Pasqua a Scicli

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Pasqua a Scicli
Scicli FestaUomoVivo.jpg

Processione dei giovani con la Statua di Gesù Cristo risorto (XVIII secolo)
Riti della Settimana Santa
Sacra rappresentazione
Festa locale
Commemorazione celebrata Risurrezione di Gesù Cristo
Chiamata anche Festa dell'Uomo Vivo o Il Gioia
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Sicilia
Provincia Ragusa
Comune Scicli
Luogo specifico Piazze e vie del centro storico, Chiesa di Santa Maria la Nova, Chiesa della Madonna del Carmine
Diocesi Ragusa
Periodo Primavera
Data mobile Domenica di Pasqua
Tradizioni religiose Processioni, sacra rappresentazione
Tradizioni folcloristiche Luminarie, spettacolo pirotecnico
Collegamenti esterni

La Pasqua a Scicli (Ragusa), detta anche Festa dell'Uomo Vivo o il Gioia, rievoca annualmente nella città siciliana, la Domenica di Pasqua, la risurrezione di Gesù Cristo.

Si può definire a tutti gli effetti la folle festa del Gioia, perché questa è l'unica festa di Gesù Cristo risorto, dove in tutti i sensi si esprime in modo eccessivo, ma ammirevole, la vera gioia che la Pasqua deve trasmettere ai fedeli, forse in un modo stravagante e folle, ma pur sempre con gioia ed entusiasmo.

Descrizione

Statua

Durante la festa viene portata in processione per le vie della città e fatta ondeggiare e ballare in segno di gioia:

Programma

Il programma, nella Domenica di Pasqua, si articola in momenti celebrativi, devozionali e folcloristici, scanditi dalla tradizione.

Processione del Venerabile

La mattina, alle ore 11.00, dalla Chiesa di Santa Maria la Nova esce la Processione del Venerabile, cioè del Santissimo Sacramento: il corteo che accompagna l'ostensorio, portato da un sacerdote sotto il baldacchino processionale, per le vie del centro storico.

La processione è aperta dallo stunnardu, un pesante vessillo di seta azzurra con la stella ricamata in oro ed una grossa nappa, fissata lateralmente ad un'asta, portata alternativamente da alcuni giovani, che viene infilata in un coppo di cuoio, appeso sul davanti, con una cinghia stretta ai fianchi.

Processione dell'Uomo vivo

Processione di Gesù Cristo risorto (Uomo Vivo)

La coda della Processione del Venerabile non è ancora uscita dalla chiesa, quando un folto gruppo di giovani s'impossessa della Statua di Gesù Cristo risorto. Sollevando alla massima altezza le aste della base con le braccia levate, i giovani gridano ripetutamente tutti insieme:

« Gioia! Gioia! Gioia! »

Ha così inizio un rito inconsueto e peculiare. Per quasi un'ora, dentro la chiesa, i giovani, a brevi e regolari intervalli, continuano a sollevare la statua, sbilanciandola lateralmente, in avanti, indietro, gridando ripetutamente in coro:

« Gioia! Gioia! Gioia! »

Alle ore 12.00, al rientro del vessillo, la Statua di Gesù Cristo risorto (in dialetto, Uomu vivu) esce finalmente dalla chiesa, tra l'esultanza dei fedeli e lo sparo di fuochi pirotecnici, e viene portata in processione ad un ritmo frenetico per le vie del centro storico, spingendola in alto e in basso, avanti e indietro, e in ogni direzione, secondo l'estro dei giovani, accompagnati dal suono della banda musicale e sotto una pioggia di fiori gettati dai balconi delle case. La processione si conclude nella Chiesa della Madonna del Carmine.

Il simulacro, alle ore 16.00, esce nuovamente per la seconda processione, ma questa è l'unica del Gioia, dove c'è silenzio e preghiera, perché viene messo sopra una base processionale con ruote e si percorre un itinerario ben preciso ed ordinato che si conclude intorno alle ore 20.00.

Alle ore 23.30, inizia l'ultima processione, durante la quale la Statua di Gesù Cristo risorto esce nuovamente a spalla dalla Chiesa della Madonna del Carmine, sempre portata con gioia ed entusiasmo da molti giovani, fra lo scintillio delle luminarie ed i colori dei fuochi d'artificio, per fare rientro nella Chiesa di Santa Maria la Nova intorno alle ore 3.00 del mattino.

Curiosità

L'Uomo vivo (Inno al Gioia)
Ha lasciato il Calvario e il sudario
Ha lasciato la croce e la pena
Si è levato il sonno di dosso
e adesso per sempre per sempre è con noi.

Se il Padre eterno l’aveva abbandonato
Ora i paesani se l’hanno accompagnato
Che grande festa poterselo abbracciare
Che grande festa portarselo a mangiare

Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-ia
Le dita tese indicano gio-gio-ia
Esplodono le mani per la gio-gio-ia
Si butta in braccio a tutti per la gio-gio-ia

È pazzo di gioia, è un uomo vivo
Si butta di lato, non sa dove andare
È pazzo di gioia e è un uomo vivo
Di spalla in spalla di botta in botta
le sbandate gli fanno la rotta.

Alziamolo di peso gioventù, facciamolo saltar
Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il mar
Fino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir.

Barcolla, traballa sul dorso della folla
Si butta, si leva, al cielo si solleva
Con le tre dita la via pare indicare
Nemmeno lui nemmeno lui sa dove andare
Barcolla, traballa al cielo si solleva
Con le tre dita tre vie pare indicare.

Perché è pazzo di gioia, e è l'uomo vivo
Si butta di lato, non sa dove andare
Di corsa a spasso va senza ritegno mai più su il (?) legno
Non crede ai suoi occhi, non crede alle orecchie
Nemmeno il tempo di resuscitare,
subito l’hanno portato a mangiar.

Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-ia
Si accalcano di sotto per la gio-gio-ia
Esplodono le mani per la gio-gio-ia
Lo coprono i garofani di gio-gio-ia
Gioia gioia gioia viva per lui
Gioia gioia gioia viva per lui
Gioia gioia gioia viva per lui
Di la, no, di qua, di la, di qua, no gioia gioia gioia.

È pazzo di gioia, e è un uomo vivo
Esplode la notte in un battimano
Per il Cristo di legno del Cristo col nero è tornato cristiano.

Barcolla, traballa, sul dorso della folla.

Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il mar
Fino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir
Gioia, gioia, gioia, gioia, gioia, gioia.

Nel 2006, il cantautore Vinicio Capossela ha dedicato a questa caratteristica festa una sua canzone, dal titolo L'Uomo Vivo (Inno al Gioia) contenuta nella raccolta musicale Ovunque proteggi, che si è aggiudicato la Targa Tenco come migliore album dell'anno.

Bibliografia
  • Bartolo Cataudella, Scicli. Storia e Tradizioni, Catania 1971
  • Andrea Scarfò, U gioia Pasqua a Scicli, Editore Città del Sole, 2011
Voci correlate
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