Festa di San Domenico di Sora (Pretoro)
Festa di San Domenico di Sora (Pretoro) | |
Statua di san Domenico di Sora ed il lupo con un bimbo nelle fauci | |
Festa patronale Sacra rappresentazione | |
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Festa locale | |
Commemorazione celebrata | San Domenico di Sora, patrono della città |
Chiamata anche | Lu Lope |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Chieti |
Comune | Pretoro |
Luogo specifico | vie e piazze del centro storico, Valle del Lupo |
Diocesi | Chieti-Vasto |
Periodo | Primavera |
Data mobile | maggio, prima domenica |
Tradizioni religiose | sacra rappresentazione, processione |
Tradizioni folcloristiche | cattura dei serpenti |
Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia (IDEA) | |
La Festa di San Domenico di Sora si svolge a Pretoro (Chieti), in onore di san Domenico di Sora (951 – 1031), patrono della città, la prima domenica di maggio.
La festa è imperniata sulla sacra rappresentazione del "Lu Lope", detta anche il "Miracolo di San Domenico e il lupo": questa è una delle più significative storie sacre giunte fino a noi.
Cattura dei serpenti
Nel mese di aprile, i giovani pretoresi, cercano di catturare sulle montagne circostanti il borgo, un gran numero di serpenti, strappando loro i denti con un panno bianco, rendendoli così innocui. Il giorno della festa utilizzano i serpenti, legati con il cosiddetto "Laccetto di San Domenico", come bracciali e collane, sia per loro che per la Statua del Santo.
Descrizione
Programma
La giornata di festa si articola in tempi e modalità scanditi dalla tradizione:
- ore 10.00: Messa officiata nella Chiesa dedicata al Santo.
- ore 11.00:
- Processione dei serpari, connessa alla credenza popolare che attribuisce a San Domenico la caratteristica di proteggere dal morso dei serpenti e dei cani rabbiosi. I serpenti, catturati precedentemente, sono portati in processione dietro o aggrovigliati sulla Statua del Santo.
- Premiazione dei serpari, in Piazza Roma, che hanno catturato i tre esemplari più lunghi e belli.
- Rientro della processione nella Chiesa di San Nicola.
- ore 12.15:
- Corteo dei personaggi, preceduto dalla banda, che daranno vita alla sacra rappresentazione, insieme al "portatore" del dipinto raffigurante San Domenico di Sora, patrono dei serpari.
- Sacra rappresentazione de "Lu Lope", che si tiene presso la Valle del Lupo (o di San Domenico), località ai margini del bosco.
Sacra rappresentazione
Tema centrale del dramma è la vicenda del figlio dei taglialegna rapito dal lupo: la tradizione prevede che gli attori che interpretano la sacra rappresentazione siano in prevalenza gli artigiani locali (i cosiddetti "fusari") con i loro costumi caratteristici.
Secondo la tradizione, gli attori che danno vita alla rappresentazione sono tutti uomini:
- il ruolo del bambino rapito è affidato all'ultimo nato maschio del paese;
- "lu lope” è interpretato da un uomo che incede a carponi, imitando le movenze ferine, ricoperto da un'autentica pelle di lupo con un copricapo in cartapesta e pelle, che a carponi .
La scena si apre con il boscaiolo che affila la scure, mentre la moglie, sulla soglia di una capanna, culla il bambino deposto nella cesta, da un lato vi è l’edicola del San Domenico di Sora, mentre l’uomo-lupo si nasconde nel bosco.
L'azione inizia con la ninna nanna della donna al suo bambino, prosegue con la colazione consumata dai boscaioli, dopo aver rivolto il loro ringraziamento alla Divina Provvidenza ed ai Santi Protettori. Segue l'esortazione che il boscaiolo rivolge alla moglie, prima di recarsi nel bosco a raccogliere e spaccare la legna, affinché presti attenzione ai tanti pericoli che potrebbero minacciare il bambino.
Dopo aver mancato più di un’occasione il lupo, approfittando della distrazione momentanea del padre e della madre, intenti a legare le fascine per tornare al più presto a casa, riesce ad afferrare il bambino ed a dileguarsi. I genitori disperati invocano con umiltà e totale fiducia San Domenico, che intercede per loro presso il Signore Dio ed ottiene il miracolo: il lupo ammansito, torna sui suoi passi, depone il bambino nella culla e si dilegua silenziosamente nel bosco. Il suono di campane diffonde la notizia del miracolo per valli e vette, fino al Monte Amaro
Riconoscimenti
L'Istituto Centrale per la DemoEtnoAntropologia ha riconosciuto l'evento, quale Patrimonio immateriale d'Italia
Patrimonio immateriale d'Italia
Galleria fotografica
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