Musei della Canonica del Duomo di Novara
Musei della Canonica del Duomo di Novara | |
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Immagine-logo del complesso museale | |
Categoria | Musei del Duomo |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Piemonte |
Regione | Piemonte |
Provincia | Novara |
Comune | Novara |
Diocesi | Diocesi di Novara |
Indirizzo | Vicolo Canonica, 9/14 28100 Novara (NO) |
Telefono | +39 0321 661635 |
Fax | +39 0321 661611 |
Posta elettronica | musei@novaria.org |
Sito web | [1] |
Proprietà | Capitolo della Cattedrale |
Tipologia | archeologico, arte sacra |
Contenuti | ceramiche, dipinti, lapidi, manoscritti, monete, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture e suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biblioteca, biglietteria, bookshop, caffetteria, didattica, internet point, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Canonica della Cattedrale, quadriportico, ala orientale |
Data di fondazione | 3 novembre 1999 |
I Musei della Canonica del Duomo di Novara, allestiti nell'ala orientale del quadriportico della Canonica della Cattedrale, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta e da altre chiese del territorio diocesano.
I Musei sono formati da due collezioni:
- Museo Lapidario, intitolato a don Carlo Francesco Frasconi, è stato inaugurato nel 3 novembre 1999 con cippi, are ed epigrafi, databili dal II secolo a.C. al III secolo;
- Museo del Tesoro del Duomo, dedicato ad Angelo Luigi Stoppa, giornalista e storico, è stato inaugurato il 14 giugno 2009, in coincidenza con il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale del vescovo Renato Corti; questo secondo spazio, aggiungendosi al già fruibile Museo Lapidario, ha completato il complesso espositivo del Duomo novarese.
Storia
Il primo Museo ad essere realizzato fu il Lapidario, ad opera dell'abate Carlo Francesco Frasconi, erudito e paleografo, che nel 1813 iniziò la raccolta archeologica ed epigrafica. All'epoca, i reperti vennero collocati sulle pareti del quadriportico del Chiostro.
Nel 1979, una ricognizione sullo stato delle stele e delle lapidi aveva suggerito di trasportare il materiale in un luogo più asciutto. Dopo un primo tentativo operato negli anni Ottanta del XX secolo, si arrivò alla sistemazione definitiva solo nel 1992, quando le Sovrintendenze decisero di collocare l'intera collezione nella corridoio settentrionale del quadriportico, al primo piano, mantenendo la memoria del primitivo museo con la sostituzione dei reperti asportati con copie in vetroresina. Il nuovo allestimento del Museo Lapidario venne inaugurato nel 3 novembre 1999.
Il Museo del Tesoro della Cattedrale ebbe la sua genesi a partire dagli anni Sessanta del XX secolo, quando don Angelo Luigi Stoppa cominciò a raccogliere e sistemare opere d’arte sacra provenienti dalle parrocchie della Diocesi. Alla sua morte (1998), l’archivista, Paolo Monticelli, direttore della Cappella Strumentale del Duomo di Novara, si adoperò per realizzare un allestimento coerente di tutti questi manufatti, integrandolo con il Museo Lapidario. Dopo un intenso lavoro di ristrutturazione, i Musei della Canonica del Duomo di Novara furono definitivamente allestiti nell'antico appartamento canonicale, al quale si accede dal corridoio settentrionale del Chiostro, e organizzati in un percorso di undici sale, delle quali l’ultima è costituita dal Lapidario. Il nuovo itinerario espositivo è stato aperto al pubblico nel 14 giugno 2009.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale, disposto su due livelli, si sviluppa lungo tredici sale espositive che presentano reperti archeologici, opere d'arte e suppellettile liturgica databile dal VI secolo a.C. al XIX secolo.
Sala I, III, IV - Gruppi scultorei
Le tre sale espongono cinque gruppi scultorei processionali, in terracotta, raffiguranti Storie della Passione di Gesù, databili al XVII secolo (tranne il primo più tardo):
- Gesù Cristo nell'orto del Getsemani (fine XVIII - inizio XIX secolo), attribuito allo scultore Gaudenzio Prinetti (1760 – 1835);
- Flagellazione.
- Salita al Calvario.
- Crocifissione;
- Deposizione dalla croce, attribuita allo scultore Giovanni d'Enrico (1559 – 1644), fratello del celebre pittore Tanzio Da Varallo.
Sala II - Duomo romanico e paleocristiano
Nella seconda sala sono conservati reperti del duomo romanico e paleocristiano, tra i quali spicca:
- Dittico eburneo (V secolo), appartenuto ad un patrizio romano, recante sul retro l'elenco in successione dei vescovi novaresi.
Sale V - VIII, Tesoro del Duomo
Nelle quattro sale espositive sono conservati i preziosi paramenti sacri ed oggetti liturgici, databili dalla fine del XVI secolo all'ultimo quarto del XIX secolo, provenienti dal Tesoro del Duomo. Di particolare interesse:
- Stauroteca
- Reliquiario di san Sebastiano (inizio del XIX secolo), di bottega orafa lombarda.
Sala IX - Sculture lignee
La collezione del Museo ospita sculture lignee databili dal XIV al XVIII secolo; alcune sono attribuibili all'operato di maestri tedeschi della Valsesia e dall'Alta Ossola.
Sala X - Arca del SS. Sacramento
La decima sala è dedicata alla preziosa arca argentea del SS. Sacramento.
Sala XI - Lapidario
Il Museo Lapidario presenta epigrafi, are e cippi celto-romani databili dal II secolo a.C. e al III secolo. La collezione epigrafica è talmente rilevante dal punto di vista storico da essere stata riconosciuta come la terza in tutta Italia, tanto da essere stata studiata e pubblicata dal celebre storico ed epigrafista Theodor Mommsen (1817 – 1903) nel Corpus Inscriptionum Latinarum [1], sotto la dicitura: Inscriptiones Galliae Cisalpinae.
Le epigrafi sono esposte suddivise per isole tematiche:
- al centro, i gruppi di are e cippi consacrati agli dei romani;
- alle pareti, le epigrafi dedicatarie, alcune delle quali sono preziose testimonianze delle forme del culto della memoria praticate nel territorio novarese;
- in un'area defilata, i documenti epigrafici che attestano non solo la permanenza dei Celti nella zona, ma anche il passaggio dagli antichi culti locali alla progressiva romanizzazione dei popoli autoctoni.
Inoltre, sono esposti nella sala una raccolta eterogenea di materiali lapidei medievali, databili dal V al XV secolo, provenienti dal Duomo romanico e da altre chiese del territorio diocesano, tra le quali spiccano:
- Leone stiloforo (XIII secolo);
- Chiavi di volta (XIII - XV secolo);
- Bassorilievi con figure stilizzate (VIII secolo), in marmo.
- Madonna con Gesù Bambino, in marmo, di anonimo scultore gotico.
Sala XII - Reperti archeologici e raccolta numismatica
I Musei presentano una collezione di reperti archeologici, dei quali non si conosce il contesto di ritrovamento, ma che, sulla base delle caratteristiche stilistiche e morfologiche, sono stati identificati con buona probabilità in manufatti magnogreci provenienti dalla Puglia, databili dal IV al II secolo a.C.. Di particolare interesse:
- Vasi di ceramica daunia, a decorazione geometrica realizzata ad un solo colore, solitamente marrone-bruno, o a due colori, marrone bruno e rosso;
- Vasi greci, riferibili all'area tarantina;
- Statuetta femminile in terracotta dipinta e realizzata a matrice, proviene quasi da una bottega coroplastica di Taranto;
Nella sala è presentata anche la notevole collezione numismatica del Capitolo della Cattedrale, che si deve al canonico don Carlo Francesco Frasconi che, nel 1793, riordinando l'Archivio Capitolare, ritrovò oltre 107 monete di età romana. Il Frasconi iniziò poi a raccoglierne altre e le donò all'Archivio nel 1833. La raccolta oggi conta circa 200 monete databili dall'età classica a quella rinascimentale e moderna.
Sala Capitolare
La Sala Capitolare, aperta al pubblico, dopo un importante restauro del 2013, che ha riportato alla luce un interessante dipinto murale raffigurante:
- Gesù Cristo crocifisso con Maria Vergine e san Giovanni evangelista (1487), affresco, realizzato dal pittore Giovanni Antonio Merli.
Nella sala sono esposti manoscritti costituiti in parte da pergamene, da legature e da codici miniati, di particolare importanza storica e religiosa per il territorio novarese.
Galleria fotografica
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