Redemptoris Missio

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Redemptoris Missio
Lettera enciclica di Giovanni Paolo II
VIII di XIV di questo papa
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Data 7 dicembre 1990
(XIII di pontificato)
Traduzione del titolo La missione del Redentore
Argomenti trattati missionarietà
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(IT) Testo integrale sul sito della Santa Sede.
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Redemptoris Missio è un'enciclica di papa Giovanni Paolo II.

Fu pubblicata il 7 dicembre 1990, in occasione del XXV anniversario del Decreto conciliare Ad Gentes[1].

Affronta la tematica dell'urgenza e dell'attualità della attività missionaria della Chiesa e della sua fondamentale importanza nel mondo contemporaneo.

Indice

  • Introduzione
  • I - Gesù Cristo unico salvatore
  • II - Il Regno di Dio
  • III - Lo Spirito Santo protagonista della missione
  • IV - Gli immensi orizzonti della missione "ad gentes"
  • V - Le vie della missione
  • VI - I responsabili e gli operatori della pastorale missionaria
  • VII - La cooperazione all'attività missionaria
  • VIII - La spiritualità missionaria
  • Conclusione

Terminologia

Un primo problema che affronta l'Enciclica è quello della terminologia, domandandosi se sia ancora opportuno utilizzare l'espressione missione ad gentes: poiché la globalizzazione in atto nell'intero pianeta ha avvicinato gli uomini delle diverse religioni, ha ancora senso parlare di missione, oppure occorre sostituire il termine con l'espressione "dialogo interreligioso"?[2]. Ovvero, non sarà meglio usare la parola "evangelizzazione" per quello che finora veniva chiamata "attività missionaria"?

L'enciclica difende la legittimità di un'attività specificamente missionaria, che si sviluppa tra i non cristiani e che ha come fine la loro conversione a Cristo e la formazione di una nuova Chiesa autoctona.

Base teologica

La cristologia è la base teologica dell'enciclica. Tutto il capitolo I è dedicato a "Gesù Cristo unico Salvatore". I missionari, a cominciare dagli apostoli, annunciarono da sempre che nell'evento della redenzione di Cristo si trova l'unica salvezza e che questa è per tutti. I testi ai quali fa riferimento il documento[3] sono infatti At 4,12 e 1Tim 2,5-7 . Si tratta del disegno salvifico stabilito da Dio stesso[4], pertanto non si può introdurre la teologica del Verbo (o dei semi del verbo) come principio di salvezza, staccandola dalla mediazione unica e universale di Gesù Cristo[5] Lo stesso Spirito che sparge i semi del Verbo presenti nelle culture e nelle religioni li prepara a maturare in Cristo[6]. L'enciclica quindi invita a leggere il concetto dei "semi del Verbo" come una vera e propria preparazione evangelica con un chiaro riferimento a Cristo, Verbo fatto carne[7]. Inoltre, il documento riconosce la possibilità di salvezza nelle religioni non cristiane per tutti quelli che non hanno ricevuto l'annuncio del Vangelo, affermando però che, se non sono escluse mediazioni di vario tipo e ordine, esse attingono significato e valore unicamente da quella di Cristo e non possono essere intese come parallele o complementari[8]. Lo Spirito che opera nel mondo, afferma il documento, è lo stesso che operò nell'incarnazione, morte e risurrezione di Cristo[9]. La salvezza comunicata dallo Spirito è accessibile a tutti, in virtù di una grazia che permette a ciascuno, con la sua libera collaborazione, di raggiungerla.[10]

Il Regno di Dio

L'enciclica affronta nel II capitolo la teologia del Regno di Dio. Questo è inseparabile da Cristo; quello che Gesù inaugura con la sua predicazione e le sue opere è l'autentico Regno di Dio. Esso non è una dottrina, un concetto, un programma soggetto a libera elaborazione , ma è innanzitutto una persona che ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth, immagine del Dio invisibile[11]. I valori del Regno , benché raggiungano il mondo nel quale viviamo e i problemi umani, come la libertà e la promozione, hanno essenzialmente una dimensione spirituale: Gesù predicando il Regno, invitava alla conversione interiore, alla fede, al perdono vicendevole.

Nel contesto della riflessione, l'enciclica studia i rapporti tra Chiesa e Regno[12]. Questo non si può disgiungere dalla Chiesa perché la Chiesa non è fine a se stessa, ma è ordinata al Regno di Dio, di cui è germe, segno e strumento[13]. Utilizzando un'espressione sintetica essa è al servizio del Regno ed ha un ruolo specifico e necessario, che Cristo le ha conferito. La Chiesa rimane quindi la via ordinaria della salvezza stabilita da Dio e dallo stesso Cristo[14]. Nell'ambito dell' ecclesiologia significativi i paragrafi dedicati alla responsabilità missionaria di tutte le Chiese, di antica formazione come le giovani, e di tutti nella Chiesa, e l'importanza data agli istituti missionari.[15]

Lo Spirito protagonista della missione

Tutto il capitolo III è dedicato allo Spirito come protagonista della missione. La sua opera si manifesta nell'invio degli Apostoli fino ai confini della terra, a partire dalla Pentecoste. È lo Spirito che spinge[16] la Chiesa ad andar sempre oltre, non solo in senso geografico, ma anche al di là delle barriere etniche e religiose, per una missione veramente universale[17].

In concreto lo Spirito spinge alla proclamazione della Parola facendo degli apostoli dei profeti e dei testimoni[18].L'annuncio sotto la spinta dello Spirito va accompagnato da quell'atteggiamento missionario, descritto con la parola parrhesia che significa parlare con franchezza e coraggio.[19]

Motivi della missione

Motivo e fondamento della missione ad gentes è il mandato missionario di Cristo, attuale per tutti i cristiani[20]. L'enciclica indica un titolo proprio della Chiesa, che è per sua natura missionaria, perché fondata da Cristo per portare la salvezza a tutti gli uomini. La missione è vista come un impegno comunitario e una responsabilità della Chiesa locale che attraverso i missionari si spinge verso nuove frontiere.[21] Cooperare alla missione significa non solo dare ma anche ricevere e accogliere quanto proviene dalle giovani Chiese. Altro argomento che l'enciclica aggiunge alla missionarietà della Chiesa è il diritto che tutti i popoli hanno di sentire il messaggio salvifico: ogni individuo ha il diritto di udire la "buona novella" di Dio che si rileva e si dona in Cristo, per attuare in pienezza la propria vocazione.[22]

Fine della missione

È la conversione, individuale e personale a Cristo e in un secondo momento la formazione di una Chiesa particolare. Nella realtà della missione il primo annuncio ha un ruolo insostituibile perché introduce in un relazione che apre all'adesione piena e sincera a Cristo e al suo Vangelo mediante la fede.[23] La conversione che si opera nel cuore si manifesta nell'accettazione dei sacramenti, primo fra tutti il battesimo, porta della Chiesa.[24]

Inoltre, il fine ultimo della missione è la formazione, fondazione, impiantazione di una Chiesa particolare[25] Il mezzo principale per portare avanti la missione ad gentes è la proclamazione della Parola, accompagnata dalla testimonianza di vita. Il dialogo non è il fine della missione, ma è un elemento integrante che si concretizza in un atteggiamento o in una particolare spiritualità nel momento di portare avanti la missione. Il fondamento principale di questo atteggiamento di rispetto e di stima di uomini, culture e religioni è la presenza dello Spirito in loro[26]. Il dialogo non nasce da una tattica o da interesse, ma da questa coscienza soprannaturale che lo Spirito guida la missione della Chiesa.

Bibliografia
Note
  1. Testo ufficiale in AAS 83 (1991), 249-340 e in Enchiridion Vaticanum 12, 547-732.
  2. N. 4.
  3. N.5
  4. Cfr. "Questa sua mediazione unica e universale , lungi dall'essere di ostacolo nel cammino verso Dio, è la via stabilita da Dio stesso", N.5
  5. Cfr. " È contrario alla fede cristiana introdurre una qualsiasi separazione tra il Verbo e Gesù Cristo...Gesù è il Verbo incarnato, persona unica e indivisibile" N.6
  6. N.28
  7. N.29
  8. N.5
  9. N.29
  10. N.10
  11. N.18
  12. N.N.17-20
  13. N.18
  14. NN. 9 ;18; 55
  15. NN. 65; 85
  16. Il termine "spinge" è ripetuto costantemente in tutto il capitolo a significare proprio l'urgenza della missione
  17. N.25
  18. N.24
  19. N.45 Parresia è il termine biblico proprio della predicazione missionaria del Nuovo Testamento
  20. N.62
  21. N.27
  22. N.46
  23. N.46
  24. N.47
  25. N.N.48-49
  26. N.N.29-56
Voci correlate
Collegamenti esterni