Alfredo Ottaviani
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Alfredo Ottaviani (Roma, 29 ottobre 1890; † Città del Vaticano, 3 agosto 1979) è stato un arcivescovo e cardinale italiano. Durante e dopo il Concilio Vaticano II è assurto a figura emblematica della posizione fedele alla Tradizione cattolica.
Biografia
Formazione e ministero sacerdotale
Nacque nel quartiere popolare di Trastevere a Roma da Enrico Ottaviani, un panettiere, e Palmira Catalini.
Iniziò gli studi presso la congregazione laicale dei Fratelli delle scuole cristiane in Trastevere. Nel 1908 entrò nel Pontificio Seminario Romano Minore. Frequentò il Pontificio Ateneo Romano di Sant'Apollinare, dove poi sorse la Pontificia Università della Santa Croce e conseguì la laurea in filosofia, teologia e diritto canonico. Successivamente ottenne il dottorato in diritto civile.
Dopo essere stato ordinato presbitero il 18 marzo 1916, svolse attività pastorale nella Diocesi di Roma. Fu nominato professore di filosofia scolastica al Pontificio Collegio Urbaniano de Propaganda Fide e di Diritto Pubblico Ecclesiastico, che diverrà la sua materia preferita, presso il Pontificio Ateneo Romano di Sant'Apollinare.
Svolse l'attività di minutante pontificio[1] presso la Sacra Congregazione de Propaganda Fide.
Tra il 1916 e il 1926 fu ministro pastorale del Pontificio Oratorio di San Pietro per la Diocesi di Roma.
Nel 1922 iniziò a rivestire i primi ruoli nella Curia Romana: il 15 marzo 1922 divenne Cameriere privato di Sua Santità Pio XI e in seguito, il 31 maggio 1927 Prelato d'onore di Sua Santità. Tra il 1926 e il 1928 fu rettore del Collegio Boemo[2]
Pio XI lo chiamò alla Segreteria di Stato nel 1928 come sostituto della sezione Affari Ecclesiastici straordinari e soltanto un anno dopo, 1l 7 giugno 1929, occupò la carica di sostituto alla Segreteria di Stato. Il 21 dicembre 1931, divenne Protonotario apostolico e il 19 dicembre 1935 assessore della Sacra Congregazione del Sant'Uffizio.
In quegli anni Ottaviani portò il suo contributo come giurista nella stipulazione dei Patti Lateranensi.
Cardinalato
Fu creato e pubblicato Cardinale da Pio XII con il titolo di Santa Maria in Domnica, conferitogli il 15 gennaio 1953. Il suo motto cardinalizio era Semper idem, lo stesso del cardinale Armand-Jean du Plessis de Richelieu, primo ministro di Francia.
Dal 15 gennaio 1953 al 7 novembre 1959 svolse i seguenti incarichi:
- Membro della Commissione per lo studio del Dogma dell'Assunzione della Beata Vergine Maria;
- Presidente della Commissione Spirituale nel Comitato Centrale per l'Anno Santo;
- Presidente del Comitato per il 15º centenario del Concilio di Calcedonia;
- Presidente del Comitato per la Commemorazione della Costituzione apostolica Sapienti Consilio;
- Pro-Segretario della Congregazione del Sant'Uffizio.
Dal 20 maggio 1954 fino al 9 giugno 1958, fu Camerlengo del Sacro Collegio dei cardinali; partecipò al conclave del 1958, che elesse papa Giovanni XXIII.
Nel 1959, ricevette diverse lauree honoris causa presso le seguenti università:
- Università Cattolica d'America, Washington;
- Università di Notre Dame, Indiana;
- Creighton University, Omaha;
- Seton Hall University, Newark;
- Loras College, Dubuque.
Il 25 agosto 1959, Giovanni XXIII gli diede l'incarico di Legato pontificio per la celebrazione del centenario della istituzione della gerarchia cattolica in Canada. Dal 7 novembre 1959 al 9 febbraio 1966 svolse l'incarico di Segretario della Congregazione del Sant'Uffizio. Il 3 agosto 1961 raggiunse il titolo di Cardinale protodiacono dopo sette anni di cardinalato.
Ministero episcopale
Il suo ministero episcopale iniziò il 5 aprile 1962 quando papa Giovanni XIII la nominò alla sede vescovile titolare di Berrea con titolo personale di arcivescovo. Ricevette la consacrazione arcivescovile il 9 aprile successivo nella Basilica Lateranense per Imposizione delle mani dello stesso papa, assistito dal cardinale Giuseppe Pizzardo e dal cardinale Benedetto Aloisi Masella.
Fu padre conciliare a tutte le sessioni del Concilio Vaticano II dal 1962 al 1965. Partecipò al conclave del 1963: il 21 giugno 1963, in veste di Cardinale protodiacono, annunciò al mondo l'elezione al soglio pontificio del cardinale Giovanni Battista Montini col nome di Paolo VI.
Durante l'incarico di vescovo, il 9 febbraio 1966, fu nominato Pro-Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, carica che mantenne fino all'8 gennaio 1968. Optò per l'ordine dei cardinali presbiteri e la sua diaconia fu elevata a titolo pro illa vice il 26 giugno 1967. Partecipò alla prima Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi dal 29 settembre al 29 ottobre 1967. Si dimise dalla carica di pro-prefetto il 6 gennaio 1968 e due giorni dopo assunse la carica di prefetto emerito.
Camerlengo del Sacro Collegio cardinalizio, dal 18 maggio 1970 fino al 5 marzo 1973, perse il diritto di partecipare al conclave per il superamento degli ottant'anni, il 1º gennaio 1971.
Morte
Qualche anno prima di morire, perse parzialmente, ma gravemente, la vista. Rese l'anima al Signore nella Città del Vaticano il 3 agosto 1979. Le sue esequie furono officiate da Giovanni Paolo II il 6 agosto, giorno in cui, un anno prima, come ricordò Giovanni Paolo II, nella medesima ora moriva papa Paolo VI.
« | Sempre disponibile, sempre pronto a servire la Chiesa, egli colse anche nelle riforme il segno provvidenziale dei tempi, sicché seppe e volle collaborare con i miei Predecessori Giovanni XXIII e Paolo VI, come aveva già fatto con Pio XII e ancor prima con Pio XI. La sua esistenza si è letteralmente spesa per il bene della Chiesa santa di Dio. Il nostro fratello fu in tutto e sempre homo Dei, ad omne opus bonum instructus (2Tim 3,16 ) e questo, sì, questo è un riferimento d'ordine essenziale, questo è un parametro valido per ben inquadrarne la fisionomia spirituale e morale. La sua preparazione giuridica, che già in età giovanile gli aveva garantito l'attenzione di altri sacerdoti, lo sostenne nel lavoro che svolse a difesa della Fede cattolica". » | |
Fu sepolto nella cappella della Chiesa di San Salvatore in ossibus, nella Città del Vaticano.
Iscrizione
Iscrizione sulla tomba del cardinale Ottaviani. |
ALFRIDVS CARD. OTTAVIANI
CHRISTVM ET ECCLESIAM |
Rapporti con la Chiesa
Essendo conservatore ebbe forti contrasti con chi voleva innovare la secolare tradizione ecclesiale. Il 5 aprile 1962, fu elevato al rango di Arcivescovo da Giovanni XXIII.
Anche durante il pontificato di Pio XII, si dimostrò fermo nelle sue posizioni, battendosi quando fu necessario e preparando anche scomuniche contro i comunisti-marxisti; richiamando, dal suo punto di vista, i cattolici progressisti italiani, preti operai, nonché i fautori, tedeschi e francesi, della nouvelle théologie che trovarono poi ampio consenso nelle assise conciliari.
Ottaviani fu tuttavia, anche per le sue mai dimenticate radici popolari, un uomo di grande sensibilità pastorale, in particolare con i ragazzi e i giovani dell'oratorio di San Pietro. Fu come un padre sollecito e affettuoso per i giovani che bighellonavano a Trastevere e nei pressi del Vaticano, per i quali si prodigava quotidianamente, pagando le rette per lo studio e le tasse per lo sport. Questa sua presenza tra i giovani non era un diversivo per superare la stanchezza tediosa delle carte d'ufficio e degli impegni burocratici, ma un'esigenza che scaturiva spontanea, intenzionale e generosa da un programma sacerdotale: era una "prestazione comandata" della sua vocazione[3].
Fu particolarmente severo, a metà degli anni '50, con il nuovo Movimento dei Focolari di Chiara Lubich e non fu molto favorevole a san Pio da Pietrelcina, autorizzando la famosa inchiesta di Monsignor Carlo Maccari(ch), promosso poi ad arcivescovo di Ancona. Anche don Primo Mazzolari fu un "osservato particolare", nel periodo ottavianeo del Sant'Uffizio.
La convocazione del Concilio Vaticano II ad opera di papa Giovanni XXIII, la riforma della Curia, l'inizio dell'attività del Sinodo episcopale, furono, forse per un uomo con le sue convinzioni, uno strappo eccessivo rispetto alla Chiesa pacelliana.
Tra i suoi interventi vi fu, nel 1962, la redazione dell'attento documento Crimen sollicitationis, riservato a tutti i Vescovi, tramite il quale essi venivano istruiti sulle modalità di gestione dei casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica. In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la scomunica per coloro che non vi si fossero attenuti. Il documento fu approvato dall'allora Pontefice Giovanni XXIII.
Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente in certe applicazioni distorte del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.). Egli fu più o meno tacitamente ostile anche alla riforma del Sant'Uffizio e all'abolizione dell'Indice dei libri proibiti e del giuramento antimodernista.
Così, nel gennaio 1968 rassegnò le dimissioni, accolte da Paolo VI il 6 gennaio del 1968 con accenti di sentito ringraziamento per il suo lavoro nella Curia romana. Nel settembre del 1969 Ottaviani scrisse, insieme al cardinal Antonio Bacci, una lettera, nota come l'intervento Ottaviani, a Paolo VI, nella quale esprimeva la propria opposizione alla Riforma liturgica e, in specie, al Nuovo Messale Romano o Novus Ordo Missae, allora in procinto di entrare in vigore, per l'introduzione delle lingue nazionali accanto al latino, voluta dal Concilio e attuata da Paolo VI.
Il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Franjo Šeper, respinse il 12 novembre 1969 questo scritto, ritenendolo superficiale e errato. Paolo VI integrò il messale romano del 1970 con una prefazione, nella quale esponeva le ragioni in base alle quali egli riteneva, invece, che la riforma liturgica fosse pienamente fedele alla tradizione.
Ebbe anche a lamentarsi per la cessazione della partecipazione dei cardinali ultraottantenni dal conclave, decisa sempre da Paolo VI.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Pietro Francesco Galleffi
- Cardinale Filippo de Angelis
- Cardinale Amilcare Malagola
- Cardinale Giovanni Tacci Porcelli
- Papa Giovanni XXIII
- Arcivescovo Alfredo Ottaviani
Opere
- Luce di Roma cristiana nel diritto, Tipografia poliglotta vaticana, Città del Vaticano 1943
- (con Antonio Bacci) Breve analisi critica del "Novus Ordo Missae", Roma 25 settembre 1969
- Institutiones iuris publici ecclesiastici, Vaticano 1957-1960
- Il Baluardo, Edizioni Ares, Roma 1961
Onorificenze
Cardinale Balì di Gran Croce del Sovrano Militare Ordine di Malta | |
Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) | |
— 9 ottobre 1962[4] |
Gran Collare dell'Ordine militare del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia | |
— 1970 |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Sottosegretario della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari | Successore: | |
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Pietro Ciriaci | 15 febbraio 1928 - 7 giugno 1929 | Domenico Tardini |
Predecessore: | Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato | Successore: | |
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Giuseppe Pizzardo | 7 giugno 1929 - 19 dicembre 1935 | Domenico Tardini |
Predecessore: | Assessore della Congregazione del Sant'Uffizio | Successore: | |
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Nicola Canali | 19 dicembre 1935 - 12 gennaio 1953 | Gabriel Acacius Coussa, B.A. |
Predecessore: | Cardinale diacono e presbitero di Santa Maria in Domnica | Successore: | |
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Camillo Caccia Dominioni | 12 gennaio 1953 - 3 agosto 1979 | Henri-Marie de Lubac |
Predecessore: | Pro-segretario della Congregazione del Sant'Uffizio | Successore: | |
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- | 15 gennaio 1953 - 7 novembre 1959 | - |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Giuseppe Bruno | 20 maggio 1954 - 9 giugno 1958 | Eugène Tisserant | I |
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Giuseppe Antonio Ferretto | 18 maggio 1970 - 5 marzo 1973 | Ildebrando Antoniutti | II |
Predecessore: | Segretario della Congregazione del Sant'Uffizio | Successore: | |
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Giuseppe Pizzardo | 7 novembre 1959 - 9 febbraio 1966 | Pietro Parente |
Predecessore: | Cardinale Protodiacono | Successore: | |
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Nicola Canali | 3 agosto 1961 - 26 giugno 1967 | Arcadio María Larraona Saralegui |
Predecessore: | Vescovo titolare di Berrea | Successore: | |
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- | 5 aprile 1962 - 19 aprile 1962 | Pierre-Auguste-Marie-Joseph Douillard |
Predecessore: | Pro-Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede | Successore: | |
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- | 9 febbraio 1966 - 6 gennaio 1968 | Franjo Šeper |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Segretari della Congregazione per gli Affari Ecclesiastici Straordinari
- Sostituti per gli affari generali della Segreteria di Stato
- Assessori della Congregazione del Sant'Uffizio
- Cardinali diaconi di Santa Maria in Domnica
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Domnica
- Segretari della Congregazione del Sant'Uffizio
- Cardinali Camerlenghi
- Cardinali Protodiaconi
- Vescovi di Berrea
- Prefetti della Congregazione per la Dottrina della Fede
- Membri della Pontificia Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico
- Presbiteri ordinati nel 1916
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