San Brizio di Tours

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San Brizio di Tours
Vescovo
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al secolo
battezzato
Santo
'

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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita in Turenna
IV secolo
Morte 444
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti Vescovo di Tours
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° vescovo di Roma
Elezione
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 13 novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi pastorale
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di giudici
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
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Consorte

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Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda nel sito della diocesi o congregazione
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 13 novembre, n. 3:
« A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Brizio, vescovo, che, discepolo di san Martino, succedette al maestro e per quarantasette anni fece più volte fronte a varie avversità. »

San Brizio di Tours (in latino Brictius; in Turenna, IV secolo; † 444) è stato un vescovo latino.

Biografia

Le vicende della sua vita ci sono perlopiù note da una biografia redatta da Gregorio di Tours.

Fu educato da San Martino nel monastero di Marmoutier, dove prese i voti, ma aveva un carattere ribelle e polemico. Pretendendo di avere schiavi e cavalli, era tacitamente biasimato dai monaci e dallo stesso Martino. Per vendicarsi, tentò più volte di cogliere in fallo l'irreprensibile maestro, ma invano, sicché finì per deriderlo pubblicamente. Dal canto suo, nonostante le pressioni dei monaci, Martino sopportava e perdonava ogni malefatta dell'allievo. Celebre è rimasta la frase di San Martino in risposta ai monaci che chiedevano il suo intervento:

« Se Cristo ha sopportato Giuda, non debbo io sopportare Brizio? »

Nonostante questo successe a Martino nel 397 sulla cattedra di Tours, non senza l'avversità degli altri prelati. Due lettere del pontefice Zosimo del settembre 417 attestano che Lazzaro, futuro vescovo di Aix, accusò Brizio in numerosi concili fino a quello di Torino del 401 nel quale, però, le accuse furono dimostrate faziose.

Resse la diocesi per trentatré anni, ma, accusato di aver avuto un figlio da una religiosa, venne destituito e minacciato di morte (430). Ritiratosi a Roma, sperando nella riabilitazione da parte del pontefice, la ottenne sottoponendosi al rito dell'ordalia e sette anni dopo, alla morte del suo successore Armenzio, riprese la guida della diocesi fino alla morte.[1]

Morì nel 444 e fu sepolto il 13 novembre nella modesta chiesa di San Martino da lui stesso edificata. Nel 580 il vescovo di Tours Gregorio fece traslare le reliquie a Clermont-Ferrand nell'Alvernia.

Nell'arte

A San Brizio è dedicata una cappella all'interno del Duomo di Orvieto[2], ritenuta un caposaldo della pittura rinascimentale italiana: la decorazione pittorica, avviata nel 1447 dal Beato Angelico insieme a Benozzo Gozzoli, fu conclusa tra il 1499 e il 1502 circa, da Luca Signorelli con grandiose scene apocalittiche, pervase da un senso di soverchiante terrore di matrice savonaroliana.

Luoghi di culto

Predecessore: Vescovo di Tours Successore: Bishopcoa.png
San Martino
371-397
397-430/437-444 Sant'Eustochio
444-460
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
San Martino
371-397
{{{data}}} Sant'Eustochio
444-460
Note
  1. (EN) Gregory of Tours, History of the Franks Book II Chap.1
  2. La Cappella Nova fu dedicata a San Brizio perché il 13 novembre ricorreva la fondazione del Duomo, cfr La Cappella Nova o di San Brizio
Voci correlate
Collegamenti esterni