Settimana Santa a Cagliari

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Settimana Santa a Cagliari
Cagliari ProcessioneMisteri G.A.Lonis EcceHomo 1750ca.jpg

Giuseppe Antonio Lonis, Statua dell'Ecce Homo (1758), legno policromo
Riti della Settimana Santa
Sacra rappresentazione
Festa locale
Commemorazione celebrata Passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Sardegna
Provincia Cagliari
Comune Cagliari
Luogo specifico Chiese e vie del centro storico
Diocesi Cagliari
Periodo Primavera
Data mobile ultimo lunedì di Quaresima - Domenica in Albis
Data d'istituzione XVII secolo
Organizzata da Confraternite cittadine
Tradizioni religiose Processioni, sacre rappresentazioni
Tradizioni folcloristiche {{{tradizioni folcloristiche}}}
Collegamenti esterni

La Settimana Santa a Cagliari rievoca annualmente nella città sarda la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo.

A Cagliari, la festa della Pasqua (Sa Pasca Manna), è un evento religioso particolarmente sentito, che si articola in una serie di riti e processioni, che coinvolgono profondamente i fedeli per le forti emozioni che riescono a suscitare.

Storia

Le celebrazioni della Settimana Santa in Sardegna traggono la loro origine principalmente dai riti tradizionali portati nell'isola dalla cultura spagnola e risalenti al XVII secolo: come in altre località dell'isola, anche a Cagliari le liturgie della passione e la resurrezione di Gesù Cristo vengono ancora celebrate con riti di origine medievale, mediati dalla tradizione iberica, dalla quale, ad esempio, proviene l'iconografia della Maria Vergine dolente, protagonista delle celebrazioni.

Confraternite

Le confraternite cagliaritane coinvolte nell'organizzazione dei riti della Settimana Santa sono:

Confratelli dell'Arciconfraternita del Gonfalone
  • Arciconfraternita del Gonfalone, eretta nella seconda metà del XIII secolo, ha sede nella Chiesa di Sant'Efisio. L'abito dei confratelli consiste in un lungo camice azzurro indaco con bottoni bianchi, stretta alla vita da un cingolo bianco dal quale pende una corona del rosario bianco. Nelle processioni penitenziali il capo è ricoperto da un cappuccio azzurro solitamente rovesciato all'indietro. Nelle occasioni solenni si aggiungono i guanti e la mozzetta bianchi, con bottoni azzurri.
  • Arciconfraternita della Solitudine, fondata nel 1603, ha sede nella Chiesa di San Giovanni. L'abito dei confratelli consiste in un lungo camice bianco con sparato e polsini di volants, stretta ai fianchi da una fascia di seta nera. Le mani sono coperte da guanti neri e il capo da un cappuccio bianco ripiegato all'indietro.
  • Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso, istituita nel 1616, ha sede nell'Oratorio omonimo situato in piazza San Giacomo. L'abito dei confratelli è un camice bianco chiuso sul petto da una fila di bottoni e dotato di polsini. Attorno alla vita viene stretto un cingolo bianco dal quale pende una corona del rosario nera. Il capo è ricoperto da un cappuccio bianco rovesciato all'indietro.
  • Congregazione Mariana degli Artieri o degli Artisti (così, anticamente, venivano chiamati gli artigiani), fondata nel 1586, ha sede nella Chiesa di San Michele. Per i suoi prevalenti fini di culto partecipa solo alle processioni penitenziali, indossando cappuccio e camice di tela cruda cinta da una corda con corona del rosario camaldolese.

Inoltre, alle diverse processioni partecipano i coristi, vestiti di bianco, che intonano canti religiosi, come la suggestiva Ave Maria in sardo, o i testi dei canti attribuiti a Metastasio, san Leonardo da Porto Maurizio e sant'Alfonso Maria de' Liguori.

Descrizione

La Settimana Santa cagliaritana si articola in momenti celebrativi, devozionali e folcloristici, scanditi dalla tradizione, che hanno il loro culmine nelle processioni del Venerdì Santo.

Lunedì di Passione

Nel tardo pomeriggio del lunedì precedente la Domenica delle Palme, tradizionalmente detto Lunedì di Passione,[1] presso l'oratorio sede dell'Arciconfraternita del Santo Cristo, i confratelli aprono la nicchia che custodisce la statua[2] della Madonna addolorata, la estraggono e la depongono ai piedi dell'altare maggiore, quindi le consorelle cerimoniosamente la spogliano del suo abito ordinario per farle indossare una sontuosa veste di seta rossa con un mantello blu.

Nei giorni successivi vengono calati dalle loro nicchie e preparati per essere condotti in processione anche gli altri sei Misteri.

Particolare cura ed impegno richiede l'allestimento di quello che rappresenta l'Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani, per il quale, infatti, è creata una speciale ambientazione scenografica inchiodando sulla base processionale un grande ramo d'ulivo, al quale viene appesa fa di figura un Angelo che porge a Gesù Cristo il calice.

Venerdì di Passione

Giuseppe Antonio Lonis, Madonna addolorata (1758) con la veste rossa e mantello blu; Processione dei Santi Misteri di Villanova

Il venerdì precedente la Domenica delle Palme, tradizionalmente detto Venerdì di Passione,[3] ha luogo la Processione dei Misteri (in sardo, Is Misterius), organizzata dall'Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso, che prende avvio alle ore 16.00 dall'omonimo oratorio, sede della congregazione.

Il corteo è aperto dal messo (in sardo, s'andadori) della confraternita, preceduto da uno o più tamburini, e dalla Croce della Passione, seguita dai:

Alla lunga processione, in virtù di un patto di reciproca assistenza e collaborazione, detto "delle corrispondenze", partecipano anche le altre confraternite cagliaritane.

Il percorso del corteo si snoda per le vie del centro storico toccando progressivamente sette chiese. In ciascuna entra uno solo dei Misteri, secondo l'ordine cronologico della passione, per una visita al Santissimo Sacramento accompagnato da una breve meditazione e dal canto di un inno.[4] Il simulacro viene sempre scortato all'interno dell'edificio sacro da quello della Madonna addolorata, mentre gli altri sostano all'esterno.

Domenica delle Palme

La Domenica delle Palme, a mezzogiorno, gli appartenenti all'Arciconfraternita della Solitudine si ritrovano nella Chiesa di San Giovanni Battista a Villanova, loro sede, dove il Crocifisso che, ordinariamente, si conserva nella terza cappella a sinistra, è staccato dalla parete da alcuni confratelli in abito penitenziale ed adagiato in quella di fronte. La traversa della croce viene appoggiata sulla mensa dell'altare, mentre la parte superiore del montante è parzialmente introdotta all'interno del tabernacolo: segno teologico di Cristo che, nell'Eucarestia, rinnova misticamente il proprio sacrificio, facendosi cibo per la vita spirituale dell'uomo.

Il Crocifisso viene quindi venerato da tutti i presenti, mentre la corale di San Giovanni esegue alcuni canti. Il successivo Mercoledì Santo, poi, nel corso di una cerimonia semipubblica, il simulacro verrà amorosamente lavato e profumato dalle consorelle.

Martedì Santo

Giuseppe Antonio Lonis, Orazione di Gesù Cristo nell'orto del Getsemani (seconda metà del XVIII secolo), legno e stoffa; Processione dei Misteri di Stampace

Il Martedì Santo si svolge la Processione dei Misteri di Stampace, organizzata dalla Congregazione Mariana degli Artieri di San Michele, portando in processione sette simulacri, pressoché identici a quelli appartenenti all'Arciconfraternita del del Santissimo Crocifisso:

Il corteo prende avvio alle 15.00 dalla Chiesa di San Michele, facendo sosta in sette chiese, inclusa la Cattedrale di Santa Maria e Santa Cecilia.

Alla processione, aperta da un confratello che porta la Croce della Passione, collaborano anche le altre confraternite cagliaritane.

Anche in questo caso in ciascuna entra uno solo dei Misteri, secondo l'ordine cronologico della passione, per una visita al Santissimo Sacramento. Il simulacro viene sempre scortato all'interno dell'edificio sacro da quello della Madonna addolorata, mentre gli altri sostano all'esterno.

Mercoledì Santo

Vestizione della statua della Madonna addolorata

Il Mercoledì Santo, nell'oratorio del Santissimo Crocifisso, alle ore 17.00, si svolge una particolare e complessa cerimonia, durante la quale la Madonna addolorata, reduce dalla prima processione dei Misteri, viene nuovamente posta dai confratelli ai piedi dell'altare maggiore e spogliata dalle consorelle delle vesti colorate che aveva indossato per il Venerdì di Passione. La statua viene, quindi, rivestita con il vestiario a lutto, secondo l'antica usanza spagnola, costituita da: camicia e sottogonna nera; blusa e gonna con plissettatura anteriore bianca; cuffia che racchiude completamente i capelli; lungo velo nero; fazzoletto bianco ricamato di croci nere, simbolo delle lacrime versate da Maria sulle piaghe del Figlio, poggiato su entrambi gli avambracci. Durante lo svolgimento di queste operazioni, gli astanti recitano il rosario.

Una vestizione analoga, a seguire, viene effettuata dall'Arciconfraternita del Gonfalone nella chiesa di Sant'Efisio a Stampace. Alle 17.30 le consorelle estraggono dalla sua nicchia la statua della Madonna addolorata appartenente al sodalizio. Anch'essa un manichino processionale, indossa sempre vesti nere con il colletto e i polsini in pizzo bianco, che come il taglio dell'indumento, con blusa a corta balza e gonna scampanata, appaiono databili all'inizio del XIX secolo: tale orizzonte cronologico, infatti, ben si accorda con quello assegnabile al simulacro su base stilistica. Contemporaneamente, i confratelli provvedono a collocare nella sua base processionale la statua di Gesù Cristo morto, ed a vestire a lutto il simulacro di Sant'Efisio (seconda metà del XVIII secolo), opera di Giuseppe Antonio Lonis. Al simulacro viene fatto indossare un mantello di seta nera, mentre sull'elmo il cimiero di piume a vivaci colori viene sostituito con un altro nero.

Giovedì Santo

Statue di Gesù Cristo crocifisso e della Madonna addolorata

Esposizione del Crocifisso

Il Giovedì Santo nell'oratorio del Santissimo Crocifisso, alle ore 15.30, una grande croce lignea nera è collocata al centro dell'aula ecclesiale, al quale viene inchiodata la statua di Gesù Cristo, mentre un sacerdote recita alcune preghiere e le donne circondano il simulacro di candele, fiori e i piatti con su nenneris, ossia il grano fatto germogliare al buio in un piatto, affinché assuma un colore verde pallido, simbolo della morte e della resurrezione: questo rito è seguito dall’adorazione della croce, una vera e propria veglia funebre, accompagnata dai canti corali dei confratelli.

Il medesimo rito si svolge, alle ore 16.00, nella Chiesa di San Giovanni, sede dell'Arciconfraternita della Solitudine. La statua di Gesù Cristo viene prelevato dalla cappella laterale, ove era stato deposto la Domenica delle Palme, per essere solennemente posto all'adorazione dei fedeli al centro dell'aula ecclesiale circondato da lumi, fiori e nenneris. L'atmosfera luttuosa del contesto è accentuata dalla presenza, in chiesa, del cataletto (in sardo, sa lettéra), in legno dorato, che, di lì a due giorni, servirà a trasportare processionalmente il simulacro di Gesù Cristo morto, dopo la cerimonia della deposizione dalla croce (detta Su Scravamentu).

Secondo la tradizione, il Giovedì Santo, a conclusione della Messa in Coena Domini, vengono allestite nelle chiese cittadine vengono allestiti gli altari della reposizione, detti sepolcri o in sardo Is Monumentus , nei quali viene posta l'Eucarestia per essere adorata dai fedeli.

Processione delle "Sette Chiese"

I confratelli del Gonfalone, in adempimento di un voto formulato probabilmente nel XVII secolo, portano la la Statua di Sant'Efisio, listato a lutto (con il pennacchio nero) a visitare sette chiese. La suggestiva processione notturna, al lume delle fiaccole, prende avvio dalla Chiesa di Sant'Efisio a Stampace, alle ore 20.00. Il cerimoniale prevede che il simulacro del martire viene condotta in ciascuna chiesa e posta in adorazione di fronte all'altare della reposizione con l'Eucaristia, mentre i fedeli ascoltano una breve omelia proposta dal sacerdote che accompagna il corteo.

Venerdì Santo

Statua di Gesù Cristo crocifisso (part. Volto)

Processione dell'Arciconfraternita della Solitudine

Il Venerdì Santo si svolge la processione, organizzata dall'Arciconfraternita della Solitudine, per il trasporto della Statua di Gesù Cristo crocifisso dalla Chiesa di San Giovanni alla Cattedrale.

La processione, che prende avvio alle ore 13.00, è aperta da due tamburini, che suonano una marcia funebre, seguiti da altrettanti stendardi processionali neri (XVIII secolo) con raffigurati i Simboli della Passione (gallo, chiodi, spada, mantello, dadi, ecc.). I confratelli portano anche quattro lanterne, in argento sbalzato, che inquadrano, al centro della strada, le due croci penitenziali dei confratelli e delle consorelle. Le due file parallele di queste ultime, vestite completamente di nero e con il volto velato, accentuano l'atmosfera luttuosa del rito. Ciascun confratello porta in mano una candela accesa. Segue la Statua di Gesù Cristo crocifisso sovrastata da un baldacchino processionale con cielo bianco, ornato di simboli eucaristici, a significare che la morte di Cristo deve considerarsi un dono per la vita, nella speranza della resurrezione. Viene, quindi, il simulacro della Madonna addolorata, ai cui piedi si trovano due bambini che impersonano san Giovanni apostolo e santa Maria Maddalena. Chiudono il corteo i cantori, in camice bianco, che ad ogni tappa intonano una serie di struggenti inni sacri settecenteschi.

Dopo aver percorso un lungo tragitto, in corrispondenza all'ora della morte di Gesù, secondo i Vangeli, le 15.00, il Crocifisso fa il suo ingresso solenne in Duomo, dove viene posto all'adorazione dei fedeli. Subito dopo, la Statua di Madonna Addolorata è riportata nella Chiesa di San Giovanni.

Processione dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso

Processione del Venerdì Santo dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso

La processione, organizzata dall'Arciconfraternita del Crocifisso, alle 16.00 parte dall'oratorio omonimo per giungere alla Chiesa di San Lucifero, seguendo un cerimoniale del tutto simile alla precedente.

Il corteo è aperto da un tamburino e dalla croce penitenziale affiancata da due fanali, alla quale seguono la corale, la Statua di Gesù Cristo crocifisso posta sotto un baldacchino processionale con cielo bianco. Viene, quindi, il simulacro della Madonna addolorata, ai cui piedi si trovano quattro bambini che impersonano san Giovanni apostolo, santa Maria Maddalena, santa Salome e santa Maria di Cleofa.

Meta della processione è la parrocchiale di San Lucifero, dove il simulacro di Gesù Cristo crocifisso viene deposto sui gradini frontali del presbiterio.

Processione dell'Arciconfraternita del Gonfalone

La processione, curata dall'Arciconfraternita del Gonfalone, parte alle ore 20.00 dalla Chiesa di Sant'Efisio per rientrare nella stessa, dopo aver attraversato il quartiere Stampace.

Alla luce delle fiaccole, i confratelli trasportano a spalle il cataletto, in legno dorato, in cui giace la statua di Gesù Cristo morto, parzialmente rivestito dei lini funebri. Segue il simulacro della Madonna addolorata, ai cui piedi si trovano due bambini che impersonano san Giovanni apostolo e santa Maria Maddalena.

Sabato Santo

Rito de "Su Scravamentu"

II Sabato Santo è caratterizzato dal rito de Su Scravamentu, ossia la Deposizione di Gesù Cristo dalla croce,

Alle 8.30 nella Chiesa di San Lucifero, a cura dei confratelli dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso che in questo momento rappresentano Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, la statua di Gesù Cristo crocifisso viene schiodato dalla croce e deposto in un elegante cataletto sul quale le consorelle stendono un leggero velo di pizzo bianco. Legandone le quattro estremità con fiocchi neri che simboleggiano la chiusura del sepolcro, che rimarrà esposto al centro della chiesa fino a sera.

Alle 10.00 la stessa cerimonia viene ripetuta nella Cattedrale.

Rito de "S' Interru"

L’unità di tempo torna ad essere stravolta nel pomeriggio.

Alle 16.30 l'Arciconfraternita della Solitudine raggiunge la Cattedrale per la cerimonia de S’ Interru, il rientro della statua di Gesù Cristo morto.

Il fulcro del corteo è in questo caso la Madonna addolorata , ai cui piedi si trovano due bambini che impersonano san Giovanni apostolo e santa Maria Maddalena: il simulacro di Gesù Cristo morto, disteso sul cataletto e sovrastata da un baldacchino processionale, viene quindi accompagnato con una lunga processione notturna per le vie della città.

Nelle stesse ore sfilano in processione per le strade di Villanova anche i confratelli del SS. Crocifisso, che riportano nel loro oratorio il cataletto con Gesù Cristo morto prelevata nella chiesa di San Lucifero. Al rientro del mesto corteo, subito dopo un breve riposo, l’Arciconfraternita del SS. Crocifisso si ritrova improvvisamente in festa.

Alle 23.45 sono già state preparate le statue di Gesù Cristo risorto e della Madonna gloriosa: la prima è trasportata processionalmente nella Chiesa parrocchiale di San Giacomo, dove viene celebrata la Veglia Pasquale.

Domenica di Pasqua

Processione del S'Incontru

La mattina della Domenica di Pasqua si celebra S'Incontru, l'incontro tra le due processioni con le Statue della Madonna gloriosa e di Gesù Cristo risorto: provenienti da direzioni opposte, quando si ritrovano uno di fronte all'altro, i due simulacri si salutano con un triplice inchino, tra gli applausi della folla, e quindi, affiancati, fanno rientro in chiesa dove sarà celebrata la Messa solenne.

La gioia del momento si riflette anche sull'abbigliamento delle statue:

Lunedì dell'Angelo

Il Lunedì dell'Angelo si svolge una processione votiva dedicata a sant'Efisio, patrono della Sardegna: una vera e propria anticipazione della Sagra di maggio in onore del Santo. Il corteo guidato dall'Arciconfraternita del Gonfalone accompagna dalla Chiesa di Sant'Efisio fino alla Cattedrale:

Secondo la tradizione, il Santo viene portato in processione come ex voto per la grazia concessa nel 1793, quando per sua intercessione le navi francesi che bombardavano la città vennero allontanate dal vento impetuoso e e non tornarono più.

Domenica in Albis

Gli impegni quaresimali e pasquali delle confraternite cagliaritane si concludono ufficialmente nella Domenica in Albis, con la processione del is inserrus (le chiusure), durante la quale le statue utilizzate per i riti della Settimana Santa, rimaste esposte alla venerazione dei fedeli fino a questo momento, vengono ricollocate solennemente nelle nicchie chiuse con sportelli a vetri.

Riconoscimenti

Il Ministero per il Turismo ha premiato questa manifestazione con il riconoscimento di Patrimonio d'Italia per la tradizione.

Patrimonio Italia Tradizione.jpg
Patrimonio d'Italia per la tradizione 2011

Note
  1. Lunedì di Passione è il termine con il quale si denominava, prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, il lunedì antecedente la Domenica delle Palme
  2. La statua è in realtà un manichino processionale nel quale, cioè, sono scolpiti a tutto tondo solo la testa, le mani e i piedi, mentre il resto del corpo è formato da un'intelaiatura lignea.
  3. Venerdì di Passione è il termine con il quale si denominava, prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, il venerdì antecedente la Domenica delle Palme
  4. Tale inno è un canto corale a quattro voci, il cui testo è stato tramandato oralmente, eseguito con una tecnica di canto polifonico, definito falsobordone, e rappresenta un dialogo che intercorre tra la comunità e Dio.
Bibliografia
  • Gian Paolo Caredda, Pasqua in Sardegna. Il Folclore della Settimana Santa, Editore Scuola Sarda Editrice, Cagliari 1988
  • Mauro Dadea e Mario Lastretti, Misterius. La Settimana Santa a Cagliari, Editore Janus, Cagliari 2008 ISBN 9788875930074
Voci correlate
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