Santa Claudina Thévenet

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Santa Maria di Sant'Ignazio Thévenet, R.J.M.
Religiosa
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al secolo Claudine
battezzata
Santa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 62 anni
Nascita Lione
30 marzo 1774
Morte Lione
3 febbraio 1837
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa Puy, 25 febbraio 1823
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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Scomunicato da
Riammesso da da
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 4 ottobre 1981, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione 21 marzo 1993, da Giovanni Paolo II
Ricorrenza 3 febbraio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 3 febbraio, n. 7:
« A Lione in Francia, santa Maria di Sant'Ignazio (Claudina) Thévenet, vergine, che mossa da carità e da forza d'animo fondò la Congregazione delle Suore dei Sacri Cuori di Gesù e Maria per la formazione cristiana delle giovani, soprattutto povere. »

Santa Maria di Sant'Ignazio Thévenet, al secolo Claudine (Lione, 30 marzo 1774; † Lione, 3 febbraio 1837) è stata una religiosa e fondatrice francese della Congregazione delle Suore dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (1818).

Biografia

Nacque a Lione il 30 marzo 1774, secondogenita di Filiberto Thévenet e di Antonietta nata Guyot. Dopo una sana educazione in famiglia studiò dal 1784 al 1789, presso l'abbazia benedettina di Saint-Pierre-les-Nonnains, da cui fu dimessa all'insorgere della rivoluzione.

Il 5 gennaio 1794, visitando come di solito il carcere, dove erano stati rinchiusi anche i suoi fratelli Luigi Antonio e Francesco, Maria dovette assistere all'esecuzione di 43 giovani. I fratelli avvicinati un momento prima dell'esecuzione le dissedo:

« perdona come noi perdoniamo »

, quella atroce esecuzione di cui fu angosciata spettatrice, incisero sull'organismo di Glady che rimase afflitta per tutta la vita da un cronico mal di testa, da un continuo tremolio del capo e dal respiro affannoso, pur avendo perdonato agli uccisori e il delatore. Quando queste ripercussioni si manifestavano in una forma più spiccata, cercava di troncare l'attenzione con la frase: "Il mio Terrore".

Nel 1815 organizzò la prima "Provvidenza" tra le fanciulle abbandonate. La vera chiamata del Signore giuse quando il padre Andrea Coindre, parroco di San Brunone, conscio delle qualità della giovane donna, le portò due ragazzine, con vestiti strappati, che piangevano tremavano di freddo. Claudina le accolse e, aiutata da altre ragazze, si dedicò alla loro assistenza ed educazione. Dopo questo incontro Padre Coindre aiutò Claudina nel suo lavoro, incoraggiandola con consigli e divenendo la sua guida spirituale.

Il 31 luglio 1816 fondò, con Padre Coindre, la "Pia Associazione del Sacro Cuore" che raggruppava all'inizio otto compagne insieme a lei, il gruppo fu suddiviso in quattro rami secondo l'apostolato svolto. Claudina fu eletta all'unanimità presidentessa. Per tutti i membri l'associazione rappresentò una preparazione alla vita religiosa. Padre Coindre, animatore di quest'Opera, il 31 luglio 1818 invitò il gruppo a darsi una struttura comunitaria, aggregando le aderenti più fervorose in una comunità religiosa e costituendo Claudina pietra angolare del nuovo istituto. Dio vi ha scelto, disse Padre Coindre e la risposta di Claudina fu un sì totale.

La notte dal 5 al 6 ottobre 1818 lasciò definitivamente la casa a Pierre-Plantées, che aveva abitata con sua madre, per consacrare la propria vita a Dio e all'educazione delle bambine e delle giovani più sfortunate. Quella notte fu la più penosa della sua vita, come dirà lei stessa:

« Mi sembrava di essermi lanciata in un'avventura folle che non aveva alcuna garanzia di successo »

Il 6 ottobre 1818, a Pierres-Plantées, sulla collina della Croce Rossa di Lione la Thévenet fondò una seconda «Provvidenza». Erano solo in tre quella notte con la Fondatrice: un'associata, un'operaia e un'orfana. L'avventura consisteva nell'installarsi definitivamente in una semplice casa per dar vita alla Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria ovvero, dal 1841, delle Religiose di Gesù-Maria con il compito di dedicarsi all'educazione della gioventù femminile di tutte le classi sociali.

L'opera si sviluppò rapidamente, il 12 luglio 1820, acquistato un vasto appezzamento di terreno dal fratello di Paolina Jarricot, fondatrice delle Opere Pontificie Missionarie, sulla collina lionese di Fourvière, vicino al santuario di Notre-Dame, cominciò la costruzione della casa madre dell'Istituto e degli altri edifici per le opere caritative che contava: un educandato per giovani di buona famiglia e una provvidenza per orfanelle e ragazze derelitte, a cui assicurare un'adeguata formazione religiosa e civile al tempo stesso in cui apprendevano a lavorare nelle filande per poi trovare una stabile sistemazione nei setifici di Lione. Alcuni mesi più tardi fondò un altro educandato a Belleville con annessa una classe per i poveri.

Claudina che, da giovane, aveva ricevuto un'eccellente educazione, volle che l'avessero anche le sue ragazze. Si assicurava perciò che tutte le figlie alle quali venivano affidati i pensionati avessero i regolari requisiti statali. Oltre all'insegnamento incoraggiava le ragazze a risparmiare parte di ciò che guadagnavano, le faceva collaborare alla propria formazione e le correggeva con bontà. Infatti, in campo educativo fu considerata un'autentica pioniera. La comunità, come l'opera stessa, si sviluppava. E in Claudina e nelle sue compagne si faceva sempre più vivo il desidero di darsi a Dio sotto la forma d'una vera e propria Congregazione. La situazione però non era favorevole. Infatti, il cardinale e arcivescovo di Lione Joseph Fesch, risiedeva a Roma e vietava nuove fondazioni religiose.

La comunità cercò quindi un altra diocesi e nel 1821 la giovane Congregazione si trasferì a Monistrol, nella diocesi di Le Puy-en-Velay, iniziando regolarmente la vita religiosa. Claudina, che aveva preso le decisioni più importanti della sua consacrazione a Dio nella festa di sant'Ignazio di Loyola, assunse il nome di Maria di sant'Ignazio. Nel 1823 la Congregazione ricevette finalmente la prima approvazione del vescovo e il 25 febbraio 1823, nella cappella dei missionari di Puy, a Monistrol, Maria di sant'Ignazio, insieme a quattro compagne, si consacrò per sempre al Signore. L'indomani Maria divenne prima Superiora generale. Nel 1825 furono approvate anche le sedi di Lione e di Belleville.

Gli anni successivi furono caratterizzati da grandi prove. Nel febbraio 1826 morì padre Coindre non ancora quarantenne. Tara il 1830 e il 1834 varie rivolte insanguinarono Lione. Il 19 aprile 1834, i soldati occuparono il pensionato. Madre Maria di sant'Ignazio intraprese nuove costruzioni, tra cui la Cappella della Casa Madre. Al tempo stesso si dedicò alla redazione delle Costituzioni della sua Congregazione. Per ottenere i titoli richiesti dallo stato per la direzione dei pensionati, s'iscrisse agli esami per il diploma ufficiale; aveva allora 48 anni. La sua sensibilità per i bisogni dei poveri era così grande che non poteva rifiutare l'ammissione quando bussavano alla porta. Così, quando un giorno, in cui tutti i posti erano occupati e le risorse finanziare finite, venne una nuova bambina, disse lo stesso:

« Accoglietela, Dio guarderà »

Nel 1835 dovette combattere contro il tentativo di fusione della sua Congregazione con le Religiose del Sacro Cuore di Maddalena Sofia Barat. Questo pericolo l'aveva lasciata profondamente scossa. Nel 1836 ebbe invece la gioia di assistere a una delle prime messe del suo nipote, celebrata nell'oratorio della casa.

Ormai le sue forze fisiche andavano scemando, il 29 gennaio 1837, madre Maria di sant'Ignazio ricevette l'unzione degli infermi. I suoi ultimi giorni furono segnati dalla sofferenza sia fisica che morale. Morì il 3 febbraio 1837, alle tre di pomeriggio, nella casa di Fourvière a Lione, dopo una vita di costante fedeltà all'ideale propostosi fin dal 1816 di cercare la propria santificazione mediante le pratiche delle virtù cristiane e dei consigli evangelici e con l'esercizio delle opere di carità in favore del prossimo. Le sue ultime parole furono:

« Quanto è buono Dio! »
Voci correlate
Collegamenti esterni