Coetus Internationalis Patrum
Il Coetus Internationalis Patrum (Gruppo Internazionale di Padri [Conciliari]) fu un gruppo di Vescovi di ispirazione conservatrice partecipanti al Concilio Vaticano II. I membri più influenti erano i Cardinali Alfredo Ottaviani, Giuseppe Siri, Francis Joseph Spellman, Ernesto Ruffini, Michael Browne, Arcadio María Larraona, Fernando Quiroga y Palacios, José María Bueno y Monreal, Rufino Jiao Santos, l'Arcivescovo Marcel Lefebvre, l'Arcivescovo di Madrid Casimiro Morcillo González, il Vescovo di Campos Antonio de Castro Mayer, l'Arcivescovo di Diamantina Geraldo de Proença Sigaud, il Vescovo di Segni Luigi Maria Carli, l'Arcivescovo di Firenze Ermenegildo Florit, l'Arcivescovo di Colombo Thomas Benjamin Cooray, a cui si aggiungevano altri 250 prelati.[1] Si riunivano presso la Curia generale dell'Ordine di Sant'Agostino.
Il gruppo nacque dopo le proteste di alcuni Vescovi conservatori contro la presenza dei protestanti e di teologi liberali come Hans Küng, Joseph Ratzinger (il futuro papa Benedetto XVI) e Karl Rahner.[2]
Il gruppo prese posizione su molti temi del Concilio. Erano preoccupati che la collegialità dei Vescovi potesse sminuire il primato del Sommo Pontefice.[3] Ritenevano opportuna un'esplicita condanna del comunismo[4]. Pensavano che il Concilio dovesse elaborare un documento specifico sulla Beata Vergine Maria, e non dedicarle soltanto un capitolo della Lumen gentium.
Altri temi su cui i padri del Coetus Internationalis Patrum erano in disaccordo con la maggioranza erano quello della libertà religiosa, poiché difendevano lo stato confessionale, e l'organizzazione delle Conferenze episcopali, poiché temevano di inficiare sia il primato del Sommo Pontefice sia la libertà dei Vescovi nelle loro diocesi.
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