Matteo d'Acquasparta
Matteo d'Acquasparta, O.F.M. Cardinale | |
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al secolo Matteo Bentivegna | |
Giovanni di Cosma, Monumento funebre del cardinale Matteo d'Acquasparta (part.), 1302 - 1303 ca., marmo, mosaico e affresco; Roma, Basilica di Santa Maria in Ara Coeli | |
Età alla morte | 62 anni |
Nascita | Acquasparta 1240 |
Morte | Roma 28 ottobre 1302 |
Sepoltura | Basilica di Santa Maria in Ara Coeli al Campidoglio (Roma) |
Professione religiosa | 1260 |
Ordinazione presbiterale | Ordinato (non si hanno ulteriori informazioni) |
Nominato vescovo | Optato per l'ordine dei cardinali vescovi e sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina nel 1291. |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
16 maggio 1288 da Niccolò IV (vedi) |
Cardinale per | 14 anni, 5 mesi e 12 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Matteo d'Acquasparta, al secolo Matteo Bentivegna (Acquasparta, 1240; † Roma, 28 ottobre 1302) è stato un cardinale, teologo e filosofo italiano.
Cenni biografici
Nacque intorno al 1240 ad Acquasparta, presso Todi in Umbria. Giovane, ma in data sconosciuta, si fece francescano, prendendo l'abito probabilmente nel convento di san Fortunato a Todi.
Per le sue grandi doti intellettuali fu inviato dai superiori alla Sorbona di Parigi nel 1268, dove ricevette il baccellierato biblico nel 1270, quello sentenziario nel 1272 e nel 1276 ottenne il titolo di magister. Nel 1279 a Roma fu nominato maestro di teologia presso lo Studium Curiae quale successore di John Peckham.
In quel periodo Matteo prese posizione contro uno scritto dell'ex provinciale di Francia del suo Ordine e penitenziere apostolico, Nicola di Ghistelle, che commentava in modo negativo la bolla Exiit qui seminat di Niccolò III.
Nel maggio 1287, nel capitolo generale di Montpellier, fu nominato dodicesimo ministro generale dei frati minori. Il francescano Girolamo Masci d'Ascoli, eletto nel 1288 papa Niccolò IV, nella prima promozione cardinalizia lo elesse cardinale presbitero del titolo di san Lorenzo in Damaso; gli chiese però di continuare a svolgere il suo ufficio di ministro generale fino al successivo capitolo generale di Rieti, che si tenne l'anno seguente ed elesse il provenzale fra Raimondo Gaufridi.
Durante il suo generalato nominò come lettore di teologia presso lo Studio fiorentino di santa Croce il teologo provenzale Pietro di Giovanni Olivi, di cui era ben nota la rigorosa interpretazione della povertà francescana. Concesse all'ex generale Beato Giovanni Buralli da Parma[1], che dal 1257 era stato relegato nell'eremo di Greccio, di poter tornare all'attività pastorale.
Nei primi anni del suo cardinalato papa Niccolò IV lo nominò penitenziere maggiore, in sostituzione del francescano Bentivegna de' Bentivegni.
Alla morte di papa Niccolò IV nel 1292 seguì una lunghissima sede vacante, durante la quale l'Acquasparta fu indicato come candidato, è certo che egli si schierò tra i primi a favore di Pietro del Morrone, che fu eletto papa nel 1294 col nome di Celestino V e dopo le dimissioni di questi fu uno degli elettori di Benedetto Caetani (Bonifacio VIII), di cui divenne presto uno dei più fidati collaboratori.
Quando nel 1297 i Colonna si ribellarono a Bonifacio VIII, denunciando pubblicamente come invalida la sua elezione, Matteo si schierò immediatamente a fianco del pontefice. Il 16 dicembre di quell'anno lasciò Roma per recarsi a Firenze a predicare la crociata anti-colonnese. In Toscana si trattenne alcuni mesi. Tornato in Curia non poté impedire che il papa si pronunciasse a favore di Filippo il Bello e contro Guido di Dampierre sulla questione delle Fiandre. Non per questo egli smise di difendere la causa del conte, come risulta dalle relazioni inviate dai suoi ambasciatori a Roma. Fu poi inviato legato in Lombardia, Firenze e quindi in Romagna.
Nel 1300, il papa lo inviò a Firenze come legato apostolico, nel tentativo di pacificare le fazioni guelfe dei Cerchi e Donati. Non avendo ottenuto risultati, lasciò Firenze dopo quattro mesi per occuparsi più da vicino delle cose di Romagna, di cui era stato nominato rettore il 19 luglio. In Romagna si trovava ancora quando, nel dicembre 1301, fu richiamato a Firenze, dove nel frattempo era intervenuto Carlo di Valois, fratello di Filippo il Bello, dietro richiesta di Bonifacio VIII. Scarsi furono, anche questa volta, i risultati raggiunti nell'opera di pacificazione dell'Acquasparta.
Morì a Roma il 28 o il 29 ottobre 1302 e fu sepolto nella basilica francescana di santa Maria in Ara Coeli, in un grandioso sepolcro gotico.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Ministro generale dell'Ordine francescano | Successore: | |
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Arlotto da Prato | 1287-1289 | Raimondo di Goffredo |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Lorenzo in Damaso | Successore: | |
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vacante dal 1217 | 16 maggio 1288-1291 | Francesco Ronci |
Predecessore: | Penitenziere maggiore | Successore: | |
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Bentivegna de' Bentivegni | 1289-1302 | Gentile Portino |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Bernard de Languissel 1281-1291 |
1291-28 ottobre 1302 | Giovanni Minio da Morrovalle 1302-1312 |
Note | |
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Bibliografia | |
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