Museo Diocesano di Palermo

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Museo Diocesano di Palermo
Palermo MuDi PalazzoArcivescovile sede.jpg
Palazzo Arcivescovile (sede del museo)
Categoria Musei diocesani
Stato bandiera Italia
Regione ecclesiastica Regione ecclesiastica Sicilia
Regione Stemma Sicilia
Provincia Palermo
Comune Palermo
Diocesi Arcidiocesi di Palermo
Indirizzo

Via M. Bonello, 2 -

90134 Palermo (PA)
Telefono +39 091 6077215
Posta elettronica museo@diocesipa.it
Sito web [1]
Proprietà Arcidiocesi di Palermo
Tipologia arte sacra
Contenuti arredi sacri, ceramiche, codici miniati, dipinti, gioielli, incunaboli, lapidi, libri antichi a stampa, manoscritti, medaglie, metalli, monete, mosaici, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica, tessuti, vetri
Servizi accoglienza al pubblico, audioguide, biblioteca, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, laboratorio di restauro, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate
Sede Museo Palazzo Arcivescovile
Fondatori cardinale Alessandro Lualdi
Data di fondazione 14 luglio 1927

Il Museo Diocesano di Palermo ha sede nel Palazzo Arcivescovile e venne inaugurato il 14 luglio 1927, per volere del cardinale Alessandro Lualdi (1904 - 1927) con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dalla Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine e dal territorio diocesano.

Storia

Il Museo venne aperto al pubblico nel 1927 all'interno del Palazzo Arcivescovile dal cardinale Alessandro Lualdi (1904 - 1927).

La collezione primitiva, selezionata da mons. Guido Anichini, era costituita soprattutto dalle sculture che decoravano la Cattedrale, prima che questa venisse trasformata secondo lo stile neoclassica su progetto dell'architetto fiorentino Ferdinando Fuga alla fine del XVIII secolo. Si potevano così osservare nel Museo rilievi rinascimentali e barocchi, ma anche altri reperti provenienti da chiese distrutte o non più aperte al culto. A questo nucleo originale, si aggiunse un rilevante prestito di opere provenienti dal Museo Nazionale di Palermo (oggi Galleria Regionale di Palazzo Abatellis) che annoverava, tra le altre cose, pitture di Giorgio Vasari, Marco Pino e Antonio Alberti detto il Barbalonga, quest'ultima ancora oggi presente in mostra.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1952, il Museo fu rinnovato da mons. Filippo Pottino su incarico del cardinale Ernesto Ruffini (1945 - 1967), con l'obiettivo di esporre anche i beni sopravvissuti ai bombardamenti.

Nel 1972, per volere del cardinale Salvatore Pappalardo (1970 - 1996), il Museo fu nuovamente inaugurato con un terzo allestimento, in gran parte simile al precedente. In questa occasione le sale ad opera di mons. Paolo Collura furono arricchite con opere e suppellettile liturgica provenienti da chiese in cui non vi erano sufficienti condizioni di sicurezza, temendo che potessero essere trafugate come era avvenuto nel 1969 alla celebre Natività di Gesù del Caravaggio, mai più recuperata.

Negli anni Ottanta del XX secolo, con il restauro del Palazzo Arcivescovile, il Museo è stato chiuso in attesa del nuovo ordinamento, curato da Maria Concetta Di Natale e Pierfrancesco Palazzotto. L'attuale allestimento, progettato dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, negli ambienti restaurati su progetto dell'arch. Salvatore Forzisi e dell'ing. Giuseppe Siragusa, è stato aperto al pubblico il 22 dicembre 2003 alla presenza del cardinale Salvatore De Giorgi (1996 - 2007).

Inoltre, attualmente sono in corso i lavori per l'ampliamento che ingloberanno altri ambienti del Piano Nobile del palazzo, tra cui la Sala Gialla e la Sala Azzurra e la Sala Borremans.

Percorso espositivo e opere

L'itinerario museale si sviluppa lungo 13 sale espositive completate da altri due ambienti (Sala azzurra e Sala gialla), considerati al di fuori della raccolta permanente delle opere.

I - Sala d'ingresso

Madonna con Gesù Bambino, detta Madonna della Perla (1171), tempera su tavola

Nell'ambiente d'ingresso al Museo è esposto, di particolare interesse culturale:

  • Veduta del distretto parrocchiale dell'Albergheria di Palermo (1749), olio su tela, di anonimo pittore, proveniente dalla Chiesa di San Nicolò l'Albergheria.

II - Sala dei fondi oro

La sala conserva opere, fra cui si notano di particolare interesse storico-artistica:

Anonimo pittore toscano, Madonna con Gesù Bambino (primo quarto del XV secolo), tempera su tavola

III - Sala della Trifora

La sala prende il nome dalla splendida trifora gotico-flamboyant di derivazione catalana, testimone della origini tardoquattrocentesche del Palazzo Arcivescovile.

Nella sala sono esposte le opere databili dalla metà del XV al XVI secolo. Di rilievo:

IV - Sala degli scavi del Palazzo Arcivescovile

Nell'ambiente sono visibili le preesistenze del palazzo, la parte più antica della città di fondazione punica.

V - Sala delle Opere in Restauro

La sala è adibita a laboratorio di restauro e consente ai visitatori di assistere alle operazioni in corso di esecuzione.

VI - Sala dei Reperti archeologici

Domenico Gagini (scuola di), San Gabriele arcangelo annunciante (fine del XV secolo), marmo

Nella sala sono esposti i reperti archeologici, databili dall'età arcaica all'età medievale, ritrovati duranti gli scavi nel Palazzo Arcivescovile.

VII - Sala della scultura del Quattrocento

Nel XVIII secolo, la Cattedrale viene completamente ristrutturata su progetto di Ferdinando Fuga (1781 - 1801) e molti degli apparati decorativi originari furono trasportati nei magazzini. Con l'apertura del Museo furono trasportati nella sede espositiva.

Nella sala sono presentate sculture, databili al XV secolo, fra le quali si notano:

Domenico Gagini (scuola di), Madonna annunciata (fine del XV secolo), marmo

Inoltre, nella sala sono esposti:

  • Compianto di Gesù Cristo morto (seconda metà XV secolo), in marmo, di ambito fiammingo, proveniente dall'Oratorio di Maria SS. di tutte le Grazie del Sabato alla Meschita.
  • Cavaliere giacente (seconda metà XV secolo), in marmo, di Francesco Laurana e bottega, proveniente dalla Chiesa dei SS. Giovanni e Giacomo a Porta Carini.
  • Madonna annunciata (fine del XV secolo), in marmo, di scuola di Domenico Gagini, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Portosalvo, già Cattedrale.
  • Santa Barbara (1496), in marmo dipinto, di ambito gaginiano, proveniente dal Seminario Arcivescovile, già Cappella di Santa Barbara.
  • Madonna con Gesù Bambino detta Madonna di Trapani (fine XV - inizi XVI secolo), in marmo alabastrino dipinto e dorato, di anonimo scultore, proveniente dalla Chiesa di Sant'Agata alla Guilla.
  • Madonna di Loreto (inizi XVI secolo), marmo dorato, di anonimo scultore siciliano, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Loreto della congregazione dei Molinari.

VIII - Sala della Tribuna e della scultura del Cinquecento

La sala è dedicata alla scultura del XVI secolo. Fa da cerniera fra questa sala e la precedente un frammento dell'arco scolpito con:

Mario Di Laurito, Adorazione dei Magi (prima metà del XVI secolo), olio su tavola

In particolare, la sala documenta l'opera di Antonello Gagini, considerato il maggiore scultore del Cinquecento siciliano, ed a lui è dedicata la sala insieme alla sua maggiore e più nota opera: la Tribuna marmorea un tempo collocata nel presbiterio della Cattedrale e realizzata a partire dal 1510, della quale sono esposte:

Inoltre, tra le sculture esposte, si segnalano:

IX - Sala dei marmi mischi

Trovano qui posto esemplari scultorei di epoca barocca, tra cui si notano:

Vincenzo La Barbera, Santa Rosalia intercede per Palermo (1624), olio su tela
  • Madonna con Gesù Bambino con san Giacomo e san Francesco di Paola (1887), ceramica maiolicata, di Giuseppe Di Bartolo, proveniente dalla collezione mons. Lagumina del Museo Nazionale di Palermo.
  • Paliotto architettonico (post 1728), in argento sbalzato, cesellato, inciso e dorato e con parti fuse, rame, opera di argentiere palermitano, proveniente dalla Chiesa dei SS. Cosma e Damiano.
  • Mattoni di censo con emblemi (XVII secolo), in ceramica maiolicata, di bottega palermitana.
  • Due putti con stemma episcopale (ultimo quarto XVII secolo), in marmo, di bottega palermitana.

X - Sala delle vedute della città

La sala è dedicata al pittore campano Mario di Laurito che, contestualmente all'azione di Vincenzo da Pavia, importò in Sicilia elaborati della cultura napoletana come frutto delle influenze rinascimentali lombarde, tra i dipinti esposti si notano:

XI - Sala del Manierismo e Caravaggismo

Nella sala sono esposte opere e suppellettile liturgica, databile dal XVI all'inizio del XVII secolo, tra le quali si notano:

Giovanni Gili, San Vito (1532), legno scolpito, dipinto e dorato
Pietro Novelli, Annunciazione (1640 ca.), olio su tela
  • Ostensorio (seconda metà XVII secolo), in argento sbalzato e cesellato con parti fuse, di anonimo argentiere spagnolo.
  • Calice (1679 - 1680), in argento dorato, sbalzato e cesellato, di bottega orafa palermitana, proveniente dall'Oratorio dei SS. Lorenzo e Francesco.

XII - Sala Novelli

La sala è dedicata a Pietro Novelli, massimo pittore siciliano attivo nella prima metà del XVII secolo, del quale si conservano:

  • Compianto di Gesù Cristo morto (1646 ca.), olio su tela, proveniente dalla Chiesa di S. Chiara.

Inoltre, nella sala sono esposti dipinti, provenienti dall'Oratorio di S. Stefano:

Tra oggetti liturgici esposti, si segnalano:

XIII - Sala del Settecento

La sala chiude il percorso museale con le opere dell'ultimo Barocco. Sono qui presenti alcune significative opere e suppellettile liturgica, tra le quali si evidenziano:

  • Navicella portaincenso (1666 - 1667), argento sbalzato, cesellato, inciso e con parti fuse, di argentiere palermitano, prov. chiesa di S. Maria di Monserrato al Castellammare.
Paolo Amato, Fercolo processionale di sant'Agata (1680), legno intagliato, dipinto e dorato
  • Fercolo processionale di sant'Agata (1680), in legno intagliato, dipinto e dorato, opera di Paolo Amato ed altri anonimi artisti siciliani, proveniente dalla Chiesa di S. Agata la Pedata.
  • Abramo e i tre angeli (fine XVII secolo), olio su tela, di Pietro Dell'Aquila, proveniente dalla Chiesa di S. Pietro Martire.
  • Paliotto con la Presentazione di santa Rosalia a Maria Vergine (1710 ca.), canovaccio ricamato in oro filato, fili di seta policromi e grani di corallo, di manifattura siciliana, proveniente dalla Chiesa di Santa Rosalia.
  • Coppia di reliquiari (1718 - 1719), in argento sbalzato e cesellato, legno intagliato e dorato, di argentieri palermitani.
  • Pianeta (1720 ca.), in taffetas laminato ricamato, di manifattura siciliana.
  • Tonacella (primo quarto XVIII secolo), in damasco broccato, di manifattura italiana o francese, proveniente dalla Chiesa di San Giovanni Decollato.
  • Due frammenti di statue raffiguranti le Allegorie della Fede e della Clemenza (1728), in stucco, di Giacomo Serpotta, provenienti dall'Oratorio dei Miseremini in S. Matteo.
  • Gesù Cristo deposto (prima metà XVIII secolo), in ceroplastica, di Anna Fortino.
  • Paliotto con l'Agnus Dei e Libro dei sette sigilli (prima metà XVIII secolo), in taffetas moiré e ricami in oro filato e grani di corallo, di manifattura siciliana.
Bottega trapanese, Statuetta di san Sebastiano (metà XVIII secolo), in alabastro, alabastro rosa, tela e colla dipinta e rame dorato

Galleria fotografica

Bibliografia
  • Maria Concetta Di Natale (a cura di), Capolavori d'arte del Museo Diocesano di Palermo, Editore O.DI.PA, Palermo 1998
  • Maria Concetta Di Natale (a cura di), Arti decorative nel Museo Diocesano di Palermo, Editore O.DI.PA, Palermo 1999
  • Maria Concetta Di Natale, Museo Diocesano di Palermo, Flaccovio Editore, Palermo 2006
  • Erminia Giacomini Miari, Paola Mariani, Musei religiosi in Italia, Touring Editore, Milano 2005, p. 233
Voci correlate
Collegamenti esterni