San Flaviano
San Flaviano Laico · Martire | |
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Santo | |
Nascita | Roma |
Morte | Montefiascone 22 dicembre 361 |
Ricorrenza | 22 dicembre |
Santuario principale | chiesa di San Flaviano a Montefiascone |
Attributi | palma, vessillo della vittoria, armatura |
Patrono di | Montefiascone |
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San Flaviano (Roma; † Montefiascone, 22 dicembre 361) è stato un martire latino, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Secondo la sua agiografia, fu martirizzato nella persecuzione di Giuliano nel 361.
Agiografia
Sono pervenute notizie molto scarse su di lui; la sua esistenza è taciuta dai martiriologi più antichi.
Era un patrizio romano che rivestì la carica di prefetto di Roma, forse al tempo degli imperatori Costantino II e Costanzo II (350-361). Era il padre di santa Bibiana e di santa Demetria e marito di santa Dafrosa.
La tradizione cristiana[1] vuole che quando divenne imperatore Giuliano e furono ripristinate le persecuzioni contro i cristiani, Flaviano fu costretto a lasciare la sua carica di prefetto, passandola nelle mani di un suo acerrimo rivale e acceso sostenitore del paganesimo, un tale Aproniano. Sorpreso mentre seppelliva i martiri Prisco, Priscilliano e Benedetto, Flaviano venne bollato a fuoco sul volto con il marchio degli schiavi ed esiliato ad Aquas Taurinas (forse l'attuale Montefiascone) dove fu condannato a lavorare nelle terme. Fu poi martirizzato il 22 dicembre 361.
Le sue reliquie sono custodite a Montefiascone: la testa viene custodita nella cattedrale in un artistico reliquario a busto e frammenti del corpo[2] in un'urna sotto l'altare maggiore dell'antichissima basilica a lui dedicata, che si trova alle pendici della città.
Culto
Le reliquie di San Flaviano dalla loro ubicazione originaria furono poste nella Chiesa di Santa Maria nel piccolo borgo sulla Cassia che di Flaviano prese il nome prima dell'837, anno in cui, secondo il regesto farfense, Benedetto di Ariperto abitante nel Borgo di San Flaviano fece una donazione al monastero di San Pietro in Valle perlata[3]; nell'852 Papa Leone IV in una bolla pone fondamento alla reposizione delle reliquie in una chiesa preesistente dedicata a Maria. In essa conferma a Virobono, vescovo di Tuscania e a tutti i suoi successori, i territori posti sotto la sua giursdizione e fra gli altri parla della ecclesiam Sanctae Mariae ubi corpus Beati Flaviani martyris requiescit, cum casale et burgo suo in circuitu et giro eius, cioè "la chiesa di Santa Maria dove riposa il corpo del beato martire Flaviano con l'anneso casale (forse un ospizio per pellegrini) e il suo borgo tutto intorno".
La denominazione di "Borgo di San Flaviano" diviene comune e così anche annotata nel suo Itinerario da Sigerico nel 990 come Sce Flaviane, VII tappa del ritorno a Canterbury, fra VI Sce Valentine, oggi Bulicame presso Viterbo, VIII Sca Cristina, oggi Bolsena.
La vita del borgo si interruppe bruscamente nel 1187 quando le milizie di Federico Barbarossa lo distrussero, risparmiando solo la chiesa; conseguenza di ciò fu l'abbandono della zona fino al secondo Dopoguerra, la marginalizzazione della chiesa dalla vita sociale di Montefiascone (anche se non mancarono eventi storici all'interno della chiesa) e di San Flaviano dal patronato della città, soppiantato da Santa Margherita d'Antiochia, le cui reliquie erano state riesumate e condotte a Montefiascone nel 1185.
Il culto di san Flaviano oggi è considerato ufficialmente un culto locale della diocesi di Viterbo dove la memoria liturgica è fissata il 22 dicembre, quale dies natalis e il 26 aprile, data della consacrazione del suo tempio, in cui si celebrano anche i festeggiamenti civili in qualità di compatrono.
Iconografia
La figura di Flaviano è presente in quasi tutte le chiese di Montefiascone, principalmente abbigliato come un comandante militare romano ma con delle variazioni.
La rappresentazione pittorica più antica è stata rinvenuta nella chiesa di Santa Maria di Castello, detta comunemente Madonna della neve; la chiesa attuale è un rifacimento ottocentesco della chiesa voluta per la Rocca da Papa Innocezo III e conserva la parete di fondo con due absidiole quale fianco sinistro; l'absidiola di sinistra conserva un affresco con la Madonna in trono col Bambino e i Santi Benedetto, Agostino e Francesco d'Assisi: sono i santi fondatori degli ordini religiosi presenti in Montefiascone all'epoca; l'affresco rappresenta anche il committente (molto deteriorato) inginocchiato ai piedi della Vergine e una quarta figura di Santo, identificata con Flaviano, abbigliato con gli abiti dell'epoca e in mano il vessillo della vittoria, cioè della risurrezione dai morti[4].
Le successive raffigurazioni si trovano nella chiesa di San Flaviano, una nella prima campata di sinistra in un affresco di scuola toscana, per mano di un pittore che ha già assorbito la lezione giottesca, dove è rappresentato con il vessillo vittorioso abbigliato con una corazza di ispirazione classica ma con un mantello e un berretto medioevali; una seconda rappresentazione è posta nell'abside retrostante l'altare maggiore, opera di un modesto pittore, forse quattrocentesco, che, utilizzando più volte il medesimo cartone, lo rappresenta a cavallo con armatura di foggia rinascimentale e vessillo simile a un San Giorgio.
Da qui la rappresentazione guerriera prevarrà quasi ininterrottamente, una pala del Settecento voluta dal Cardinale Aldrovandi durante i suoi restauri del tempio, lo mostra prossimo al martirio ricevere a cavallo e in armatura romana palma e corona da un angelo; la coeva pala dell'altare di San Martino nella Cattedrale di Santa Margherita lo raffigura stagliato nel paesaggio montefiasconese (si vede la cupola della cattedrale stessa) in armatura romana e palma ai piedi della Vergine insieme a Santa Felicita e San Martino di Tours.
Sempre in Cattedrale abbiamo altre tre raffigurazioni pittoriche:
- il martirio, nel tamburo, con la marchiatura a fuoco ancora in abiti romani;
- sopra, nel corrispondente spicchio di cupola, la gloria celeste con la famiglia, ciascuno con la palma del proprio martirio; entrambe queste due opere sono del pittore e scultore Luigi Fontana;
- infine un ovale nell'abside del presbiterio, opera di Pietro Gagliardi, lo mostra con lo sguardo rivolto al cielo in contemplazione del mistero divino.
Nella chiesa dei Cappuccini sulla strada Verentana è ritratto due volte in venerazione di Maria insieme a Santa Felicita e i suoi figli, in veste di guerriero.
Solo solo due le rappresentazioni scultoree conosciute, distanti fra loro parecchi secoli:
- una prima lo ritrae a cavallo in un bassorilievo nel palazzo comunale e deve quindi risalire a quando era patrono di Montefiascone (quindi XII secolo circa);
- la seconda è una statua a tutto tondo posta sulla facciata della Cattedrale di Santa Margherita insieme alla santa stessa.
Note | |
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Voci correlate | |
Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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