Museo dei Cappuccini di Roma
Museo dei Cappuccini di Roma | |
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Caravaggio, San Francesco d'Assisi in meditazione (1603 ca.), olio su tela | |
Categoria | Musei di Ordine religioso |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lazio |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Diocesi di Roma |
Indirizzo | Via Vittorio Veneto, 27 00187 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 88803695 |
Posta elettronica | segreteria@cappucciniviaveneto.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Ordine dei Frati Minori Cappuccini |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | arredi sacri, dipinti, manoscritti, libri antichi a stampa, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | audioguide, archivio storico, biblioteca, biglietteria, didattica, fototeca, visite guidate |
Sede Museo | Convento di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini |
Datazione sede | 1626 |
Fondatori | Provincia Romana dei Frati Minori Cappuccini |
Data di fondazione | 26 giugno 2012 |
Il Museo dei Cappuccini di Roma, inaugurato il 26 giugno 2012, per volere della Provincia Romana dei Frati Minori Cappuccini, ha sede nel Convento di Santa Maria della Concezione, edificato nel 1626, dove è anche ubicato la celebre cripta-ossario.
Il Museo con un percorso di visita che, attraverso opere d'arte e suppellettile liturgica di grande pregio, mette in luce la spiritualità di un Ordine religioso basato su un intenso misticismo, un semplice e sobrio stile di vita, una costante vicinanza al popolo e un forte spirito di fraternità.
Un percorso scientifico ben definito, che mette in luce tutti gli aspetti fondamentali della cultura dei Ordine dei Frati Minori Cappuccini, un luogo che consente al visitatore di interagire con gli oggetti, grazie anche a mirate tecnologie multimediali e interattive: un canale di lettura che si è ritenuto necessario nella definizione del progetto per un percorso di didattica attiva e partecipata.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale si sviluppa in otto sale espositive con l'obiettivo di illustrare il francescanesimo e di far conoscere nello specifico la spiritualità dei Frati Minori Cappuccini, ripercorrendone, tra le altre cose, la storia e presentando anche la vita di alcuni Santi dell'Ordine.
Sala I
La sala è dedicata al convento, edificato per volontà della famiglia Barberini nel 1626 ed ultimato nel 1631, come esteso complesso conventuale comprendente la Chiesa, dedicata all'Immacolata Concezione, secondo il progetto dell'architetto e religioso cappuccino Michele da Bergamo (†1641). Tra le opere conservate spiccano:
- Noli me tangere (metà del XVI secolo), olio su tela, di Marco Pino da Siena.
- Natività di Gesù (1649), olio su tela, di scuola emiliana.
- San Cosma (XVII secolo), olio su tela, di ambito romano.
- Madonna della Speranza (XIX secolo), olio su tela, di ambito romano.
Sala II
La sala presenta l'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, uno tra i più diffusi nel mondo, abbinando ai ritratti dei Padri Generali e ai documenti d'archivio, alcuni approfondimenti sui Santi e conventi cappuccini della Provincia Romana. Di rilievo:
- Albero dell'Ordine francescano (1881), stampa litografica colorata a mano da modello originale inciso su rame del XVII secolo.
- Frate Onorato da Parigi (1870), olio su tela, di anonimo pittore dell'Italia Centrale.
Sala III
La sala illustra la specificità della spiritualità cappuccina attraverso le immagini e le storie di alcuni santi dell'Ordine come, ad esempio, san Felice da Cantalice, san Crispino da Viterbo, san Giuseppe da Leonessa e san Pio da Pietrelcina. Di rilievo:
- San Giuseppe da Leonessa (fine XVII secolo), olio su tela, di anonimo pittore dell'Italia centrale.
- San Felice da Cantalice (fine XVIII - inizio XIX secolo), olio su tela, di anonimo pittore dell'Italia centrale.
Sala IV
La sala mette in evidenza la cultura e la spiritualità attraverso l'esposizione di vesti e oggetti di uso liturgico e quella di manufatti di uso quotidiano. Questa sezione è, inoltre, arricchita da alcuni approfondimenti didattici sul tema del Crocifisso; è qui, infatti, presentato:
- Crocifisso sanguinante (fine XVI secolo), acquarello su carta.
Sala V
La sala si concentra sulla splendida opera:
- San Francesco d'Assisi in meditazione (1603 ca.), olio su tela, di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio:[1] è qui raffigurato il momento della compiuta trasfigurazione spirituale del Santo che, prendendo in mano il teschio e inginocchiandosi sulla nuda terra, formula il gesto supremo di deporre il teschio stesso sulla base della Croce rappresentata in scorcio per darle la maggiore evidenza possibile nello spoglio ambiente, quasi una caverna, dove si compie l'evento.
Sala VI
Nella sala, che documenta le vicende dei cappuccini nel XX secolo, è allestito un particolare spazio dedicato al venerabile Mariano da Torino (1906 - 1972), presbitero e religioso, volto e voce molto conosciuti della televisione e della radio italiana, per aver partecipato e condotto programmi televisivi e radiofonici della RAI e della Radio Vaticana.
Sala VII
La sala attesta l'opera dei Cappuccini nel Mondo.
Il percorso espositivo giunge fino ai nostri giorni, mostrando qualcosa dell'attività spirituale, culturale, missionaria e artistica che ha caratterizzato l'Ordine nel XX secolo: vengono presentati documenti, materiali e opere d'archivio di alcuni religiosi cappuccini propagatori del Vangelo, che hanno utilizzato antichi e nuovi strumenti, tecniche e forme di comunicazione.
Sala VIII
A conclusione dell'itinerario museale, la sala introduce al luogo conclusivo e di grande suggestione: la Cripta-Cimitero, monumento singolare, realizzato verso la metà del XVIII secolo.
Cripta dei Cappuccini
Per approfondire, vedi la voce Chiesa di Santa Maria Immacolata in Via Veneto (Roma) |
Completa l'itinerario museale, la Cripta, realizzata verso la metà del XVIII secolo, che ebbe origine dall'esigenza pratica di fare posto ai nuovi defunti nel piccolo cimitero del convento e quindi trovare una giusta collocazione per le ossa dei religiosi riesumati. Questo non era solo un luogo di sepoltura, ma anche di preghiera e riflessione per i cappuccini che vi scendevano ogni sera prima di andare a riposare. La singolare composizione, infatti, è una preziosa occasione per l'annuncio, del tutto positivo, del senso cristiano della vita umana e dell'approdo di questa alla resurrezione.
Storia
Nel 1631, i frati cappuccini lasciarono il Convento di Santa Croce e Bonaventura dei Lucchesi, nei pressi del Quirinale, e vennero ad abitare nel nuovo complesso dell'Immacolata Concezione, dove furono anche traslati e collocati i resti dei religiosi defunti.
L'architetto pontificio Michele da Bergamo (†1641), frate cappuccino, nelle sue Memorie ricorda che, nell'aprile del 1631, aveva trasportato in questo edificio, dall'antico convento le spoglie di san Felice da Cantalice e di altri religiosi dell'Ordine, "riponendoli in luogo particolare".
La prima attestazione, comunque, di "nicchie, volte, qualche ornamento di soffitto con disegni regolari, lampade, croci, ecc." è del 1775, quando lo scrittore e filosofo francese Marchese de Sade (1740 – 1814) visitò il cimitero e ne lasciò una suggestiva descrizione nel suo Viaggio in Italia.
L'"insolito e originale artista", che eseguì la decorazione delle pareti e delle volte, non è stato ancora identificato. Manca, infatti, una documentazione certa sulla realizzazione di questo luogo. Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che l'ideatore di questo "monumento funebre" sia stato il viennese Norberto Baumgartner (1710 - 1773), celebre pittore e religioso cappuccino, presente con certezza nel convento romano nel 1745.
Descrizione
La cripta, ubicata sotto il lato destro della Chiesa di Santa Maria Immacolata - costituita da un lungo corridoio e articolata in sei piccoli ambienti - è interamente decorata e "arredata" con i resti mortali (teschi, tibie, femori e interi scheletri) di circa 3700 defunti, per la maggior parte frati cappuccini, morti tra il 1528 ed il 1870.
All'ingresso della cripta è posta una lapide con un'iscrizione, nella quale si legge:
« | Noi eravamo quello che voi siete e quello che noi siamo voi sarete. » |
Le ossa compongono tradizionali simboli legati alla morte come clessidre, orologi e farfalle, e addirittura lo scheletro di un bambino che regge una bilancia e la falce del mietitore, anch'esse fatte di ossa; dal soffitto pendono lampadari fatti con falangi e coccigi. Alle pareti sono ammassate migliaia di tibie, femori e teschi trasformati in materiali da costruzione a creare nicchie e strutture architettoniche che accolgono gli scheletri vestiti con il saio di alcuni frati. La decorazione di ogni cappella è caratterizzata dall'uso prevalente di un osso in particolare, così abbiamo la cappella delle tibie, quella dei bacini, quella dei teschi, e poi quella detta dei tre scheletri e quella della resurrezione.
La scelta di decorare la cripta con le ossa, che potrebbe apparire lugubre e macabra, è in realtà un modo di esorcizzare la morte e di sottolineare come il corpo non sia che un contenitore dell'anima e in quanto tale una volta che essa l'ha abbandonato il contenitore si può riutilizzare in altro modo.
Galleria fotografica
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Note | |
Bibliografia | |
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