Luigi XI di Francia
Luigi XI di Francia Laico | |
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Luigi XI di Francia | |
Incarichi attuali | |
Re di Francia | |
Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Bourges 3 luglio 1423 |
Morte | Plessis-les-Tours 30 agosto 1483 |
Sepoltura | Basilica di Notre-Dame (Cléry-Saint-André) |
Re di Francia | |
In carica | 22 luglio 1461 - 30 agosto 1483 |
Incoronazione | 15 agosto 1461 |
Predecessore | |
Successore | |
Nome completo | Luigi di Francia |
Casa reale | Valois |
Dinastia | Capetingi |
Padre | Carlo VII di Francia |
Madre | Maria d'Angiò |
Coniugi |
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Figli | Anna Giovanna (Santa Giovanna di Valois) Carlo VIII |
Religione | cattolica romana |
Luigi XI di Francia, detto il Prudente, Louis XI le Prudent (Bourges, 3 luglio 1423; † Plessis-les-Tours, 30 agosto 1483), è stato un re francese.
Cenni biografici
Salì al trono nel 1461 ed è considerato un re assolutista. Combatté contro i feudatari guidati prima dal duca di Borgogna, Carlo il Temerario, poi dall'arciduca Massimiliano d'Asburgo.
Pochi mesi dopo il suo incoronamento Luigi XI, che in passato aveva manifestato l'intenzione di ristabilire buoni rapporti con la Santa Sede, rese possibile la revoca della Prammatica Sanzione di Bourges, introdotta da suo padre Carlo VII nel 1438, avvenuta il 24 novembre 1461. A Roma la decisione del re, con cui la Chiesa gallicana era tornata a sottostare alla sovranità della Chiesa romana, ebbe tuttavia breve durata. Già nel gennaio dell'anno seguente venne alla luce l'equivoco di un gesto che Luigi XI aveva strumentalizzato per richiedere a Pio II il ritiro dell'appoggio a re Ferrante di Napoli. Pesanti le minacce con cui il messaggio venne corroborato: esse andavano dalla convocazione di un concilio riformatore alla diserzione della crociata, fino all'alleanza con Venezia e all'invasione della Lombardia. Anche se il Papa non cedette ai ricatti e non subì ritorsioni, la vittoria morale che ottenne sortì scarso effetto pratico, poiché Luigi XI non ripristinò la Prammatica, ma promulgò altre ordinanze reali con cui colpiva le prerogative di intervento della Sede apostolica nel Regno di Francia.[1]
Anche con il successore papa Sisto IV continuò lo sterile dibattito con il re di Francia, il quale continuò a difendere la sua legislazione che richiedeva il consenso reale ai decreti papali prima che questi venissero promulgati in Francia e formava l'inamovibile chiave di volta dell'indipendenza della Chiesa gallicana. Allo stesso tempo Luigi proseguì nell'intento di rimpiazzare Ferdinando I di Napoli con un principe francese, cosa che il Papa, abile stratega, non poteva permettere.
Tuttavia durante i suoi ultimi anni il re di Francia si mostrò più condiscendente che in passato verso Sisto IV e in questo cambiamento non fu estranea l'opera di san Francesco di Paola. Nel 1480 il re di Francia, colpito da una forma di apoplessia, conosciuta la fama di taumaturgo di cui godeva Francesco, inviò in Calabria una delegazione con il compito di condurlo a Plessis-les-Tours, ma soltanto il 2 febbraio 1483 l'eremita, su richiesta del papa, lasciò il suo eremo di Paternò Calabro accompagnato da due discepoli, Bernardino di Cropalati e Giovanni Cadurio della Rocca e dagli inviati francesi. Alla fine di aprile o ai primi di maggio 1483 Francesco giunse alla corte di Francia.
Sisto IV inviò alla corte di Francia due brevi destinati a Francesco, in cui gli chiedeva di far sì che Luigi XI recuperasse la salute. Con questo si valse dell'eremita calabro per tentare un miglioramento dei rapporti con la corte francese. Il concordato del 1472, che attribuiva alla Santa Sede importanti concessioni circa la provvisione dei benefici maggiori e minori e la competenza dei tribunali, restava vago e forniva materia di discussione sulle prerogative finanziarie della Chiesa. Esso venne osservato, pur con qualche difficoltà, fino al 1475. In seguito le relazioni si inasprirono e riprese vigore l'agitazione gallicana e le minacce da parte del re di convocare un concilio generale. Luigi XI non mancò di intervenire pesantemente nelle nomine dei benefici maggiori, allontanando metodicamente dalle loro sedi i prelati che giudicava ostili alla sua linea politica. Tuttavia durante i suoi ultimi anni il re di Francia si mostrò più condiscendente che in passato verso Sisto IV e in questo cambiamento non fu estranea l'opera di Francesco. Riguardo al pagamento delle decime, le sue pressioni furono tali da indurre il re a manifestare perplessità a Roma. Con il breve Scribit ad nos del 6 luglio 1483, il Papa invitò l'eremita a non insinuare scrupoli nella coscienza del re. Ulteriori istruzioni furono recapitate a Francesco dal referendario G.A. Grimaldi.
Con il favore di Luigi XI Francesco poté fondare il primo eremo in terra francese nella stessa corte, presso la cappella di san Matteo. Allo stesso tempo si valse dell'appoggio del re al fine di sollecitare l'approvazione pontificia per un testo di costituzioni destinato al suo istituto, progetto però accantonato con la morte del sovrano.[2]
Con la Pace di Arras del 1482, e con vittorie e alleanze nuziali, il monarca riuscì a ottenere vasti territori (fra cui Borgogna, Artois, Franca Contea, Provenza) e a creare una compatta unità territoriale dominata dalla monarchia.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine di San Michele | |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Delfino di Francia | Successore: | |
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Carlo VII | 3 luglio 1423-22 luglio 1461 | Francesco |
Predecessore: | Re di Francia | Successore: | |
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Carlo VII | 22 luglio 1461-30 agosto 1483 | Carlo VIII |
Note | |
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Bibliografia | |
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