristo nell'orto del Getsemani.
  • Lance dei soldati inviati dal Sinedrio, con una daga, le lanterne e il sacchetto dei trenta denari, compenso di Giuda Iscariota, in ricordo dell'arresto di Gesù Cristo nell'orto del Getsemani.
  • Gallo, che allude al rinnegamento di san Pietro, posato sulla colonna della flagellazione con gli strumenti e la mano che hanno percosso Gesù Cristo.
  • Sasso allude al trono della beffa, sul quale venne fatto sedere il Gesù Cristo coronato di spine e recante uno scettro di canna; la tunica porpora fatta indossare da Gesù Cristo con i dadi che servirono ai soldati per giocarsela; un bacile ed una brocca in argento, in ricordo del gesto compiuto da Ponzio Pilato, che ogni anno sono affidati alla famiglia Obletter all'Arciconfraternita: questi oggetti furono utilizzati per il battesimo di padre Gabriele M. Obletter, frate francescano morto nel 1964, sepolto nella Chiesa del Sacro Cuore e proclamato Servo di Dio.
  • Volto Santo che ricorda l'episodio tradizionale della Veronica.
  • Scala con appesi le tenaglie martello, i chiodi della crocifissione, la canna con una spugna bagnata d'aceto e la lancia del soldato romano che ferì pietosamente Gesù Cristo al costato per accelerarne la morte.
  • Croce, rude e pesante, ai cui piedi è posto il serpente del peccato originale ed il cranio del primo peccatore, Adamo, ossia le motivazioni del sacrificio di Gesù Cristo.
Bibliografia
  • Raffaele Bigi, Ipotesi sulla nascita a Chieti della Processione del Venerdì Santo e dell'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti, Editore F.lli Brandolini, Chieti 2008
  • Laura Cavallo, Francesca Faramondi, Feste e Sagre in Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Editore L'Ortensia Rossa, Roma 2010, p. 69 ISBN 9788896372197
  • Carlo Mascitelli, Marco Mascitelli, La processione del Cristo morto di Chieti, Editore Tabula Fati, Chieti 2007 ISBN 9788874751310
  • Luigi Vicoli, Per la Passione del Redentore, Editore Del Vecchio, Chieti 1859.
  • Mario Zuccarini, L'Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti di Chieti e la processione del Venerdi Santo nella storia religiosa d'Abruzzo, Editore Marchionne, Chieti 1977
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 9 settembre 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.