Giovanni d'Amelia
Giovanni d'Amelia Cardinale | |
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Nascita | Amelia prima metà XIV secolo |
Morte | Genova dicembre 1385 |
Sepoltura | non ci sono informazioni |
Nominato vescovo | 15 febbraio 1376 da papa Gregorio XI |
Creato Cardinale |
18 settembre 1378 da Urbano VI (vedi) |
Cardinale per | 7 anni, 2 mesi e 12 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Giovanni d'Amelia (Amelia, prima metà XIV secolo; † Genova, dicembre 1385) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Figlio di Matteuccio, che doveva essere già morto nel settembre 1363, nacque ad Amelia, presso Terni, verso la metà del XIV secolo.
Nella notizia più antica, risalente al 31 maggio 1368, Giovanni compare, ancora privo di benefici ecclesiastici, con la qualifica di legum doctor e, come cappellano e commensale continuus, familiare del cardinale Nicolas de Besse e nipote del pontefice Clemente VI. Fu teologo e oratore. Canonico del capitolo della cattedrale di Patrasso.
Episcopato
Dopo avere ottenuto il priorato secolare di Todi con la collegiata di san Pietro de Uncinis, fu nominato arcivescovo di Corfù nel 1376. A questa data era ancora soltanto diacono e ricopriva nella Curia pontificia l'ufficio di uditore di Rota.
Cardinalato
Nel suo primo concistoro del 18 settembre 1378 papa Urbano VI lo creò cardinale con il titolo di Santa Sabina.
Mentre papa Urbano VI si era rifugiato a Nocera, ove fu posto sotto assedio dalle truppe di Carlo di Durazzo, i suoi stessi cardinali pensarono di deporlo, incoraggiati anche dal giudizio favorevole a tale iniziativa, del giurista Bartolino da Piacenza[1]. Si formò una congiura per attirare con un tranello il papa, catturarlo, deporlo e giustiziarlo. I congiurati, oltre al d'Amelia, erano i cardinali: Gentile di Sangro, Adam Easton, O.S.B., Ludovico Donato, O.Min., Bartolomeo da Cogorno, O.Min. e Marino del Giudice e l'azione avrebbe dovuto aver luogo il 13 gennaio 1385. Tuttavia il papa fu avvertito dal cardinale Tommaso Orsini e quando i congiurati giunsero al castello, furono arrestati e torturati e quindi deposti e sostituiti.
Grazie all'intervento delle truppe di Raimondo Del Balzo Orsini, papa Urbano VI riuscì a fuggire, portandosi appresso i prigionieri e via mare, giungere a Genova, ove i congiurati, con la sola eccezione del cardinale Adam Easton, a favore del quale intervenne il re d'Inghilterra, Riccardo II, vennero giustiziati nel dicembre 1385 o 11 gennaio dell'anno seguente.
Morte
Giustiziato nel dicembre 1385 o l'11 gennaio 1386. Le rendite del suo canonicato a Patrasso furono reclamate dalla Camera Apostolica il 24 luglio 1387 per il papa.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Corfù | Successore: | |
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Castellino Romanopullus[2] | 15 febbraio 1376 – 18 settembre 1378 | Pietro Budana[3] |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Sabina | Successore: | |
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Francesco Tebaldeschi | 18 settembre 1378 – dicembre 1385 | Bálint Alsáni |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Corfù
- Cardinali presbiteri di Santa Sabina
- Concistoro 18 settembre 1378
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