Settimana Santa a Trapani
Settimana Santa a Trapani | |
Mistero dell’Ascesa di Cristo al Calvario (part. Gesù con la croce) | |
Riti della Settimana Santa Sacra rappresentazione | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Passione e morte di Gesù Cristo |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Provincia | Trapani |
Comune | Trapani |
Luogo specifico | Piazze e vie del centro storico, Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, Chiesa dell'Addolorata |
Diocesi | Trapani |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Martedì Santo - Sabato Santo |
Data d'istituzione | XVII secolo, inizio |
Organizzata da | Ente Provinciale per il Turismo di Trapani |
Tradizioni religiose | processioni, sacra rappresentazione |
Informazioni | Tel. + 39 0923 545511 beppinotartaro@gmail.com |
Collegamenti esterni Sito web | |
La Settimana Santa a Trapani rievoca annualmente nella città siciliana la passione e la morte di Gesù Cristo.
Descrizione
La Settimana Santa trapanese si articola in momenti celebrativi, devozionali e folcloristici, scanditi dalla tradizione, che hanno il proprio culmine nella Processione dei Misteri.
Venerdì di Quaresima
Nei sei venerdì di Quaresima, nella Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, si svolge il rito delle Scinnute, risalente al XVII secolo, durante i quali uno dei Sacri Gruppi, accompagnato dalla banda musicale, viene spostato al centro della navata (in siciliano, scinnuta ossia "discesa").
Prima e dopo la funzione religiosa, la banda musicale intona sul sagrato alcune marce sacre tradizionali, offrendo un suggestivo anticipo dei riti della Settimana Santa trapanese.
Martedì Santo
Il Martedì Santo si svolge la Processione della Madre Pietà dei Massari, che prende avvio, alle ore 16.00, dalla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio (XVIII secolo), dove il dipinto, attribuito a Narciso Guidone, è conservato.
L'immagine sacra della Madonna dei Massari, posta su una base processionale decorata da splendide composizioni floreali, viene portata a spalla dai membri della corporazione dei massari e percorre gran parte della città vecchia, sempre accompagnata da una particolare devozione dei trapanesi. La processione termina presso la cappella allestita in Piazza Lucadelli, dove sarà vegliata per tutta la notte dalle donne dei massari.
Il giorno seguente, avvenuto lo scambio dei ceri con la Madonna del Popolo (detto L'Incontro), dopo che quest'altro venerato dipinto, è rientrata nella Chiesa dell'Addolorata, la Madonna dei Massari, esce dalla cappella di Piazza Lucadelli, seguita da numerosi fedeli, per rientrare nella Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio.
Mercoledì Santo
Il Mercoledì Santo si tiene la Processione della Madre Pietà del Popolo, , che prende avvio, alle ore 14.30, dalla Chiesa dell'Addolorata, dove il dipinto, databile alla fine del XVII secolo ed attribuito a Giovan Battista De Vita, è conservato.
L'immagine sacra della Madonna del Popolo, posta su una base processionale decorata da splendide composizioni floreali, viene portata a spalla dai membri della corporazione dei fruttivendoli e percorre le vie del centro storico, transitando davanti alla cappella allestita in Piazza Lucatelli, dove dalla sera precedente è vegliata la Madonna dei Massari. Per pochi minuti le due icone sono l'una di fronte all'altra, mentre una profonda commozione pervade i fedeli accorsi ad assistere all'evento.
Il rito dell’Incontro e dello scambio del cero rappresenta uno dei momenti più suggestivi dei due giorni di fede e passione vissuti dai trapanesi in occasione delle due processioni delle Madonne. I consoli delle due corporazioni si scambiano i ceri per ricordare l'amicizia e la riappacificazione come conseguenza della formale protesta che, nel 1885, la Confraternita di Sant'Anna (che curò, nei primi anni, la processione) aveva elevato per contestare ai massari il privilegio di esporre il loro dipinto nella cappella di Piazza Lucadelli.
Al termine del breve rito, la Madonna del Popolo riprende lentamente il suo cammino che, a tarda sera, la ricondurrà nella Chiesa dell'Addolorata.
Venerdì Santo
Processione dei Misteri
Dall'inizio del XVII secolo, nel giorno del Venerdì Santo, si svolge la Processione dei Misteri, una sacra rappresentazione, di evidenti origini spagnole, che rievoca la passione e la morte di Gesù Cristo.
È la più lunga processione italiana, infatti prende avvio alle 14.00 del Venerdì Santo e si protrae, per quasi ventiquattro ore, sino alla stessa ora circa del Sabato Santo, percorrendo gran parte delle vie della città siciliana, in uno spettacolo di luci, suoni, colori ed emozioni.
Misteri
I Misteri (detti anche Sacri Gruppi) sono gruppi scultorei processionali, posti su una base sagomata (XVII e XVIII secolo), in legno, realizzati dagli artigiani trapanesi. Essi raffigurano scene narrate sia nei Vangeli, sia nei testi Apocrifi.
La rappresentazione scenografica dei Misteri trapanesi è ambientata nel Medioevo, anzichè nella Palestina romana. Si possono, infatti, notare soldati dalla divisa spagnola o elmi sostituiti da immaginari pennacchi.
Ogni gruppo è portato a spalla da almeno dieci portatori, detti massari, che conferiscono alla processione uno dei suoi aspetti più caratteristici: annacata, con questo termine si intende il movimento impresso al gruppo seguendo le cadenze dei brani musicali suonati dalle bande.
Durante l'anno, i Misteri sono conservati presso la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio (XVIII secolo), da dove prende avvio la processione nel pomeriggio del Venerdì Santo. Il lungo corteo dopo essersi snodato per le vie della città e aver trascorso un'interminabile notte, si conclude, sempre nella stessa chiesa nel primo pomeriggio del Sabato Santo.
I Misteri sono venti raffigurazioni della passione e la morte di Gesù Cristo, esattamente diciotto gruppi, più i due simulacri di Gesù Cristo morto e della Madonna Addolorata, ciascuno affidato ad una delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri trapanesei:
- Separazione (detta anche Licenza o Partenza), opera attribuita a Mario Ciotta, raffigura Gesù mentre si separa dalla Madonna e da san Giovanni evangelista (Mc 3,31-34 ): questo gruppo che apre la processione venne affidato con atto rogato nel 1621 alla categoria degli argentieri (ars aurificum).
- Lavanda dei piedi, opera attribuita a Mario Ciotta, raffigura Gesù che si accinge a lavare i piedi agli apostoli. Pietro, sorpreso per tale gesto, cerca di sollevare il Maestro, mentre un servo versa l'acqua nella bacinella (Gv 13,2-9 ): questo gruppo venne affidato nel 1621 con atto rogato al ceto dei pescatori.
- Gesù nell'orto del Getsemani, opera di Baldassare Pisciotta, raffigura Un angelo che offre a Gesù, nell'orto del Getsemani, il calice della Passione. A poca distanza i tre apostoli, san Pietro, san Giacomo e san Giovanni evangelista, vinti dalla stanchezza, dormono serenamente (Lc 22,39-46 ): questo, uno dei gruppi più belli, venne affidato con atto notarile del 1620 al ceto degli Ortolani.
- Arresto (detto anche Presa o Cattura), opera di anonimo scultore trapanese, rappresenta Le guardie mentre arrestano Gesù e san Pietro che colpisce con la spada Malco, asportandogli l'orecchio (Lc 22,47-53 ): questo gruppo fu affidato con atto rogato nel 1765 all'arte dei metallurgici e fabbriferrai (ars firrarorium, clavitteriorum, scopitteriorum et spatorum).
- Caduta al Cedron, opera attribuita a Francesco Nolfo, rappresenta Gesù arrestato sta per essere condotto al Sinedrio e mentre attraversa il torrente Cedron scivola e cade. Due soldati, agli ordini di un tribuno romano, cercano di sollevarlo, mentre Cristo in un momento di consapevole rassegnazione, volge lo sguardo al cielo (Gv 18,1 ): non è sicura data di assegnazione di questo gruppo, anche se si ritiene che venne affidato nel 1621 al ceto dei naviganti.
- Gesù dinanzi ad Anna, opera di anonimo scultore trapanese, rappresenta Gesù, condotto dinanzi ad Anna, risponde alle sue domande: "Perché interroghi me? Interroga quelli che mi hanno udito" ed una delle guardie lo schiaffeggia col guanto ferrato (Gv 18,12-14 ): questo gruppo con atto notarile del 1684 venne concesso al ceto dei crudatori e conciatori, che però nel 1788, dismisero l'affidamento, concedendolo ai venditori di fiori e frutta.
- Negazione, opera di Baldassare Pisciotta, raffigura Gesù condotto nel cortile del Sinedrio e una donna che scorge san Pietro, indicandolo come suo discepolo, ma l'Apostolo nega di conoscerlo, mentre un gallo canta. Gesù volge al discepolo uno sguardo di consapevole dolore (Lc 22,54-62 ): questo gruppo con atto notarile del 1661 venne affidato al ceto dei barbieri e parrucchieri.
- Gesù dinanzi ad Erode Antipa, opera di Baldassare Pisciotta, raffigura Ponzio Pilato ordina che Gesù venga condotto dinanzi ad Erode Antipa. Questi lo interroga, ma lui non risponde. Uno scriba continua ad accusarlo mentre per scherno viene rivestito da un mantello e rispedito da Ponzio Pilato (Lc 23,8-12 ): questo gruppo con atto notarile del 1782 venne concesso alla corporazione dei molitori (ars molitorum), che però nel 1955, dismisero l'affidamento, concedendolo ai pescivendoli.
- Flagellazione, opera di anonimo scultore trapanese, rappresenta Ponzio Pilato, con la speranza di placare l'ira degli accusatori, ordina che Gesù venga legato ad una colonna e flagellato da due aguzzini (Mc 15,12-15 ): questo gruppo con atto rogato nel 1620 venne affidato al ceto dei muratori e scalpellini.
- Coronazione di spine (detto anche Ingiuria), opera di Antonio Nolfo, raffigura Gesù è condotto dentro al pretorio ed i soldati romani, dopo averlo spogliato gli gettano addosso un mantello e gli pongono sul capo, in segno di scherno, una corona di spine. Infine, messagli una canna nella mano, lo salutano come "re dei Giudei" (Mc 15,16-20 ): questo gruppo con atto notarile del 1632 venne affidato al ceto dei fornai e dei mugnai (ars pistorum).
- Ecce Homo, opera di Giuseppe Milanti, raffigura Ponzio Pilato non riuscendo a trovare alcuna colpa in Gesù, lo presenta alla folla affinché possa scegliere quale condannato assolvere. Il destino di Gesù è già segnato (Gv 19,4-7 ): questo gruppo con atto notarile del 1629 venne affidato al ceto dei calzolai e calzaturieri.
- Sentenza, opera di Domenico Nolfo, rappresenta Ponzio Pilato, pur non convinto della colpevolezza di Gesù, cede al volere della folla, ma prima di concedere il condannato ai suoi carnefici, il procuratore romano si lava le mani, affermando: "Io sono innocente del sangue di questo giusto" (Mt 27,17-24 ): questo gruppo con atto rogato nel 1787 venne affidato ai macellai (ars buceriorum).
- Ascesa al Calvario (detto in dialetto, U Signuri ca Cruci 'ncoddu, ossia Gesù che porta la croce sul collo), opera di anonimo scultore trapanese, rappresenta Gesù, gravato dal peso della Croce, cade per terra, lungo l'impervia via che conduce al colle del Calvario. Due soldati percuotono il condannato, mentre Simone di Cirene solleva pietosamente la Croce ed una delle donne (Veronica) che seguivano affrante il corteo, asciuga con un drappo il volto sanguinante del Cristo (Lc 23,26-32 ): questo gruppo con atto notarile del 1612 venne concesso alla maestranze dei jurnateri e bottai, che però successivamente lo affidarono all'intero popolo trapanese.
- Spogliazione, opera di Domenico Nolfo, raffigura Gesù è giunto sul Golgota e prima di crocifiggerlo, è spogliato delle sue vesti (Gv 19,23-24 ): questo gruppo con atto notarile del 1772 venne concesso ai fruttivendoli e bottai, che però nel 1966, dismisero l'affidamento, concedendolo al ceto dei tessili e dell'abbigliamento.
- Sollevazione della Croce, opera di Domenico Li Muli, rappresenta Agli ordini di un tribuno, viene sollevata la Croce con il corpo inchiodato di Gesù (Gv 19,17-22 ): questo gruppo venne affidato con atto rogato nel 1620 ai falegnami, carpentieri e mobilieri.
- Ferita al costato, opera di Domenico Nolfo, raffigura Gesù è già spirato in croce, reclinando il capo. Ai piedi della croce, in un gesto di immenso dolore, sono Maria, san Giovanni e Maria Maddalena che con angoscia guardano il centurione trafiggere il costato di Cristo (Gv 19,31-37 ): questo gruppo con atto notarile del 1620 venne concesso ai funai e canapai, che però nel 1966, dismisero l'affidamento, concedendolo al ceto dei pittori e decoratori.
- Deposizione, opera di Alberto Fodale e Leopoldo Messina, raffigura Il corpo inerte di Gesù giace ai piedi della croce, mentre la Madonna e Maria Maddalena piangono addolorate, san Giovanni evangelista, il discepolo prediletto, contempla con tristezza il Cristo: questo gruppo venne affidato con atto notarile nel 1619 al ceto dei sarti ( detti in dialetto custureri) e tappezzieri. La scena rappresentata nel mistero non è tratta da nessun testo sacro, infatti i Vangeli ci raccontano che fu solo Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo ad occuparsi della deposizione di Gesù Cristo dalla croce (Gv 19,38-42 ).
- Trasporto al sepolcro (chiamato anche in dialetto U Signuri nn'u linzoluu), opera di Giacomo Tartaglio, rappresenta Giuseppe d'Arimatea, ottenuto da Ponzio Pilato il permesso di seppellire Gesù, trasporta il corpo di Cristo, aiutato da Maria, Maria Maddalena, san Giovanni evangelista e Nicodemo (Mt 27,57-61 ): questo gruppo è l'ultimo a sfilare nella processione, seguito dai due simulacri di Gesù Cristo morto e della Madonna addolorata; venne affidato alla categoria dei corallai con atto notarile del 1619, che però nel 1790, dismisero l'affidamento, concedendolo al ceto dei salinari.
- Urna, ossia Gesù Cristo deposto nel sepolcro (detto anche U' Signuri nu monumentu), opera di anonimo artista trapanese: questo simulacro era affidato al clero trapanese, ma che alla metà del XIX secolo, dismise l'affidamento, concedendolo al ceto dei pastai.
- Madonna addolorata, opera di Giuseppe Milanti: questo simulacro era affidato ai cocchieri, staffieri e tassisti, ma che successivamente venne affidato al ceto dei camerieri, cuochi, cocchieri, autisti, baristi, pasticceri, albergatori e ristoratori. Insieme a questo simulacro si muovono in un lungo corteo di donne, in abito nero e con un cero in mano. Alcune sono scalze e devotamente lo saranno per tutta la durata della processione, spesso lo fanno come ex voto alla Madonna. È un corteo muto, commovente, spezzato solo dalla preghiera dell'Ave Maria.
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