Papa Urbano VI

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Urbano VI
Papa
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al secolo Bartolomeo Prignano
battezzato
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Alessandro Casolani, Papa Urbano VI (part. dalla Consegna delle chiavi di Castel Sant'Angelo a papa Urbano VI), 1582, olio su tela; Siena, Santuario di Santa Caterina
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 71 anni
Nascita Napoli
1318 ca.
Morte Roma
15 ottobre 1389
Sepoltura Città del Vaticano, Sacre Grotte Vaticane
Conversione
Appartenenza
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Riammesso da
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Incarichi ricoperti
prima dell'elezione
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
202° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
8 aprile 1378
Conclave del 1378
Consacrazione 18 aprile 1378
Fine del
pontificato
15 ottobre 1389
(per decesso)
Durata del
pontificato
11 anni, 6 mesi e 7 giorni
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore papa Gregorio XI
Successore papa Bonifacio IX
Extra Papa Urbano VI
Anni di pontificato


Cardinali 42 creazioni in 4 concistori
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi Nessun Giubileo indetto
Venerato da {{{venerato da}}}
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
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Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Urbano VI, al secolo Bartolomeo Prignano (Napoli, 1318 ca.; † Roma, 15 ottobre 1389) è stato il 202º vescovo di Roma e papa italiano dal 1378 alla morte.

Biografia

Nato a Napoli, fu un monaco devoto e un colto casista[1]. Divenne arcivescovo di Matera e Acerenza nel 1363, dove vi rimase fino al 1377 per poi trasferirsi a Bari, alla morte di Gregorio XI, mentre il popolo di Roma richiedeva con clamore un Papa italiano, venne scelto all'unanimità (8 aprile 1378) dai cardinali francesi.

Il Conclave che lo elesse

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1378

Il temperamento arrogante e imperioso del nuovo Papa, accresciuto dalle sue inaspettate fortune, si mostrò in modi così intollerabili che cinque mesi dopo la maggioranza dei cardinali si incontrò a Fondi e ripudiando la scelta precedente, procedettero all'elezione di Roberto da Ginevra (20 settembre), che assunse il titolo di Clemente VII. Questo episodio diede il via al Grande Scisma, che divise la cristianità per quasi quarant'anni.

Alessandro Casolani, Consegna delle chiavi di Castel Sant'Angelo a papa Urbano VI (1582), olio su tela; Siena, Santuario di Santa Caterina

Le misure di Urbano non erano prive di vigore, ma allo stesso tempo erano caratterizzate da un tale desiderio di prudenza e autocontrollo, da dare adito alla non improbabile affermazione che fosse in realtà, almeno a tratti, un lunatico. Clemente VII venne scomunicato e designato come l'anticristo; ventisei nuovi cardinali vennero nominati in un solo giorno e con un'arbitraria alienazione delle proprietà della Chiesa, vennero raccolti i fondi per una guerra aperta.

Castel Sant'Angelo venne assediato e preso e l'antipapa Clemente VII costretto alla fuga, mentre Carlo di Durazzo venne investito con la sovranità di Napoli, abbandonata dalla Regina Giovanna. In seguito, Carlo iniziò a resistere alle pretese papali e Urbano venne rinchiuso a Nocera nel castello del Parco.

La congiura dei Cardinali

Mentre era assediato furono i suoi stessi cardinali che pensarono di deporlo. Il giurista Bartolino da Piacenza che era con loro, affermò che era giusto porre sotto la tutela di uno o più cardinali un papa capriccioso e ostinato che metteva in pericolo la Chiesa Universale.

I cardinali passarono all'azione: avrebbero attirato il papa nel convento di San Francesco, ai piedi della collina sulla quale sorgeva il castello. Qui l'avrebbero processato, dichiarato eretico e condannato al rogo, procedendo subito all'esecuzione. Il giorno fissato era il 13 gennaio 1385, ma il papa fu avvertito dal cardinale Orsini e quando i congiurati giunsero al castello, furono arrestati e torturati e quindi deposti e sostituiti.

Il papa riuscì a conquistarsi l'appoggio del popolo, che si diede al saccheggio e all'assassinio di tutti i suoi presunti nemici. La rivolta durò pochi giorni in quanto arrivarono a Nocera le truppe regie guidate dal condottiero Alberico da Barbiano e il 3 febbraio occuparono la città e posero l'assedio al castello.

L'assedio e la fuga dal castello di Nocera

Urbano VI assediato da Carlo III nel castello di Nocera (part. dalle Croniche di Giovanni Sercambi)

L'assedio durò oltre sette mesi e il papa rifiutò qualunque proposta di accordo, sperando nell'aiuto promessogli dai genovesi e dal conte di Nola, Ramondello Orsino, originario di Nocera e capo del partito avverso al re Carlo.

Ramondello Orsino riuscì a portare nel castello un certo numero di uomini d'arme che rafforzarono la resistenza. Il papa approfittò della cattività per maltrattare e torturare i cardinali prigionieri.

Carlo fu costretto a porre una taglia di 10.000 fiorini sulla testa del papa, mentre il suo avversario quotidianamente affacciandosi alle finestre del castello lanciava scomuniche sugli assedianti e invitava i buoni cristiani nocerini a combattere per lui e per la chiesa. Alla fine però i nemici riuscirono a superare la prima e la seconda cerchia di mura della collina e a penetrare nella rocca, dove solo il nucleo centrale della fortificazione resisteva ancora.

Ambito romano, Tomba di di papa Urbano VI (1389 - 1399 ca.), marmo; Città del Vaticano, Sacre Grotte Vaticane

Quando ormai era chiusa ogni via di scampo, sopraggiunsero in aiuto le truppe dell'Orsini che ruppero l'assedio e portarono in salvo il papa con la sua corte, il tesoro e i cardinali prigionieri attraverso le località di Sanseverino e Giffoni per poi rifugiarsi un giorno nel castello Gerione e poi nel castello di Buccino[2][3]. La fuga si concluse alla marina di Paestum, dove il papa si imbarcò su navi genovesi, pagando il loro aiuto con tutto il suo tesoro. Dopo aver toccato la Sicilia, il papa si diresse a Genova e lì, alla Commenda di Prè, fece eliminare i cardinali prigionieri.

Alla morte di Carlo, si pose alla testa delle sue truppe, apparentemente con l'intenzione di catturare Napoli per suo nipote, se non per sé stesso.

Il Giubileo mancato

Per raccogliere fondi proclamò un Giubileo, anche se solo trentatré anni erano trascorsi da quello indetto da Clemente VI, ma morì prima di dare il via alle celebrazioni, a Roma, a seguito delle ferite riportate da una caduta dal suo mulo, il 15 ottobre 1389.

Concistori tenuti da Papa Urbano VI per la creazione di nuovi cardinali

Concistoro del 18 settembre 1378

  1. (1) Tommaso da Frignano, O.F.M., patriarca di Grado; † 19 novembre 1381;
  2. (2) Pileo da Prata, arcivescovo di Ravenna; † dicembre 1401[4];
  3. (3) Francesco Moricotti Prignani, nipote di Sua Santità, arcivescovo di Pisa; † 6 febbraio 1394;
  4. (4) Luca Rodolfucci de' Gentili, vescovo di Nocera Umbra; † 18 gennaio 1389;
  5. (5) Andrea Bontempi, vescovo di Perugia; † 16 luglio 1390;
  6. 6) Bonaventura Badoer da Peraga, O.E.S.A., priore generale del suo Ordine; † 10 luglio 1389, beato;
  7. (7) Niccolò Caracciolo Moschino, O.P., inquisitore del Regno di Sicilia; † 29 luglio 1389;
  8. (8) Filippo Carafa, arcidiacono della Cattedrale di Bologna; † 22 maggio 1389;
  9. (9) Galeotto Tarlati di Petramala, protonotario apostolico; † 1400[5];
  10. (10) Giovanni da Amelia, arcivescovo di Corfù; † dicembre 1385;
  11. (11) Filippo Ruffini, O.P., vescovo di Tivoli; † 1384[6];
  12. (12) Poncello Orsini, vescovo di Aversa; † 2 febbraio 1395;
  13. (13) Bartolomeo Mezzavacca, vescovo di Rieti; † 20 luglio 1396[7];
  14. (14) Rainolfo de Monteruc, nipote di papa Innocenzo VI, vescovo di Sisteron; † 15 agosto 1382;
  15. (15) Gentile di Sangro, protonotario apostolico; † dicembre 1385;
  16. (16) Philippe d'Alençon, patriarca di Gerusalemme dei Latini, amministratore diocesano di Auch; † 16 agosto 1397;
  17. (17) Jan Očko z Vlašimi, arcivescovo di Praga; † 14 gennaio 1380;
  18. (18) Guglielmo Sanseverino, arcivescovo di Salerno; † 24 novembre 1378;
  19. (19) Eleazario da Sabrano, vescovo di Chieti, penitenziere maggiore di Santa Romana Chiesa; † agosto 1381;
  20. (20) Dömötör Vaskúti, arcivescovo di Strigonio; † 20 febbraio 1387;
  21. (21) Agapito Colonna, vescovo di Lisbona; † 11 ottobre 1380;
  22. (22) Ludovico di Capua, protonotario apostolico; † 1380;
  23. (23) Stefano Colonna, protonotario apostolico, prevosto di Saint-Omer; † 1379, senza aver mai ricevuto la diaconia;
  24. (24) Giovanni Fieschi, vescovo di Vercelli; † 1384;

Concistoro del 21 dicembre 1381

  1. (25) Adam Easton, O.S.B., professore di teologia all'Università di Oxford; † 15 agosto 1398;
  2. (26) Ludovico Donato, O.F.M., Ministro generale dell'Ordine francescano; † 11 gennaio 1386;
  3. (27) Bartolomeo da Cogorno, O.F.M., arcivescovo di Genova; † 11 gennaio 1386;
  4. (28) Francesco Renzio, parente di Sua Santità, protonotario apostolico; † 27 settembre 1390;
  5. (29) Landolfo Maramaldo, arcivescovo eletto di Bari; † 16 ottobre 1415;
  6. (30) Pietro Tomacelli, protonotario apostolico; † 1º ottobre 1404.

Concistoro del 1383

  1. (31) Marino del Giudice, arcivescovo di Taranto; † 11 gennaio 1386;
  2. (32) Tommaso Orsini, protonotario apostolico; † 10 luglio 1390;
  3. (33) Guglielmo di Capua, arcivescovo di Salerno; † 23 luglio 1389.

Concistoro del 17 dicembre 1384

  1. (34) Bálint Alsáni, vescovo di Pécs; † 19 novembre 1408;
  2. (35) Angelo Acciaioli, vescovo di Firenze;† 31 maggio 1408;
  3. (36) Francesco Carbone, O.Cist., vescovo di Monopoli; † 18 giugno1405;
  4. (37) Marino Bulcani, nipote di Sua Santità, protonotario apostolico; † 8 agosto 1394;
  5. (38) Rinaldo Brancaccio, membro della Casa Pontificia, protonotario apostolico; † 27 marzo 1427;
  6. (39) Francesco Castagnola, protonotario apostolico; † 15 novembre 1385, senza aver mai ricevuto la diaconia;
  7. (40) Ludovico Fieschi, vescovo eletto di Vercelli; † 3 aprile 1423:
  8. (41) Stefano Palosio, vescovo di Todi; † 24 aprile 1396;
  9. (42) Angelo d'Anna de Sommariva, O.S.B. Cam., presbitero; † 21 luglio 1428.

Onorificenze

Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo di Bari e Canosa Successore: Arcbishoppallium.png
Niccolò Brancaccio 1377 - 1378 Landolfo II Maramaldo I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Niccolò Brancaccio {{{data}}} Landolfo II Maramaldo
Predecessore: Arcivescovo di Matera e Acerenza Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Giovanni Corcello
1343 - 1363
1363 - 1377 Niccolò Acconciamuro
1377 - 1388
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giovanni Corcello
1343 - 1363
{{{data}}} Niccolò Acconciamuro
1377 - 1388
Predecessore: Papa Successore: Emblem of the Papacy SE.svg
Papa Gregorio XI 8 aprile 1378 - 15 ottobre 1389 Papa Bonifacio IX I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Papa Gregorio XI {{{data}}} Papa Bonifacio IX
Note
  1. Teologo esperto nel trattare e risolvere i casi di coscienza
  2. A.V. Rivelli, Memorie storiche della città di Campagna, 1894
  3. Costanzo-Collennui-Paesano,Anonimo delle storie di Napoli
  4. data incerta
  5. data incerta
  6. data incerta
  7. giorno incerto
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni