Processione del Venerdì Santo (Savona)
Processione del Venerdì Santo (Savona) | |
Statua della Madonna addolorata (seconda metà del XVIII secolo), legno intagliato policromo | |
Riti della Settimana Santa Processione | |
Festa locale | |
Commemorazione celebrata | Passione e morte di Gesù Cristo |
Stato | Italia |
Regione | Liguria |
Provincia | Savona |
Comune | Savona |
Luogo specifico | Vie e piazze del centro storico |
Diocesi | Savona-Noli |
Periodo | Primavera |
Data mobile | Venerdì Santo |
Data d'istituzione | XVII secolo |
Organizzata da | Priorato generale delle Confraternite di Savona centro |
Tradizioni religiose | Processione, sacra rappresentazione |
La Processione del Venerdì Santo a Savona è una sacra rappresentazione, che rievoca, ogni due anni (in quelli pari) nella città ligure, la passione e la morte di Gesù Cristo.
Storia
L'origine e la storia della processione è correlata a quella delle dieci confraternite savonesi, la cui presenza è documentata già dal 1266: esse avevano sede in altrettanti oratori, edificati accanto alla Cattedrale di Nostra Signora di Castello, tra il XIII e il XIV secolo, dove i membri si riunivano per pregare, compiere atti di pubblica assistenza e penitenza (disciplina): quest'ultima si concretizzava con flagellazioni accompagnate da processioni e laude.
Nella Settimana Santa, ogni confraternita provvedeva autonomamente ad organizzare la propria processione, che si teneva fra il Giovedì ed il Sabato Santo, durante la quale i confratelli, indossando un camice e cappuccio bianco, segno di umiltà ed anonimato, portavano il Crocifisso, la reliquia della Santa Croce e tenevano sacre rappresentazioni rievocanti la Passione di Gesù Cristo.
Negli Statuti (1404 - 1405), come in quelli successivi del 1610, non si trovano riferimenti alla processione del Venerdì Santo, ricordata invece più volte nei decreti ecclesiastici: nel 1530 il Vicario generale invitava le confraternite a mantenerla con le caratteristiche penitenziali originarie, le laude e le flagellazioni, ma esortava a sospendere le rappresentazioni sacre.
Con il Concilio di Trento (1545 – 1563), le confraternite vennero sottoposte alla giurisdizione dei vescovi diocesani, i quali proibirono le pubbliche flagellazioni e le sacre rappresentazioni, considerate indecorose.
Per rispondere a queste disposizioni, senza rinunciare alla grandiosità spettacolare della processione del Venerdì Santo, le confraternite acquisirono gruppi scultorei (dette popolarmente cass), in legno policromo, portare a spalla dai confratelli, rappresentanti in prevalenza i Misteri della passione di Gesù Cristo.
Nonostante le innovazioni, la processione del Venerdì Santo veniva ancora vissuta come manifestazione propria di ogni confraternita. Una cronaca del 1751 indicava tre distinte processioni: i confratelli portavano a spalla per i vicoli cittadini i pesanti gruppi lignei, cantando litanie e salmi.
Agli inizi del XIX secolo, le autorità municipali vietarono più processioni nella stessa sera ed un decreto vescovile del 1810 fissò l'ordine delle casse secondo la storia evangelica senza alcuna distinzione tra confraternite e l'attribuzione della responsabilità organizzativa al priore del sodalizio cui spettava il turno di "Oratorio Superiore Generale".
Un Decreto Vescovile del 13 maggio 1813 stabiliva che tutte le confraternite cittadine dovevano partecipare ad un'unica processione, precisando l'attuale sequenza delle casse.
Nel 1830 gravi episodi di contestazione agli occupanti piemontesi proibirono l'uso del cappuccio sul capo. Da allora i confratelli continuano ad indossarlo, piegato ed appoggiato sulle spalle, in segno dell'originario significato di anonimato.
Nel 1926 vennero aggiunte alla processione due nuove casse:
- Annunciazione (1722) di Anton Maria Maragliano;
- Bacio di Giuda Iscariota (1926) di Giuseppe Runggaldier.
Nel 1978, la cassa dell’Ecce Homo (1977 – 1978), realizzata dalla scultrice savonese Renata Cuneo, sostituì quella settecentesca di Giovanni Andrea Torre, andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.
Confraternite
Le confraternite savonesi furono fondate, come attestano le fonti storiche, dopo il 1260, con le seguenti finalità, che in parte si tramandano ancora:
- promuovere attività penitenziali, caritativi e di mutuo soccorso,
- dedicarsi alla costruzione di ospedali e all'istituzione del "Monte di Pietà" per soccorrere i poveri;
- promuovere la preghiera fra i membri della fraternità;
- tramandare le tradizioni devozionali delle proprie comunità ecclesiali.
Ogni Confraternita si distingue l'una dall'altra per la propria insegna e per il colore del camice, detto popolarmente cappa. Le sei confraternite savonesi sono:
- Confraternita Nostra Signora di Castello: fondata intorno al 1260, ha sede presso l'omonimo oratorio; i membri indossano il camice blu con risvolti bianchi.
- Confraternita di San Pietro e Santa Caterina: eretta intorno al 1260, ha sede presso la Chiesa della SS. Concezione; i confratelli indossano il camice bianco con nastri blu.
- Confraternita di San Domenico e Cristo Risorto: istituita verso la fine del XIII secolo, ha sede nella Chiesa della SS. Annunciata (XVII secolo): i membri indossano il camice bianco con nastri bianchi.
- Confraternita di San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista e Santa Petronilla: fondata nel 1526, ha sede nell'omonimo oratorio; i confratelli indossano il camice bianco con nastri rossi.
- Arciconfraternita della SS. Trinità: fondata nel 1530, ha sede nella Chiesa di Santa Rita; i membri indossano il camice rosso con risvolti bianchi.
- Confraternita di Sant'Agostino e Santa Monica: istituita nel 1539, ha sede nella Chiesa di Santa Lucia (XV secolo); i confratelli indossano il camice bianco con nastri verdi.
Le confraternite attualmente costituiscono il "Priorato generale delle Confraternite di Savona centro", ente organizzatore della tradizionale processione del Venerdì Santo.
Descrizione
Gruppi scultorei processionali
I tredici gruppi scultorei e le due statue processionali, detti popolarmente Casse o Misteri, sono strutture mobili monumentali, in legno intagliato policromo, raffiguranti in prevalenza le stazioni della Via Crucis, custodite nelle chiese, sedi delle confraternite, e portate in processione a spalla dalle stesse, i cui membri, in tale occasione, indossano il caratteristico camice, detto cappa.
Durante l'anno, i gruppi scultorei sono conservati negli oratori o nelle chiese savonesi, sedi delle confraternite e si caratterizzano per la loro duplice natura di oggetti della devozione e di preziose testimonianze della scultura lignea ligure fra il XVII ed il XIX secolo.
I gruppi scultorei, condotti in processione nel seguente ordine, sono:
- Promessa del Redentore (Adamo, Eva e la Fede), opera di Filippo Martinengo detto il Pastelica (1750 - 1800). Il gruppo è entrato a far parte dei beni della Confraternita di Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla nel 1777.
- Annunciazione (1722), opera di Anton Maria Maragliano (1664 - 1739): il gruppo appartiene alla Confraternita di San Domenico e Cristo Risorto.
- Orazione nell'orto del Getsemani (1728), opera di Anton Maria Maragliano, il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla.
- Bacio di Giuda Iscariota (1926) di Giuseppe Runggaldier: opera realizzata dallo scultore altoatesino in sostituzione della seicentesca "cassa" del genovese Giovanni Andrea Torre, distrutta da un bombardamento. Il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Agostino e Monica.
- Gesù Cristo legato alla colonna (1728), di anonimo scultore ligure della bottega del Maragliano: il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla..
- Gesù Cristo flagellato (1623), opera di scuola napoletana: il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Pietro e Caterina.
- Gesù Cristo incoronato di spine (1710), opera di Anton Maria Maragliano: il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Agostino e Monica.
- Ecce Homo (1977 – 1978), opera della scultrice savonese Renata Cuneo (1903 - 1995), con la collaborazione dello scultore altoatesino Davide Moroder. Essa sostituisce nella processione quella d'analogo soggetto realizzata nel XVIII secolo da Giovanni Andrea Torre, andata perduta durante la Seconda guerra mondiale nella distruzione dell'Oratorio della SS. Trinità: il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Pietro e Caterina.
- Gesù Cristo cade sotto la croce (1623), opera di scuola napoletana: il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Pietro e Caterina..
- Gesù Cristo muore in croce (1728), opera di Anton Maria Maragliano: il gruppo appartiene alla Confraternita dei Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla.
- Gesù Cristo crocifisso (metà del XVII secolo), opera di suola romana. La monumentale statua, probabilmente inviata da Roma dalla famiglia della Rovere, venne solo in un secondo momento adattata a scultura processionale. Essa appartiene alla Confraternita di Nostra Signora del Castello.
- Gesù Cristo deposto dalla croce (1795), opera di Filippo Martinengo detto il Pastelica: il gruppo appartiene alla Confraternita di Nostra Signora del Castello.
- Pietà (1883), opera realizzata dallo scultore savonese Stefano Murialdo, detto Crocetto (1776 - 1838): il gruppo appartiene alla Confraternita di Nostra Signora del Castello.
- Gesù Cristo deposto nel sepolcro (1866), opera di Antonio Brilla (1813 - 1891): il gruppo appartiene alla Confraternita di San Domenico e Cristo Risorto.
- Madonna addolorata (seconda metà del XVIII secolo), opera di Filippo Martinengo detto il Pastelica: la statua appartiene alla Confraternita di San Domenico e Cristo Risorto.
Processione dei Misteri
La sera del Venerdì Santo, i gruppi scultorei escono dalle loro sedi abituali, portati a spalla dai confratelli, che per l'occasione, indossano il caratteristico camice, detto cappa.
Le casse, tra preghiere e canti sacri, raffiguranoo una Via Crucis itinerante, quasi un pellegrinaggio che si svolge lungo un percorso di circa un chilometro e mezzo, che prende l'avvio dalla Cattedrale di Nostra Signora Assunta per terminare in piazza Sisto IV.
Il segnale di inizio è dato dai lenti rintocchi della Campanassa, l'unica campana autorizzata a suonare durante la processione. Il corteo è aperto dal cupo e cadenzato rullio dei tamburi listati a lutto che, con il loro cupo suono, preannunciano il sopraggiungere delle casse, al quale seguono:
- Croce della Passione decorata con i simboli e gli strumenti della passione di Gesù Cristo e portata dalla confraternita che ha l'incarico dell'organizzazione.
- Gruppi scultorei, detti casse o misteri, che per l'occasione sono illuminati e decorati con composizioni floreali. I portatori, per l'enorme peso delle casse, effettuano spesso delle soste. I tempi della fermata e dell'avvio sono impartiti da un colpo di martello (mazzetta) che viene vibrato dai due "capocassa" sulle stanghe lignee utilizzate per il trasporto della stessa.
- Arca della Santa Croce: una cassa con un grande crocifisso, in argento, che conserva un frammento della croce di Gesù Cristo - chiude il corteo - portata solennemente sotto al baldacchino processionale ed incorniciata da lampioni che ne illuminano il cammino.
A turno a ciascuna confraternita spetta il Priorato Generale cui compete il privilegio di aprire la processione con la propria Croce della Passione e chiuderla portando l'Arca della Santa Croce.
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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