Abbazia di San Pietro all'Olmo
Abbazia di San Pietro all'Olmo | |
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Chiesa abbaziale di San Pietro all'Olmo | |
Altre denominazioni | gesa végia |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Milano |
Comune | Cornaredo |
Località | San Pietro all'Olmo |
Diocesi | Milano |
Religione | Cattolica |
Proprietà | Provincia di Milano |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | benedettina |
Dedicazione | San Pietro apostolo |
Sigla Ordine qualificante | O.E.S.A. |
Fondatore | Uberto Crivelli |
Data fondazione | 1170 |
Stile architettonico | romanico (interni) |
Inizio della costruzione | 1170 |
Completamento | XVIII secolo |
Coordinate geografiche | |
Lombardia | |
L'Abbazia di San Pietro all'Olmo (denominata in milanese "gesa végia" - chiesa vecchia per distinguerla dall'edificio di culto costruito in epoche successive a Cornaredo), di origini antichissime è situara nella frazione di San Pietro all'olmo, del comune di Cornaredo, nei pressi di Milano. Essa risale probabilmente all'epoca longobarda e la struttura abbaziale le pervenne probabilmente tra il IX e l'XI secolo.
La chiesa subì però forti danni nel devastante terremoto del 1117 che distrusse quasi completamente la struttura, di cui rimane un solo muro di cinta originario. Le attività di ricostruzione della chiesa ripresero quasi subito e si conclusero nel 1170 con l'edificazione della nuova chiesa, a cui venne legato un nuovo monastero dedicato appunto a San Pietro Apostolo, il quale venne aperto per merito del milanese Uberto Crivelli, arcivescovo di Milano, divenuto in seguito Papa col nome di Urbano III e fu retta per quattro seloci da una comunità di Canonici Regolari di Sant'Agostino.
Col tempo il monastero acquisì sempre maggiore importanza, in particolare per la posizione strategica ove si trovava, a ridosso della via consolare Vercellina che collegava Milano con Torino.
Per certo si sa che nel monastero venne ospitato papa Innocenzo IV nel 1251, mentre tornava da un suo viaggio pastorale a Lione. Nel 1542 il monastero passò sotti il regime della commenda che venne affidata a diversi prelati della chiesa milanese.
Le fonti più antiche relative all'aspetto dell'abbaziale risalgono al XVI secolo e sono costituite dalle dettagliate descrizioni, sia interne che esterne, fornite in occasione delle visite pastorali che si svolsero dopo il concilio di Trento. Da esse si evince la presenza di cappelle, che probabilmente vennero aggiunte all'impianto originario tra il XIV secolo ed il XVI, in concomitanza con il forte fervore religioso diffusosi soprattutto attraverso la venerazione della Madonna. Dai resoconti della visita pastorale del 1563 l'abbaziale di San Pietro all'Olmo viene definita tempio grande ed antichissimo, espressione che sembrerebbe far risalire la sua origine a molto prima del XII secolo, alludendo all'esistenza originaria di una chiesetta dedicata a san Pietro costruita forse dai Longobardi, in seguito alla loro conversione al cattolicesimo, avvenuta nel 653.
Alla morte dell'ultimo abate commendatario, Antonio Eugenio Visconti, nel 1788 tutti i beni dell'abbazia (come avevano stabilito i decreti di Giuseppe II), vennero incamerati dallo stato che nel 1794 procedette alla vendita della maggior parte dei fabbricati e dei terreni annessi al complesso religioso, i quali vennero per la maggior parte acquistati da un facoltoso borghese di Desio, Antonio Villa. Nel 1843 la "chiesa vecchia" passò al ruolo di parrocchiale del paese, mentre l'antica struttura canonicale presente, venne smembrata e adibita ad abitazioni private
Gli interni della struttura hanno forme romaniche, mentre la facciata della chiesa, venne completamente rifatta tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX.
Scavi archeologici
La piccola chiesa di San Pietro, in San Pietro all'olmo di Cornaredo, si presenta come un edificio dalle linee molto semplici. In realtà al suo interno sono state scoperte una serie di stratificazioni archeologiche che, passando dal medioevo, arrivano fino ai resti di una villa romana, presumibilmente del II secolo A.C. La villa venne edificata nei pressi della strada ad Vercellas, a circa 9 miglia da Milano; dalle campagne di scavo è emerso che doveva essere un edificio piuttosto lussuoso. Intorno al V secolo la villa venne trasformata in luogo di culto, utilizzando buona parte del materiale della preesistente struttura antica. In epoca longobardo-carolingia, la chiesa paleocristiana venne demolita e sostituita con un edificio, le cui pareti vennero dipinte con scene del Nuovo Testamento.
Cronotassi degli abati commendatari
- Carlo Maria Crivelli[1]
- Giovanni Ludovico di Saluzzo[1]
- Vincenzo Parpaglia (1542-1544)
- Francesco Sforza Speciano (1544-1582)
- Cesare Speciano (1582-1603)
- Scipione Caffarelli-Borghese (1603-1633)
- Benedetto Cittadini (1633-1675)
- Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni (1675-1698)
- Jacopo Antonio Morigia (1698-1708)
- Antonio Francesco Sanvitale (1708-1714)
- Carlo Maria Marini (1715-1725)
- Antonio Eugenio Visconti (1725-1788)
Note | |
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