Beato Luigi Lenzini

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Beato Luigi Lenzini
Presbitero · Martire
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al secolo
battezzato
Beato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 64 anni
Nascita Fiumalbo
28 maggio 1881
Morte Pavullo nel Frignano
21 luglio 1945
Sepoltura chiesa parrocchiale di Crocette
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 19 marzo 1904
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 28 maggio 2022, da Francesco
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 21 luglio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

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Collegamenti esterni
Sito ufficiale o di riferimento
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Ieri, a Modena, è stato beatificato Don Luigi Lenzini, martire della fede, ucciso nel 1945 perché colpevole di additare i valori cristiani come strada maestra della vita, in un clima di odio e di conflitto in quel tempo. Questo sacerdote, pastore secondo il cuore di Cristo e messaggero della verità e della giustizia, ci aiuti dal Cielo a testimoniare il Vangelo con carità e franchezza. Un applauso al nuovo Beato!
Virgolette chiuse.png
(Papa Francesco, Regina Caeli del 29 maggio 2022, online)

Beato Luigi Lenzini (Fiumalbo, 28 maggio 1881; † Pavullo nel Frignano, 21 luglio 1945) è stato un presbitero e martire italiano.

Cenni biografici

Nacque a Fiumalbo, Modena, il 28 maggio 1881, in una famiglia benestante e di profonda fede. Avvertendo la propria vocazione, nel 1897 entrò nel seminario cittadino, nel 1901 passò a quello di Modena.

Fu ordinato presbitero il 19 marzo 1904. In seguito svolse diversi servizi pastorali, nel 1938 ebbe il permesso di poter fare una esperienza a Roma presso i Chierici Regolari Minori, ma il vescovo lo richiamò in diocesi, affidandogli l'incarico di assistente spirituale nel sanatorio di Gaiato.

Nel 1941 divenne parroco di Crocette di Pavullo. La parrocchia aveva poco più di seicento anime, sparse su di un territorio molto vasto. Svolse la sua missione di parroco in un momento molto difficile, in piena guerra e in una zona divenuta il luogo di operazione di formazioni partigiane di forte ispirazione comunista dove, tra il 1945 e il 1946, furono uccisi ventidue sacerdoti.

Nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1945, tentarono di farlo uscire con il pretesto dell'amministrazione dei sacramenti a un moribondo. Si rese subito conto che si trattava di una trappola, dato che nei mesi precedenti aveva ricevuto molte minacce. Suonò le campane per attirare l'attenzione dei parrocchiani. I miliziani anticlericali iniziarono a sparare sul piazzale della chiesa per intimorire chiunque avesse osato intervenire a difesa del parroco. Fu trascinato mezzo vestito in aperta campagna, a circa un chilometro dalla canonica. Lo obbligarono a scavarsi la fossa e, dopo averlo picchiato selvaggiamente, fu evirato, gli strapparono le unghie e lo finirono con un colpo alla testa. Sepolto a testa in giù, fu ritrovato una settimana dopo.

I funerali furono celebrati nella chiesa di Crocette dal vicario foraneo di Pavullo, don Giuseppe Passini, con grande partecipazione di popolo e clero. Sepolto inizialmente nel cimitero parrocchiale, nel 2002 le sue spoglie furono traslate all'interno della chiesa parrocchiale di Crocette.

Culto

L'8 giugno 2011 l'arcivescovo di Modena, mons. Antonio Lanfranchi, diede inizio all'inchiesta diocesana, conclusa il 24 novembre 2012. Nel corso di quarantacinque sessioni sono stati sentiti quarantadue testimoni. La Positio, di oltre cinquecento pagine, è stata sottoposta al giudizio di nove teologi che, il 27 febbraio 2020, hanno espresso unanime parere favorevole al riconoscimento del martirio. I cardinali e vescovi membri della congregazione per le Cause dei Santi, il 20 ottobre seguente, hanno riconosciuto che il servo di Dio fu ucciso per la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Il 27 ottobre, ricevendo in udienza il prefetto della congregazione mons. Marcello Semeraro, papa Francesco lo ha riconosciuto come martire in odium fidei della Chiesa.

Il 28 maggio 2022 don Lenzini è stato beatificato presso il duomo di Modena. Il rito e la santa messa sono stati celebrati dal cardinal Marcello Semeraro come delegato del Santo Padre.[1]

Note
  1. La beatificazione di Don Luigi Lenzini sabato in Piazza Grande su LaPressa.it. 2022-05-24. URL consultato il 2022-05-24
Collegamenti esterni