Hallel
Hallel (in ebraico הלל, "lode") o Hallel egiziano è il nome dato dagli Ebrei al gruppo dei Salmi 113-118. Il nome Hallel viene dalla prima parola del primo salmo di questo gruppo, mentre l'aggettivo egiziano appare già nel Talmud babilonese, in quanto è detto a Pasqua per celebrare l'uscita dall'Egitto[1].
Secondo la tradizione rabbinica furono scelti questi salmi, perché contengono cinque temi fondamentali della fede giudaica[2]:
- l'esodo (113,1);
- la divisione del Mar Rosso (113,3);
- il dono della Torah al Sinai (118,4; cf. Gdc 5,4-5 );
- la risurrezione dei morti (115,9);
- la sofferenza che precede la venuta del Messia (Sal 115,1).
In effetti in questi salmi tutto converge verso la Pasqua ultima, verso la redenzione messianica.
Uso liturgico ebraico
Questi salmi sono utilizzati in modo speciale dalla liturgia ebraica nelle loro tre feste maggiori: la Pasqua (cfr. Mt 26,30 ), la Pentecoste e la Festa dei Tabernacoli (cfr. Gv 7,2 ); sono pregati anche nella Festa della Dedicazione e in quella del Novilunio.
Nella celebrazione della Pasqua i primi due (113-114) venivano recitati prima del pasto, gli altri dopo (Mc 14,26 )[3].
Origine
L'Hallel è nato per la Pasqua, e la sua origine sarebbe molto antica:
« | Al tempo in cui Israele uscì dall'Egitto, uscì dalla sua schiavitù di fango e mattoni, fu allora che dissero l'Hallel. » | |
Rabbi Eleazaro l'attribuiva a Mosè e al popolo d'Israele "quando erano risaliti dal mare", altri invece l'attribuivano a Davide, ma si preferiva la prima opinione, perché non sembrava possibile "che il popolo d'Israele avesse offerto l'agnello pasquale o preso i rami di palma[4], senza avere mai detto canto [di lode]"[5].
Unità e molteplicità
I singoli salmi che costituiscono l'Hallel sono ognuno un testo a sé stante, ciascuno collocato nel proprio tempo, ciascuno con il proprio genere letterario.
Ciò non toglie che l'Hallel è sempre stato sentito nella tradizione ebraica come un unico poema, con cui Israele loda YHWH per le meraviglie da lui compiute e lo ringrazia. È composto secondo un ordine; se non si leggesse secondo quest'ordine non si adempirebbe il precetto[6].
L'Hallel riassume tutta la storia della salvezza:
« | "Quando Israele uscì dall’Egitto" [114,1] si riferisce al passato. "Non per noi, Signore, non per noi" [115,1] alle presenti generazioni; "Amo, perché il Signore ascolta la mia voce" [116,1] ai giorni del Messia; "Legate la festa con funi" [118,27] ai giorni di Gog e Magog; "Mio Dio sei tu e ti rendo grazie" [118,28] al secolo futuro. » | |
(jBerakot II 4; jMegillah II 1. et al.)
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Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |