Lettorato (liturgia)




Lettore è nella Chiesa Cattolica colui che ha ricevuto l'incarico di proclamare la parola di Dio.
Storia del ministero
Un tempo il lettore apparteneva agli ordini sacri minori. Aveva l'incarico di leggere le letture bibliche durante la messa e la divina ufficiatura; nel medioevo spesso il lettore era anche cantore. In seguito divenne un ufficio laico conferito ai seminaristi in preparazione al loro ministero. Oggi il lettore può essere anche un laico o una laica. Durante la messa è possibile infatti, per dei laici, svolgere l'ufficio di lettore, ma per la sola lezione profetica o per l'epistola.
Attualmente la chiesa prevede il ministero del Lettorato per coloro che proclamano le letture all'assemblea liturgica. A costoro viene affidata anche la preparazione dei fedeli alla comprensione della parola di Dio.
Compiti del lettore
Si tratta di un ministero con compiti di catechista, di educazione alla vita sacramentale e di evangelizzazione.
Requisito fondamentale per diventare lettore è la conoscenza, la meditazione e la testimonianza della parola di Dio
Nel Rito romano
I compiti del lettore sono definiti nei "Principi e norme per l'uso del messale romano". Essi sono definiti :
- nei Riti iniziali dal n.148[1] e n.149[2];
- nella Liturgia della Parola dal n.150[3];
- in generale dai nn.151[4] e 152[5].
Nel Rito ambrosiano
Nel rito ambrosiano il lettore, prima di leggere la prima e la seconda lettura ma non il salmo, si rivolge al sacerdote invocando la benedizione con la formula "Benedicimi padre".
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