Diocesi di Glandèves

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Diocesi di Glandèves
Dioecesis Glandatensis
Chiesa latina

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Vescovo titolare {{{vescovo}}}
Arcivescovo titolare {{{arcivescovo}}}
Diocesi suffraganee
Diocesi suffraganea di arcidiocesi di Embrun
Stato Francia
Regione ecclesiastica {{{regione}}}
Sede Entrevaux
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Terza Sede {{{località2}}}
Quarta Sede {{{località3}}}
Eretta VI secolo
Soppressa 29 novembre 1801
Vacante {{{vacante}}}
territorio unito alle diocesi di Digne e Nizza


provincia
ecclesiastica
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collocazione
geografica
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(EN) Dati su catholic-hierarchy.org

Chiesa cattolica in Francia
Elenco delle sedi titolari
Diocesi soppresse

Coordinate geografiche
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La diocesi di Glandèves (in latino: Dioecesis Glandatensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio

La diocesi di Glandèves comprendeva a nord la valle d'Entraunes, l'antica vicaria di Guillaumes; a est la riva destra del Cianino fino alla sua confluenza con il Varo; a ovest le valli del Coulomp e della Vaire; a sud si estendeva sui comuni delle valli della Gironda e dell'Esterone fino al Varo. Confinava con l'arcidiocesi di Embrun e con le diocesi di Senez, Vence e Nizza.

Sede vescovile era la città di Entrevaux, dove fungeva da cattedrale la chiesa di Notre-Dame-de-l'Assomption, consacrata nel 1627 circa, e che fu cattedrale della diocesi dal 1624 al 1801. La precedente cattedrale, Notre-Dame-de-la-Sed, si trovava nella località di Glandèves: di essa oggi resta solo la parte absidale.

Nel 1770 sono censite 50 parrocchie, suddivise in 7 decanati: Entrevaux, Annot, Guillaumes, Puget-Théniers, Sigale, Chanan e Gilette. Di queste parrocchie, 23 erano nella parte francese della diocesi, mentre 27 appartenevano ai possedimenti sabaudi.

Storia

La città romana di Glanate, conosciuta con il nome francese di Glandèves, posta sulla riva destra del fiume Varo, divenne sede vescovile già dalla tarda antichità. La sede è menzionata per la prima volta al concilio di Orléans del 541, dove è presente Claudius episcopus civitatis Glannatinae. Essa era suffraganea dell'arcidiocesi di Embrun. Nel V e VI secolo sono noti i nomi di altri tre vescovi di Glandèves, Basilio, Promoto e Agrezio. Poi di questa antica diocesi non si conosce più nulla fino alla fine del X secolo.

I due secoli successivi all'erezione della diocesi non furono dei più tranquilli in quanto le numerose razzie compiute da Burgundi, Franchi e Longobardi gradualmente distrussero la città, che venne saccheggiata anche dai Saraceni attorno al 700 sin quando non vennero scacciati dalla Provenza nel 973 per intervento di Guglielmo di Arles.

Queste distruzioni costrinsero la popolazione ad abbandonare definitivamente Glandèves, che non aveva difese naturali, e a rifugiarsi a Entrevaux, dove, verso il XV secolo, si trasferì anche il capitolo della cattedrale, dopo che l'antica cattedrale di Glandèves venne distrutta in una delle frequenti guerre che in quell'epoca imperversavano in Provenza.

I vescovi risiedevano dapprima in un monastero benedettino di Glandèves; quando la città fu distrutta posero la loro sede a Briançonnet, Annot, Thorame e persino a Beuil, nella contea di Nizza. Nel XV secolo è documentato che essi risiedevano nella bastidiae Glandatensis; a quest'epoca dunque erano ritornati a Glandèves, ma non seguirono il capitolo dei canonici a Entrevaux, ma rimasero nell'antica città episcopale dove, nella seconda metà del XVII secolo, il vescovo Jean-Dominique Ithier fece costruire un nuovo palazzo come residenza propria.

Tra i vescovi di questa sede ricordiamo Symphorien Bullioud (1508-20), che fu anche ambasciatore di Francesco I di Francia presso papa Giulio II e cappellano dello stesso re di Francia; François Faure (1651-53), valente oratore sacro e poi vescovo di Amiens; e Jean-Baptiste de Belloy-Morangle (1752-55), che fu arcivescovo di Parigi ove morì nel 1808 quasi centenario. Henri-Hachette des Portes, ultimo vescovo di Glandèves, fece adattare a cappella del seminario l'abside e ciò che restava dell'antica cattedrale; il seminario era stato istituito dal suo predecessore Gaspard de Tressemanes.

Dalla fine del XIV secolo, quando il territorio di Nizza entrò a far parte dei possedimenti della Casa Savoia, la diocesi di Glandèves si trovò divisa tra due Stati, quello francese e quello Sabaudo. Nel 1713 la contea di Nizza divenne parte integrante del regno di Sardegna; nella parte sarda della diocesi, il vescovo era rappresentato da un vicario generale che risiedeva a Poggetto Tenieri e che doveva ricevere il benestare del governo torinese.

La diocesi era una delle più piccole e delle più povere di tutta la Francia. Secondo una relazione del 1775, i canonici non potevano celebrare l'officio divino nella cattedrale, ma in sacrestia, perché non avevano il denaro a sufficienza per comprare le candele che illuminavano il coro. I vescovi, a causa della loro estrazione sociale per lo più povera e contadina, erano dispensati dall'obbligo del patrimonio ecclesiastico, ossia dal portare con sé, una volta nominati alla sede di Glandèves, il proprio patrimonio personale a beneficio della mensa episcopale.

L'ultimo vescovo di Glandèves, Henri-Hachette des Portes, quando gli fu reso impossibile amministrare la sua diocesi, perché soppressa con la costituzione civile del clero (1790), si rifugiò a Poggetto Tenieri in territorio sabaudo, dove continuò a governare ciò che restava della sua diocesi finché anche quella regione venne occupata dalle truppe francesi (ottobre 1792).

In seguito al concordato tra la Santa Sede e l'Impero Francese, la diocesi di Glandèves venne soppressa da papa Pio VII con la bolla Qui Christi Domini del 15 luglio 1801; il suo territorio venne spartito fra le diocesi di Digne e di Nizza.

Cronotassi dei vescovi

Note
  1. Gallia christiana fa precedere Claudio da un presunto vescovo di nome Fraterno; secondo Duchesne, la sua presenza nel catalogo episcopale è dovuta ad un falsario, monaco certosino di Avignone, Polycarpe de la Rivière.
  2. Data la lunghezza del suo episcopato, Gallia christiana e Fisquet non escludono che si tratti di due vescovi omonimi.
  3. Gallia christiana e Fisquet lo indicano anche per l'anno 1096, mentre Gams mette questa data tra parentesi.
  4. Menzionato da Gallia christiana e da Fisquet, ma ignorato da Eubel; Gams lo indica nell'anno 1290.
  5. Nominato dal re il 26 aprile 1686 e confermato dal papa solo nel 1694.
Bibliografia