San Brizio di Tours
San Brizio di Tours Vescovo | |
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Santo | |
Nascita | in Turenna IV secolo |
Morte | 444 |
Consacrazione vescovile | 397 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Tours |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 13 novembre |
Attributi | pastorale |
Patrono di | giudici |
Collegamenti esterni | |
Scheda nel sito della diocesi o congregazione |
Nel Martirologio Romano, 13 novembre, n. 3:
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San Brizio di Tours (in latino Brictius; in Turenna, IV secolo; † 444) è stato un vescovo latino.
Biografia
Le vicende della sua vita ci sono perlopiù note da una biografia redatta da Gregorio di Tours.
Fu educato da San Martino nel monastero di Marmoutier, dove prese i voti, ma aveva un carattere ribelle e polemico. Pretendendo di avere schiavi e cavalli, era tacitamente biasimato dai monaci e dallo stesso Martino. Per vendicarsi, tentò più volte di cogliere in fallo l'irreprensibile maestro, ma invano, sicché finì per deriderlo pubblicamente. Dal canto suo, nonostante le pressioni dei monaci, Martino sopportava e perdonava ogni malefatta dell'allievo. Celebre è rimasta la frase di San Martino in risposta ai monaci che chiedevano il suo intervento:
« | Se Cristo ha sopportato Giuda, non debbo io sopportare Brizio? » |
Nonostante questo successe a Martino nel 397 sulla cattedra di Tours, non senza l'avversità degli altri prelati. Due lettere del pontefice Zosimo del settembre 417 attestano che Lazzaro, futuro vescovo di Aix, accusò Brizio in numerosi concili fino a quello di Torino del 401 nel quale, però, le accuse furono dimostrate faziose.
Resse la diocesi per trentatré anni, ma, accusato di aver avuto un figlio da una religiosa, venne destituito e minacciato di morte (430). Ritiratosi a Roma, sperando nella riabilitazione da parte del pontefice, la ottenne sottoponendosi al rito dell'ordalia e sette anni dopo, alla morte del suo successore Armenzio, riprese la guida della diocesi fino alla morte.[1]
Morì nel 444 e fu sepolto il 13 novembre nella modesta chiesa di San Martino da lui stesso edificata. Nel 580 il vescovo di Tours Gregorio fece traslare le reliquie a Clermont-Ferrand nell'Alvernia.
Nell'arte
A San Brizio è dedicata una cappella all'interno del Duomo di Orvieto[2], ritenuta un caposaldo della pittura rinascimentale italiana: la decorazione pittorica, avviata nel 1447 dal Beato Angelico insieme a Benozzo Gozzoli, fu conclusa tra il 1499 e il 1502 circa, da Luca Signorelli con grandiose scene apocalittiche, pervase da un senso di soverchiante terrore di matrice savonaroliana.
Luoghi di culto
- Domodossola: chiesa parrocchiale della frazione di Vagna
- Marmirolo: chiesa della frazione di San Brizio
- Spoleto: chiesa della frazione di San Brizio
- Tione: chiesa della frazione di Saone
Predecessore: | Vescovo di Tours | Successore: | |
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San Martino 371-397 |
397-430/437-444 | Sant'Eustochio 444-460 |
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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