Milo di Natoli

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Milon de Nanteuil
Vescovo
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battezzato
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Morte Camerino
6 settembre 1234
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Milon de Nanteuil o Milo di Natoli († Camerino, 6 settembre 1234) è stato un vescovo francese.

Cenni biografici

Nato in luogo e data sconosciuti, fu il quarto figlio di Gaucher I de Châtillon e di Helvide, ultima erede dei signori di Nanteuil-la-Fosse. il padre col matrimonio ricevette dunque anche la signoria di Nanteuil.[1] La coppia ebbe sei figli, cinque maschi e una femmina.

Il 19 dicembre 1217 Milon de Nanteuil, già prevosto della cattedrale di Reims, canonico e arcidiacono di Beauvais, fu nominato vescovo della stessa diocesi di Beauvais. Tra i suoi primi impegni che affrontò nella nuova carica, oltre a confermare al capitolo le prerogative e i privilegi concessi dal vescovo precedente, fu portare a termine la fondazione dell'abbazia di Penthemont, vicino a Beauvais, che il suo predecessore Philippe de Dreux aveva fortemente voluto. Nel 1230 papa Gregorio IX ne confermò i diritti di fondazione con una Bolla.[2]

La Quinta crociata era stata appena indetta, e Milon, come molti altri laici ed ecclesiastici, volle unirsi al pellegrinaggio armato: affidò l'amministrazione della diocesi al vescovo di Soissons, Jacques de Basoches, e partì. Giunse in tempo per partecipare all'assedio di Damietta, ma venne catturato durante una sortita degli assediati e condotto prigioniero nella fortezza di Babilonia, nei pressi de Il Cairo. Vi rimase confinato per alcuni anni (di quel periodo ci sono giunti due documenti della diocesi di Beauvais, l'uno del 1220, l'altro del 1221, firmati per suo conto dal vicario).[3]

Fu liberato su riscatto nel 1222. Di ritorno fu a Roma, dove papa Onorio III lo consacrò vescovo. Dopo la consacrazione fece ritorno in sede nel medesimo anno.[4]

Nel 1223 partì per un concilio dei vescovi francesi indetto a Sens dal legato pontificio per discutere delle misure da prendere contro gli Albigesi del sud della Francia. Filippo Augusto, che desiderava essere presente, volle tuttavia che l'assemblea si riunisse a Parigi, ma durante i lavori il sovrano morì. Il legato e i padri conciliari assistettero ai funerali a Saint-Denis, dopodiché si lasciarono per riprendere il concilio col nuovo re.[5]

Luigi VIII fu incoronato a Reims nell'agosto seguente. Milon de Nanteuil, in quanto vescovo di Beauvais e perciò pari di Francia[6], fu tra i prelati che assistettero alla cerimonia.[5]

Nel 1225 la cattedrale di Beauvais, ancora in riparazione dall'incendio del 1188, fu completamente distrutta da un nuovo incendio. Milon intraprese con grande energia l'opera di ricostruzione, stanziando a tale scopo per dieci anni un decimo delle rendite del vescovado, e chiese di fare lo stesso ai canonici del capitolo e ai detentori di benefici della diocesi. Ordinò inoltre che tutti i benefici che nel corso del decennio successivo divenissero vacanti fossero incamerati per un anno e devoluti allo stesso scopo.[7]

In quell'anno introdusse in diocesi il neo costituito ordine di san Francesco con un trattato siglato tra il vescovo francese e il cardinale di Sant'Angelo protettore dell'ordine siglato nell'agosto del 1225[8].

In occasione del concilio di Parigi (1226), alla presenza del legato pontificio, Luigi VIII abbandonò le pretese nei confronti dell'Inghilterra, per concentrarsi nella crociata contro gli eretici albigesi del sud della Francia.[9] Il re parti alla campagna militare con gli arcivescovi di Reims e Sens, i vescovi di Beauvais, Noyon e Senlis, e molti altri prelati, vassalli e cavalieri. Durante la spedizione vi fu la morte prematura del sovrano. Milon assistette ai funerali del defunto re e alla consacrazione e incoronazione dell'ancora minorenne Luigi IX.[10]

Nel primo periodo del nuovo regno Milon godette dei favori del sovrano: nel 1228 vide anche la propria diocesi prescelta per la fondazione di un'abbazia reale, la futura abbazia di Royaumont.[11]

In quell'anno Milon lasciò al vescovo Odone il governo spirituale della diocesi e si trasferì a Roma, per sostenere papa Gregorio IX, in conflitto con Federico II di Svevia. Il pontefice accettò con riconoscenza l'offerta di aiuto, gli affidò un comando nell'esercito pontificio, e lo nominò governatore del Ducato di Spoleto verso la fine del 1230. Una volta pacificato il ducato, Gregorio gli concesse di tornare alla sua diocesi.[12]

Appena rientrato a Beauvais, alla fine del 1232, trovò la città in preda ai disordini. Si doveva eleggere un nuovo sindaco e, secondo la convenzione del 1182 tra il comune e il vescovo approvata da Filippo Augusto, questi doveva essere scelto dal vescovo fra tredici candidati eletti dai cittadini. La borghesia non riusciva però ad accordarsi sui candidati, e i tumulti erano all'ordine del giorno. Luigi IX, con atto sovrano, nominò sindaco un borghese di Senlis, Robert de Muret;. Dopo un'iniziale calma, le rimostranze della cittadinanza contro tale imposizione scoppiarono in forma violenta: il 31 gennaio del 1233 una feroce rivolta fece decine di morti, e il sindaco ebbe salva la vita per un soffio.[13]

Milon entrò in aperto conflitto con Luigi IX quando il sovrano volle accorrere di persona, con la reggente e regina madre Bianca di Castiglia, per ristabilire l'ordine. Il vescovo gli ingiunse di non intervenire, reclamando il proprio esclusivo diritto di giustizia sulla città.[14] San Luigi, allora diciottenne, reputando che la gravità delle circostanze giustificasse tale atto d'imperio, e forse sospettando qualche coinvolgimento del vescovo negli avvenimenti, decise ciononostante di intervenire e reprimere i disordini con grande autorità: 1500 persone furono arrestate, di cui alcune vennero bandite e altre imprigionate, mentre i principali colpevoli ebbero le case demolite. Il tutto d'accordo col nuovo sindaco, nominato senza l'assenso vescovile.[14][15]

La tensione col vescovo Milon raggiunse l'apice quando questi si vide chiedere dal re 80 lire parigine[16] per le spese e l'alloggio durante i cinque giorni di soggiorno a Beauvais, e furono reintrodotti alcuni tributi pecuniari a carico della diocesi aboliti a suo tempo da Filippo Augusto. Al rifiuto del vescovo a pagare senza aver prima consultato il Capitolo, Luigi gli fece sequestrare i beni mobili, li fece vendere all'incanto, e lasciò un presidio armato in città.[14][17] Il vescovo, dopo aver intimato per tre volte ai commissari reali di restituirgli i propri beni, lanciò la scomunica su di loro, sul sindaco e sugli scabini.[18]

La prima domenica di Quaresima del 1233 Milon convocò il Concilio di Noyon (1233), davanti al quale denunciò il comportamento del re. Si tenne un'inchiesta e la controversia si protrasse per tutto quell'anno e il seguente con vari altri concili regionali che non diedero soddisfazione al prelato, che alla fine decise di intraprendere un viaggio a Roma per perorare la propria causa presso il pontefice, ma durante il viaggio morì il 6 settembre 1234 a Camerino. Fu il suo secondo successore, Robert de Cressonsacq, a ricomporre la disputa col sovrano ricorrendo a una transazione.[14][19][20]

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Beauvais Successore: BishopCoA PioM.svg
Philippe de Dreux 1217 - 6 settembre 1234 Geoffroy de Clermont-Nesle I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Philippe de Dreux {{{data}}} Geoffroy de Clermont-Nesle
Note
  1. Delettre op. cit., p. 235
  2. Delettre op. cit., p. 235-237
  3. Delettre op. cit., p. 237-239
  4. Delettre op. cit., p. 239-240
  5. 5,0 5,1 Delettre op. cit., p. 242
  6. Labande op. cit., p. 43
  7. Delettre op. cit., p. 244-245
  8. Delettre op. cit., p. 246
  9. (EN) Edward H. Landon, A Manual of Councils of the Holy Catholic Church, John Grant, Edimburgo 1909, vol. 2, p. 26, online
  10. Delettre op. cit., p. 250-253
  11. Delettre op. cit., p. 251
  12. Delettre op. cit., p. 251-253
  13. Delettre op. cit., p. 253-255
  14. 14,0 14,1 14,2 14,3 Société archéologique op. cit., p. 101-103
  15. Delettre op. cit., p. 255-259
  16. Secondo altre fonti: 800 lire, cfr. Labande op. cit., p. 41
  17. Delettre op. cit., p. 259-260
  18. Delettre op. cit., p. 260
  19. Labande op. cit., p. 42
  20. Delettre op. cit., p. 266-272
Bibliografia