Riccardo di San Vittore

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Riccardo di San Vittore, C.R.S.A.
Religioso
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battezzato
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Giovanni di Paolo, Miniatura con Riccardo di San Vittore tra Beda il Venerabile e Sigieri da Brabante (part.), tratta dalla Divina Commedia, paradiso (XV secolo)
Titolo
Incarichi attuali
priore
Età alla morte anni
Nascita Scozia
1110 ca.
Morte Parigi
10 marzo 1173
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
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Riccardo di San Vittore (Scozia, 1110 ca.; † Parigi, 10 marzo 1173) è stato un priore, teologo e mistico francese. Occupa un posto importante nella scolastica per alcune opere in cui diede organica sistemazione a una teoria della mistica, mediando quella puramente speculativa e quella affettiva.

Cenni biografici

Nato attorno al 1110 in Scozia o per altri in Irlanda, fu accolto molto giovane nell'abbazia dei canonici regolari di san Vittore a Parigi, ai tempi dell'abate Gilduino.

Fu sicuramente allievo di Ugo di San Vittore, dal quale la sua opera dipende in molti punti. Sotto l'abate Acardo nel 1159 divenne vice-priore e nel 1162 successe a Nantero come priore. Con questo ruolo curò molto il mantenimento della disciplina e delle tradizioni claustrali e per questa ragione ebbe molto a soffrire dalle stranezze dell'abate Ervisio; ma nel 1172 una commissione papale ordinò la deposizione di Ervisio e il capitolo presieduto dal priore Riccardo elesse abate Guarino.

Riccardo visse praticamente tutta al sua vita da adulto nell'abbazia parigina e li vi morì il 10 marzo 1173.

Opere

Di Riccardo ci sono pervenute trentatré opere, pubblicate nella Patrologia Latina del Migne (vol. 196), elencate degli editori in tre gruppi: Scritti esegetici, Scritti teologici e Miscellanea.

Vita interiore

Sedici scritti

  • De præparatione animi ad contemplationem, liber dictus Benjamin minor. Il sottotitolo viene dal Salmo LXVII, 28 (Benjamin in mentis excessu). Tratta di morale mistica, è una allegoria del testo biblico che parla di Lia e Rachele le mogli di Giacobbe e dei loro tredici figli, dove si attribuisce a ognuno di essi un particolare significato nel cammino di perfezionamento dello spirito umano per raggiungere la contemplazione di Dio.[1]
  • De gratia contemplationis, seu Benjamin major. Il sottotitolo è tratto dal Salmo CXXXI, 8 (Surge, Domine, in requiem tuam, tu et arca santificationis tuæ). Tratta della contemplazione: è la saggezza che da soddisfazione e la perfezione della saggezza è la contemplazione. Tra gli scritti di Riccardo è il più studiato e il più citato. L'opera procura "apporto immenso alla preparazione intellettuale dell'estasi" (Bréhier, p. 516).
  • Allegoriae tabernaculis fœderis. Appendice del precedente, lo riassume in allegoria dell'arca dell'alleanza: il nostro tabernacolo interiore, a cui ci porta il tabernacolo esteriore, che è la Ragione.
  • Tractatus de quatuor gradibus violentæ caritatis. Una descrizione della preghiera contemplativa, tanto poetica quanto profonda nella descrizione (Kulesza).
  • In Cantica corticorum explicatio. Appunti di dottrina ispirata da Papa Gregorio I e istruzioni morali.
  • Mysticaæ adnotationes in psalmos. Appunti di dottrina in forma di omelia, dal salmo 23.
  • Expositio cantici Habacuc. Appunti di dottrina.
  • De exterminatione mali et promotione boni. Trattato di morale mistica che esamina le virtù necessarie per purificare l'anima dove si insiste sulla contemplazione. Il testo viene anche fatto risalire a Riccardo di Saint-Laurent.
  • De conditione interioris homoris. Trattato sulla vita interiore basato sulla spiegazione del sogno di Nabucodonosor II riportato dal profeta Daniele.
  • De missione Spiritus Sancti. Omelia per la Pentecoste sul testo biblico dal Libro della Sapienza 1,8.
  • De comparatione Christi ad florem Mariæ ad virgam. Testo breve che riprende le idee espresse su questo tema da San Girolamo.
  • De sacrificio David prophetæ. Opuscolo che tratta del sacrificio di Davide riportato nel salmo LXX, che viene comparato a quello di Abramo.
  • De differentia sacrificii Abrahæ a sacrificio beatæ Mariæ virginis. Trattato che compara il sacrificio di Abramo a quello di Maria il giorno della sua purificazione.
  • Tratatus de meditandis plagis quæ circa mundi finem evenient. Trattato, sotto forma di meditazione, sulla tribolazione che dovrà precedere i tempi ultimi.
  • De gemino paschate. Due sermoni: per la Domenica delle Palme, per la Pasqua.

Scritti teologici

Dieci trattati

  • De Trinitate: Riccardo si ispira ai trattati di Acardo di San Vittore e Anselmo d'Aosta, in particolare per il metodo e la dialettica contemplativa. Le argomentazioni razionali sono messe al servizio della giustificazione del dogma e dell'intelligenza del mistero.
  • De tribus appropriatis personis in Trinitate. Breve spiegazione che (Vincent de Clairvaux conta come settimo libro del De trinitate). Dove Riccardo descrive gli attributi di ogni singola Persona della Trinità: unità e potenza, il Padre; uguaglianza e saggezza, il Figlio; la concordia tra le due prime Persone e la bontà allo Spirito Santo.
  • De Liber de Verbo incarnato. Riccardo vi espone la necessità dell'incarnazione appoggiata sull'esegesi del profeta Isaia.
  • Quomodo Spiritus Santus est amor Patris et Filii. Breve opuscolo che spiega il senso dell'amore del Padre per il Figlio attraverso lo Spirito Santo e l'amore del Figlio per il Padre con lo Spirito Santo.
  • De superexcellenti baptismo Christi. Breve opuscolo, dedicato a un parente di Riccardo, con riflessioni sul battesimo di Cristo. Di cui solo il prologo è suo, mentre il resto è da attribuirsi a Gautier de Saint-Victor.
  • De statu interioris hominis. Questo trattato espone lo stato di rottura dell'uomo dopo la caduta: debolezza, ignoranza e concupiscenza, espressi dai peccati: pigrizia, errore e cattiveria. A cui Riccardo contrappone come rimedio i comandamenti di Dio e le pratiche ascetiche. L'opera conobbe un successo immenso e a esercitato una profonda influenza nei credenti dei secoli successivi.
  • De potestate ligandi et solvendi. Opuscolo sulle due forme del peccato.
  • De judiciaria potestate in finali et universali judicio. Specie di sermone che espone come gli apostoli renderanno nel giudizio finale, le sanzioni per tutti gli uomini.
  • Tratatus de spiritu blasphemiæ. Questo breve trattato vuole rispondere alla questione della blasfemia e del peccato contro lo Spirito soppesandone i pro e i contro, ma la soluzione non appare chiara.
  • De differencia peccati mortalis et venialis. Breve opuscolo che risponde alla domanda: un uomo colpevole di un peccato mortale subisce la condanna eterna; ma quando un uomo accumula peccati veniali, la sua pena sarà aumentata? Anche qui la risposta non risulta molto precisa.

Scritti esegetici

Sette scritti che non sono i più originali nell'opera del vittorino.

  • Expositio difficultatum suborientium in expositione taberculi fœderis. Lo scritto raggruppa tre sturi di importanza minore. Descrizione tropologica del tabernacolo dell'antica alleanza, una descrizione del tempio di Salomone e una cronologia dei re di Israele e di Giuda.
  • Declarationes nonnullarum difficultatum Scripturæ. Il testo è composto da brevi riflessioni sulle anime pure e impure dell'Antico Testamento e su un passaggio delle lettere di San Paolo: "Togliete via dunque il vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta" Prima lettera ai Corinzi 5,7
  • In visionem Ezechielis. Esteso trattato sulle visioni del profeta Ezechiele 1,1-5, dove sviluppa la spiegazione letterale degli animali, delle strade e degli edifici (Nuovo Tempio) descritti dal profeta. Il testo è ornato da figure e piani schematici.
  • Explicatio aliquorum passum difficilium Apostoli. L'opera spiega il difficile passaggio tratto dall'opera della Legge per la santificazione del cristiano.
  • In Apocalypsim Joannis. L'opera più voluminosa di esegesi. Composta di sette volumi, che trattano tutte le visioni dell'Apocalisse. Questo commentario privilegia le parafrasi di ordine mistico delle visoni di Giovanni.
  • De Emmanuele. Trattato polemico che ricusa un altro trattato su Isaia Ecce virgo concipiet, di Maître André che non piace a Riccardo che riprende gli argomenti di San Gerolamo, per mostrare che il testo del profeta fa riferimento alla concezione del Salvatore.
  • Quomodo Christus ponitur in signum populorum. Breve scritto a sermone, contenente note sul testo di Isaia 11,10: "In quel giorno, la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa".
Note
  1. La preparazione dell'anima alla contemplazione, Beniamino Minore, Riccardo di San Vittore a cura di Claudio Nardini.
Fonti
Bibliografia