Abbazia di Moissac

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Abbazia di Moissac
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Moissac facade SaintPierre.jpg
Chiesa abbaziale
Altre denominazioni
Stato bandiera Francia
Regione Occitania
Dipartimento
Comune Moissac
Località {{{Località}}}
Diocesi Diocesi di Montauban
Religione Cattolica
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Telefono {{{Telefono}}}
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Posta elettronica [mailto: ]
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà {{{Proprietà}}}
Oggetto tipo Abbazia
Oggetto qualificazione
Dedicazione San Pietro apostolo
Vescovo {{{Vescovo}}}
Sigla Ordine qualificante O.S.B. Clun.
Sigla Ordine reggente O.S.B. Clun.
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Architetto


Stile architettonico
Inizio della costruzione XI secolo
Completamento
Distruzione
Soppressione 1791
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione {{{AnnoInaugur}}}
Inaugurato da {{{InauguratoDa}}}
Data di consacrazione 1095 ca.
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Titolo
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Note {{{Note}}}
Coordinate geografiche
44°06′00″N 1°04′00″E / 44.1, 1.083333 bandiera Francia
Mappa di localizzazione New: Francia
Abbazia di Saint-Pierre de Moissac
Abbazia di Saint-Pierre de Moissac
Bordeaux
Bordeaux
Parigi
Parigi
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
Abbaye Saint-Pierre de Moissac
Moissac Abbey
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Tipologia Culturali
Criterio ii, iv, vi
Pericolo Bene non in pericolo
Anno 1993, 1998, 2015
Scheda UNESCO inglese
francese
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Cammino di Santiago de Compostela
Patrimoni dell'umanità in Francia
Patrimoni dell'umanità in Spagna

L'Abbazia di Moissac (in francese: Abbaye Saint-Pierre de Moissac) è un complesso architettonico religioso con straordinarie sculture romaniche, situato nel comune francese di Moissac, sul Cammino di Santiago.

Fondata nel VII secolo, fu saccheggiata dai musulmani dopo la sconfitta nella battaglia di Poitiers e bruciata nel 1042. Nel 1047 l'abbazia fu collegata alla potente abbazia di Cluny e divenne, a partire dal XII secolo, il centro monastico più eminente della Francia sud-occidentale. Se l'abbazia e il chiostro offrono un notevole esempio di stile romanico e gotico, è il timpano della porta sud a costituire il vero capolavoro di Moissac.

L'Abbazia di Moissac, insieme al suo chiostro, fa parte dei beni iscritti nel Cammino di Santiago in Francia, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1998[1].

Storia

Secondo la tradizione benedettina, sarebbe stata fondata da Clodoveo I il giorno dopo una vittoria riportata qui sui Visigoti, nel 506. Avendo fatto il voto di erigere un monastero in caso di trionfo, il re francese lanciò dalla cima della collina il suo giavellotto per segnare il posto preciso dove si sarebbe innalzata l'Abbaye aux mille moines (l'abbazia dei mille monaci), in memoria di mille dei suoi guerrieri morti in combattimento. Ma il giavellotto andò a piantarsi in mezzo ad una palude, cosa che richiese grande abilità dei costruttori per erigere gli edifici.

Moissac fu uno dei molti monasteri stabiliti nell'Aquitania nel VII secolo, con l'appoggio di sovrani merovingi come Dagoberto I, sotto l'impulso certamente del vescovo di Cahors, San Desiderio di Cahors (630-655).

Il privilegio della protezione reale fu rinnovato all'inizio del IX secolo da Ludovico il Pio, allora re di Aquitania, protezione presto assunta dal Conte di Tolosa.

La collocazione della città sulla grande via di passaggio, stradale e fluviale, che collega Bordeaux e Tolosa la rendeva particolarmente vulnerabile alle invasioni. L'abbazia fu quindi saccheggiata dai mori d'Al-Andalus, una prima volta quando questi assediarono Tolosa, una seconda volta dopo la loro sconfitta di Poitiers nel 732. Un secolo più tardi, nuovi saccheggi furono perpetrati dai pirati normanni che risalivano la Garonna e, nel X secolo, dagli Ungari.

L'annessione all'Ordine di Cluny

All'inizio del nuovo millennio, con l'abate Etienne, la vita dei monaci era divenuta al quanto rilassata, i grandi possedimenti e la relativa ricchezza permisero ai religiosi di condurre una vita agiata e poco aderente alla regola di San Benedetto. Etienne aveva ottenuto il suo seggio abbaziale soltanto alla benevolenza di Gaubert, un signore locale che aveva comperato l'abbazia a caro prezzo. Interessato a rientrare nei suoi conti, aveva incaricato il suo protetto di deviare tutte le ricchezze del monastero. Secondo un cronista, l'abbazia era diventata un covo di briganti.

La morte dell'abate spinse il vescovo di Cahors ad intervenire e fare appello ai monaci cluniacensi. Durand di Bredons, il nuovo abate di Cluny, arrivò personalmente sui luoghi con la missione in primo luogo di sistemare gli edifici che minacciano di crollare, e in seguito, ripristinato l'ordine annettendo l'abbazia alla casa madre. Nella gerarchia di Cluny, l'abate di Moissac era al secondo posto.

La scelta di Moissac come tappa principale del Cammino di Santiago di Compostela comportò una brillante rinascita spirituale ed artistica. Con il grande abate di origine alverniate padre Durand de Bredons (1072), allo stesso tempo vescovo di Tolosa, cominciò l'età d'oro del monastero, che estese i suoi possedimenti in tutto il meridione della Linguadoca e fino alla Spagna.

L'abbazia fu governata da grandi abati: padre Hunaud, che fu visconte di Brulhois, padre Ansquitil, che fece erigere il chiostro nel 1115 ed accolse papa Urbano II, venuto a consacrare l'abbaziale, e il beato Jean-Roger, al quale si devono la torre portico e il portale con il suo famoso timpano concluso nel 1135.

Alla fine del XIII secolo i grandi abati costruttori Raymond di Montpezat e Bertrand di Montaigu elevarono l'edificio con muri in mattoni che sormontano la più antica muratura in sasso. Il complesso monastico subì forti danni durante la guerra dei cent'anni. Alle estorsioni delle Grandes Compagnies[2] si aggiunsero ad un'epidemia di peste in questa città sulla frontiera, alle porte dell'Aquitania inglese, aspramente contesa dalle due parti. Alla fine del XV secolo, Aimery di Roquemaurel e poi Pierre di Caraman, ultimi abati eletti dal cenobio, dovettero ricostruire quasi interamente la loro chiesa abbaziale.

Nel 1490 l'abbazia passò sotto il regime della commenda, e gli abati erano nominati dal re di Francia. Nel 1618 il complesso monastico fu secolarizzato e la vita religiosa fu assicurata da canonici agostiniani.

Con la rivoluzione francese nell'ottobre 1793, l'arredo della chiesa e le sue vetrate, gli ornamenti e le parti di oreficeria del tesoro furono saccheggiati nel corso di una sommossa.

Il chiostro, venduto come bene nazionale, funse inizialmente da fabbrica di salnitro, quindi da accantonamento militare. È allora che dei soldati martellarono sistematicamente le teste dei personaggi dei capitelli istoriati.

Quando si iniziò a costruire la strada ferrata, il chiostro, che era situato sulla linea prevista dal tracciato ferroviario, doveva essere interamente demolito. Molteplici proteste permisero di salvarlo in extremis, modificarono la direzione rettilinea prevista con una grande una curva per evitarlo. Tuttavia il grande refettorio e le cucine dei monaci, a nord, furono sacrificati. L'evento ebbe tuttavia il merito di dare l'allarme alla giovane amministrazione dei monumenti storici francesi, che sotto la direzione dell'architetto Eugène Viollet-le-Duc intraprese i primi lavori di salvaguardia.

Il timpano delportale suc

Timpano del portale sud, fotografato nel 1886 da Séraphin-Médéric Mieusement.

Realizzato tra il 1110 e il 1130, il timpano del portale sud della chiesa di San Pietro di Moissac s'ispira all'Apocalisse di Giovanni e presenta nel suo centro un Cristo in Maestà, con i piedi che riposano sul mare di cristallo. Questa figura, comunemente utilizzata per la decorazione dei timpani romanici, è circondata dai simboli dei quattro evangelisti, tetramorfo, (San Marco, San Matteo, San Luca e San Giovanni), mentre i ventiquattro anziani dell'Apocalisse prendono posto nel fondo e sui lati della scena.

La solennità ieratica del Cristo, circondato dal tetramorfo dagli arcangeli e dai vegliardi è invece ricco di dinamica e movimento, tutto sembra muoversi attorno al Signore. L'architrave e gli archi sono decorati con motivi vegetali. Sulla datazione dell'architrave gli studiosi non sono concordi se sia un pezzo eseguito in età romanica o una scultura romana riutilizzata, similmente alla « pietra constantina » del museo di Cahors, anche se la seconda opzione è senz'altro la più plausibile.

Il pilastro monolitico (trumeau) è decorato con animali intrecciati, tre coppie di leoni e leonesse intersecate, che emergono da un fondo vegetale, si sovrappongono sulla faccia anteriore del trumeau; le facce laterali rappresentano San Paolo e il profeta Geremia. I due personaggi raffigurati nei piedritti polilobati d'influenza moresca, sono, invece, San Pietro ed il Profeta Isaia. I due apostoli sono probabilmente un'allusione all'annessione di Moissac all'abbazia di Cluny, posta sotto la protezione dei santi Apostoli Pietro e Paolo.

Sono scolpiti anche i lati del portico. I rilievi di destra mostrano, su tre registri: l'Annunciazione e la Visitazione, l'Adorazione dei magi e la Presentazione del Signore, la Fuga in Egitto e la Caduta degli angeli. Nella parte opposta viene illustrata la parabola del povero Lazzaro e del cattivo ricco, dedicata ai supplizi infernali riservati ai lussuriosi ed agli avari, che appaiono nella parte inferiore.


Note
  1. Si tratta di una selezione di 71 monumenti, tra cui 7 complessi monumentali, e 7 sezioni di sentiero che è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale il 2 dicembre 1998. Tutti testimoniano i diversi aspetti del pellegrinaggio: spirituale e materiale, ma anche il contesto medievale del pellegrinaggio. Gli elementi iscritti sono distribuiti in 10 regioni, 32 dipartimenti e 95 comuni e selezionati per evocare l'estensione geografica del pellegrinaggio, senza ricostituirlo completamente. Gli edifici selezionati presentano un'ampia varietà di stili architettonici, soluzioni di utilizzo del territorio o esempi di supellettili legati alla devozione ai santi.
  2. Per Grandes Compagnies si intendono quelle bande di mercenari smobilitati e di predoni che, nei periodi di tregua, essendo senza paga, si dedicavano al saccheggio e alla rapina..
  3. (FR) Bernard Rousse, Saint Michel de Villemur, L'Église catholique en Haute-Garonne.
  4. cfr. (EN) Archbishop Guillaume de Durfort † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  5. cfr. (EN) Bishop Bertrand Robert de Saint-Jal, O.S.B. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
Collegamenti esterni