Tesoro della Cattedrale di Palermo
Tesoro della Cattedrale di Palermo | |
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Opificio del Palazzo Reale, Camaleuco dell'imperatrice Costanza d'Aragona (1220 - 1222 ca.), oro, argento dorato e filigranato, smalti, perle e pietre policrome. | |
Categoria | Musei della Cattedrale |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Sicilia |
Regione | Sicilia |
Provincia | Palermo |
Comune | Palermo |
Diocesi | Arcidiocesi di Palermo |
Indirizzo | Corso Vittorio Emanuele -
90134 Palermo (PA) |
Telefono | +39 091 334373 |
Sito web | [1] |
Proprietà | Arcidiocesi di Palermo |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | ex voto, gioielli, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, visite guidate |
Datazione sede | Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine |
Fondatori | cardinale Ernesto Ruffini |
Data di fondazione | 1950 |
Il Tesoro della Cattedrale di Palermo, inaugurato nel 1950 per volere del cardinale Ernesto Ruffini, ha attualmente sede nei locali attigui alla Cappella di Santa Rosalia, all'interno della Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dalla Duomo.
Storia
Il Tesoro, originariamente composto da un'unica sala, di recente l'allestimento del tesoro è stato modificato con lavori di restauro degli ambienti che hanno migliorato la fruizione delle sale e delle opere, soprattutto di quelle più antiche, come la Corona di Costanza d’Aragona.
Nel 2005, si iniziò a pensare ad una nuova esposizione museale del Tesoro da realizzarsi, ispirandosi alle soluzioni espositive adoperate in occasione della mostra del 1994 dedicata a Federico II di Svevia e la Sicilia, dove la corona sopracitata, simbolo stesso della raccolta, era stata esposta inserita entro una vetrina che consentiva al visitatore di girarle intorno offrendogli diversi punti di vista.
Il nuovo percorso espositivo ha ritrovato gli spazi, che già erano stati del Tesoro prima del suo trasferimento nel 1950, voluto dal cardinale Ernesto Ruffini (a Palermo, dal 1945 al 1967), nel locale dei Padri Beneficiali, ma non ne ha alterato lo stato dei luoghi, inserendo i nuovi spazi espositivi all'interno di armadi in legno scuro a parete con vetrine munite di illuminazione a fibre ottiche e teche centrali, come ad esempio quella della Corona di Costanza. Il Tesoro ora occupa le due grandi sale attigue della Canonica e della Sagrestia, accessibili nel lato meridionale della Cattedrale dal vestibolo con ingresso diretto dal sagrato e interno dalla Cappella di Santa Rosalia, l'ambiente del Diaconico, e la Nuova sacrestia.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa lungo 4 sale espositive presentando il Tesoro della Cattedrale che raccoglie ori, argenti, gioielli, paramenti sacri, dall'età normanna al XX secolo, che si legano strettamente alle figure che ne hanno fatto la storia.
Sala I - Antica sacrestia dei Canonici
Nella prima sala sono conservate le opere della fase normanna, tra le quali si notano:
- Camaleuco dell'imperatrice Costanza d'Aragona (1220 - 1222 ca.), in oro, argento dorato e filigranato, smalti, perle e pietre policrome, realizzata dall'opificio del Palazzo Reale di Palermo.
- Anelli di Costanza d'Aragona (1220 - 1222 ca.), in oro e pietre preziose policrome, realizzata dall'opificio del Palazzo Reale.
- Teca cilindrica (XIII secolo), in avorio, opera di bottega siculo-araba.
- Calice (seconda metà del XV secolo), in argento dorato, opera di argentieri palermitani.
- Reliquiario architettonico della cintura di Maria Vergine (seconda metà del XV secolo), di argentieri palermitani.
- Reliquiario architettonico del legno della Santa Croce (fine del XVI secolo), in argento sbalzato, cesellato, traforato e cristallo di rocca, di argentiere siciliano.
- Calice del canonico Giovan Battista La Rosa e Spatafora (ante 1637), in oro, argento dorato, smalti e gemme, opera dell'orafo palermitano Camillo Barbavara.
- Mitria del cardinale Giannettino Doria (1608 - 1642), in seta ricamata in oro, perle, smalti rubini, berilli e turchesi, opera dell'orafo Camillo Barbavara.
- Paliotto dell'arcivescovo Giovanni Carandolet (1520 - 1544), in velluto e tela di lino ricamata, con elementi precedenti come il Gruppo di sei aquile (metà del XIII secolo), in argento dorato e sbalzato, paste vitree e smalti, opere dell'opificio del Palazzo Reale.
- Reliquiario a statua di santa Rosalia (1724), in argento.
Sala II - Cappella del Tesoro
Nella seconda sala sono conservati suppellettili liturgiche e paramenti sacri, databili dal XVII al XX secolo, tra i quali si notano:
- Paliotto (prima metà del XVII secolo), in tela ricamata in filati metallici e grani di corallo, di manifattura siciliana, proveniente dalla Cappella del Crocifisso.
- Fermaglio di piviale (fine del XVII secolo), in oro, smeraldi e diamanti tagliati a tavoletta, di bottega orafa palermitana, appartenuta verosimilmente all'arcivescovo Ferdinando de Bazan, anche se il monile reca lo stemma del più tardo arcivescovo Francesco Ferdinando Sanseverino (a Palermo, dal 1776 al 1793).
- Croce pettorale (prima metà del XVIII secolo), in argento cesellato, ametiste e cristalli, di bottega orafa siciliana.
- Ostensorio ingemmato (terzo quarto del XVIII secolo), realizzato dagli argentieri Antonino Miceli e Salvatore Mercurio.
- Monile del Santo Costato (ante 1782), in argento sbalzato, cesellato e fuso, rubino e diamanti, di Francesco Burgarello.
- Pendente a fiocco con croce (fine del XVIII secolo), in oro, argento dorato e smeraldi, di bottega orafa palermitana.
- Croce pettorale dell'arcivescovo Francesco Ferdinando Sanseverino (ante 1793), in oro, zaffiri e brillanti, di bottega orafa palermitana.
Inoltre, sull'altare della Cappella, è collocata:
- Statua della Madonna della Scala (1503), in marmo, di Antonello Gagini.
Sala III - Diaconico
La terza sala (Diaconico, ex-abside Sud-Est dell'antica Cattedrale), cui si accede attraverso lo splendido portale marmoreo del XV secolo, e dal quale è possibile osservare la zona addossata alla torre scalaria di Sud-Est ed i resti architettonici dell'antica Cattedrale normanna.
Sala IV - Nuova sacrestia dei Canonici
Nella sala, sono custodite le oreficerie più recenti, databili dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri, tra cui alcuni dei doni del cardinale Ernesto Ruffini, del cardinale Salvatore Pappalardo (1970 - 1996) e del cardinale Salvatore De Giorgi (dal 1996 - 2006).
In questo ambiente si conservano splendidi gioielli-ex voto, databili dal XVIII al XX secolo, tra i quali si distinguono:
- Quattro orecchini a girandole (metà del XVIII - metà del XIX secolo), in argento, rubini e diamanti, di bottega orafa siciliana.
- Due catene da statua ingemmate (fine del XVIII secolo), in oro, argento e gemme colorate, di bottega orafa siciliana.
- Orecchini a navicelle (fine del XVIII secolo), in oro, smalto policromo e perline, di bottega orafa siciliana.
- Sei anelli episcopali (inizio XIX - inizio del XX secolo), in oro, smeraldi, diamanti, zaffiri, ametista e quarzo, di bottega orafa siciliana.
- Tre orecchini (seconda metà del XIX - primo quarto del XX secolo), in oro rosso e giallo, madreperla, corallo, argento e brillanti, di bottega orafa siciliana.
Galleria fotografica
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