Adorazione dei Magi (Andrea Mantegna)
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Segui @CathopediaAndrea Mantegna, Adorazione dei Magi (1500 ca.), tempera su tela | |
Adorazione dei Magi | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Stato federale | California |
Comune | |
Diocesi | Los Angeles |
Ubicazione specifica | J. Paul Getty Museum |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Adorazione dei Magi |
Datazione | 1500 ca. |
Ambito culturale | Ambito veneto |
Autore | |
Materia e tecnica | tempera su tela |
Misure | h. 48,6 cm; l. 65,6 cm |
|
L'Adorazione dei Magi è un dipinto, eseguito nel 1500 ca., a tempera su tela da Andrea Mantegna (1431 ca. - 1506), conservato presso il J. Paul Getty Museum di Los Angeles (Stati Uniti d'America).
Descrizione
Soggetto
Nel dipinto, su uno sfondo scuro, compaiono:
- a sinistra, Sacra Famiglia con abiti semplici e umili:
- San Giuseppe osserva da dietro l'intera scena;
- Maria Vergine con un tenero sguardo, fisso su Gesù;
- Gesù Bambino benedicente: il suo gesto è naturale e del tutto in sintonia con la rappresentazione tenera e dolce del neonato, più volte investigata ed espressa dall'artista nei dipinti raffiguranti la Madonna con Gesù Bambino.
- a destra, Magi con vestiti e gioielli preziosi, portando i doni in mano, sono raffigurati nell'atto di adorare Gesù Bambino. Essi come di consueto, rappresentano uomini di etnie diverse e di tre differenti età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia):[1]
- Gaspare, il magio anziano, barbuto e a capo scoperto, dona al Bambino le monete d'oro, contenute in una preziosa tazza di porcellana cinese;
- Melchiorre, il magio d'età matura raffigurato con turbante, offre un incensiere turco, in diaspro, per profumare l'aria della stalla;
- Baldassarre, il magio giovane, il moro africano, porta una tazza coperta, in onice, contenente la mirra, un'erba medicinale, che serviva sia a curare sia a profumare.
Note stilistiche, iconografiche e iconologiche
- L'Adorazione dei Magi, costituisce uno dei più alti esempi di dipinti devozionali eseguiti a partire dall'ultimo decennio del XV secolo, da Andrea Mantegna, nei quali abbandonati le indicazioni di illusionismo spaziale, quali cornici marmoree o balaustre introduttive alle scene, il tema è focalizzato sulle intense espressioni dei protagonisti.
- Nell'opera le figure si trovano tutte in primo piano e si accalcano occupando completamente lo spazio pittorico, secondo un'iconografia che facilitava la comprensione del fedele e quindi l'uso devozionale: questo schema compositivo deriva strettamente dagli esempi dei rilievi-ritratti che erano utilizzati dai romani nei monumenti funerari. Al pari di simili rilievi, lo sfondo piatto e scuro consente alle figure, presentate a mezzobusto, di emergere plasticamente ed espressivamente, ponendosi in relazione l'una con l'altra attraverso un legame concatenato fatto di gesti, atteggiamenti ed espressioni del viso, che focalizzano l'attenzione dello spettatore sull'atto di adorazione di Gesù Cristo re.
- I lineamenti di san Giuseppe e di Maria Vergine hanno una rigidità quasi scultorea, mentre i Magi e il Bambino risaltano nella luce morbida e diffusa per i tenui tratti chiaroscurali e coloristici volti a una resa naturalistica degli incarnati e dei volumi, morbidamente enucleati; ciò non può che essere in relazione con quanto aveva sviluppato, in termini di rappresentazione degli affetti e pittura tonale, il cognato di Mantegna, il veneziano Giovanni Bellini (1427–1516) .
- Nel dipinto notevole importanza è data alcuni dettagli, in particolare ai preziosi recipienti: la ciotola in una rara porcellana blu e bianca (che all'epoca proveniva solo dall'Estremo Oriente); altri due vasi in pietre semidure (diaspro e agata), rimandano al gusto raffinato della marchesa Isabella d'Este (1474 - 1539), che conservava oggetti simili, in apposite teche, nell'ambiente adiacente al suo studiolo, nell'appartamento vedovile allestito nel Palazzo Ducale di Mantova.
Notizie storico-critiche
L'opera, nata quasi sicuramente per la devozione privata, dopo alcuni passaggi in varie collezioni private, nel 1985, è stata acquistata dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles (USA), dove è attualmente collocata.
Note | |
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Bibliografia | |
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